Economia
Stellantis, via ai licenziamenti a Trasnova: 97 persone a casa senza lavoro. Schlein tra gli operai: "Elkann venga in Parlamento a dare risposte"
Partono i primi tagli in Stellantis: la Trasnova ha comunicato il licenziamento collettivo di 97 lavoratori impiegati negli stabilimenti di Pomigliano d'Arco, Mirafiori, Piedimonte San Germano e Melfi
Stellantis, via libera ai licenziamenti a Trasnova
Dopo l'"addio" di Carlos Tavares alla guida del colosso dell'automotive Stellantis, iniziamo i primi tagli: la Trasnova ha comunicato il licenziamento collettivo di 97 lavoratori impiegati negli stabilimenti di Pomigliano d'Arco, Mirafiori, Piedimonte San Germano e Melfi ritenuti esuberi per le esigenze produttive dell'azienda a causa della "volontà di Stellantis di cessare tutti i contratti in essere" dal 31 dicembre. La comunicazione è stata inviata ai sindacati di categoria. Dei 97 esuberi, 54 sono impegnati nel solo stabilimento Stellantis di Pomigliano d'Arco, dove da giorni i lavoratori Trasnova stanno bloccando gli ingressi merci della fabbrica, provocando, di fatto, il fermo delle produzioni.
Dopo l'annuncio immediate le reazioni di politica e sindacati. "Quella di Trasnova è solo una delle tante aziende della filiera della componentistica che rischiano di chiudere se il governo non interviene in maniera decisa: intervenga e imponga a Stellantis di rivedere le proprie strategie per l'Italia", ha affermato la Fiom-Cgil che ha ribadito "la richiesta alla presidente del Consiglio di convocare a palazzo Chigi il presidente di Stellantis".
A questo punto, hanno affermato il segretario nazionale Fiom e responsabile settore mobilità, Samuele Lodi, e il coordinatore nazionale automotive per la Fiom, Ciro D'Alessio, "diventa fondamentale non solo la presenza di Stellantis al tavolo al Mimit previsto per il 10 dicembre prossimo, ma c'è bisogno di una concreta disponibilità a rivedere le scelte fatte e trovare soluzioni per dare continuità lavorativa al lavorativa di Trasnova". Sono necessari, hanno rimarcato, "investimenti in ricerca e sviluppo, nuovi modelli per rilanciare gli stabilimenti e occorre tutelare l'occupazione dei lavoratori diretti e della filiera e componentistica".
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Tra gli operai anche la segretaria del Pd Elly Schlein che ha ribadito la necessità di un intervento sia del governo che di Elkann. "Stellantis deve assumersi le sue responsabilità davanti al Paese. Elkann in Parlamento deve dare le risposte che servono sul piano industriale che garantisca l'indotto e l'occupazione", ha affermato la segretaria del Pd, elly Schlein che ha aggiunto che il colosso dell'automotive deve "riportare in Italia le produzioni di auto per il mercato di massa nell'elettrico, perché non possiamo lasciare il campo libero soltanto ad altri produttori di altri Paesi". Vogliamo serietà e chiarezza - ha proseguito - per queste famiglie, per questi lavoratori glielo dobbiamo per il contributo che loro hanno sempre portato non solo per far crescere questa azienda, ma per far crescere questo Paese".
"Giorgia Meloni deve convocare personalmente un tavolo sull'automotive", ha chiesto Schlein portando la propria solidarietà ai lavoratori Trasnova in presidio davanti allo stabilimento Stellantis di Pomigliano d'arco. "In questi mesi - ha proseguito - abbiamo chiesto che il tavolo sull'automotive su Stellantis si tenesse a palazzo Chigi, perché il tavolo al Mimit non ha dimostrato alcuna utilità e lo chiediamo ancora. Perché la questione incrocia anche altri settori, tutte le altre linee di manifattura, dai semiconduttori all'acciaio. quindi non è una questione che si può trattare in maniera settoriale. Bisogna convocare il tavolo a Palazzo Chigi, ascoltare la voce di chi lavora in questo settore".
"Abbiamo presentato una mozione unitaria con le altre opposizioni con proposte concrete - ha proseguito - ci aspettiamo una risposta dal governo anche sulle politiche industriali che sono mancate fino a qui, abbiamo chiesto e chiederemo con un emendamento unitario di togliere il taglio di 4,6 miliardi al fondo dell'auto e di ristabilire quei fondi e chiediamo al governo di farsi carico di fare qualcosa sul costo dell'energia, che il più alto d'Europa perché questo vuol dire perdere competitività rispetto ad altri paesi e non possono essere i lavoratori a pagare la crisi di questo settore come accaduto fino a qua".
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