Economia
Stellantis, un 2024 disastroso: produzione più che dimezzata e migliaia di operai in cassa integrazione
La produzione è scesa del 45,7%, sotto le 300.000 unità, un dato che non si vedeva dal 1956. Mirafiori ha registrato il calo più grave: -70% nel 2023
Stellantis: Fim, nel 2024 -70% produzione nel polo di Torino
Meno di 300.000 auto, come nel 1956. Nel 2024, gli stabilimenti italiani di Stellantis hanno prodotto 475.090 veicoli, segnando un calo del 36,8% rispetto all’anno precedente. La produzione di auto è crollata del 45,7%, scendendo a 283.090 unità, mentre quella dei veicoli commerciali è diminuita del 16,6%, fermandosi a 192.000. "I volumi produttivi nel 2024 nel polo produttivo Stellantis di Torino sono pari a 25.920 unità rispetto alle 85.940 rilevate nel 2023, con una flessione di circa il 70%". A renderlo noto, è il segretario generale della Fim-Cisl Ferdinando Uliano, che questa mattina a Torino ha illustrato il report del sindacato dei metalmeccanici sulla produzione e l'occupazione nel 2024 degli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis. Il 91% dei volumi dello stabilimento torinese, pari a 23.670, sono rappresentati da 500 Bev, il restante è rappresentato dalle produzioni Maserati con 2.250 unità.
"Quest'ultime - ha detto Uliano - ben lontane dalle 41mila unità prodotte nel 2017, anno di punta delle produzioni Maserati. Nel corso del 2024 si sono fermate le produzioni delle Maserati Ghibli, Quattroporte e Levante, mentre le produzioni di Maserati GT e GC non hanno risposto alle aspettative del gruppo attestandosi a poco più di 1.100 unità. La situazione non vedrà miglioramenti in termini di volumi sino al lancio produttivo della 500 ibrida previsto a novembre 2025". Secondo la Fim "Una flessione di mercato, determinatasi un anno fa, ha impattato negativamente sulle produzioni della 500 Bev, causando una perdita di oltre 2/3 delle produzioni, che nemmeno gli incentivi su acquisti lanciati a giugno 2024 dal Governo italiano hanno invertito la tendenza. Sicuramente lo stop agli eco-incentivi in altri Paesi in Europa ha influito negativamente. Per tutto il 2024 la produzione è stata organizzata su un turno e alla richiesta di Cigo e Cds. Dal 19 febbraio 2024, nei giorni in attività, si è utilizzato l’ammortizzatore sociale coinvolgendo mediamente il 40% dei quasi mille lavoratori sulla linea della 500 Bev. Anche per i 1200 lavoratori di Maserati si è utilizzato il CDS per tutto l’anno. È bene precisare poi che l’anno è stato caratterizzato anche da continui fermi produttivi, con chiusura totale della linea di produzione, per oltre la metà delle giornate produttive annue".
"Il 2025 - ha proseguito Uliano - prefigura le stesse difficoltà, la ripartenza della produzione è prevista per il 20 gennaio sulla linea 500e e il 3 febbraio sulla Maserati. La situazione su Maserati è molto critica. Sul fronte produttivo si sono raggiunte le 2.250 unità, -74% rispetto al 2023. Dal 2° trimestre vengono prodotte solo le Maserati GT e GC anche nelle versioni Folgore full-electric, ma a tutt’oggi non riescono a compensare il fermo produttivo di Ghibli, Quattroporte e Levante. Abbiamo più volte giudicato negativamente lo spostamento del lancio produttivo del nuovo modello Quattroporte nella sua versione full-electric dal 2025 al 2028, non si ha più notizie del nuovo SUV che avrebbe dovuto sostituire il Levante. Errori enormi sono stati compiuti su Maserati è indispensabile che Stellantis chiarisca e definisca la strategia che vuole adottare per Maserati, su modelli e volumi". "Da parte nostra la linea Maserati di Mirafiori deve essere garantita con nuove produzioni - ha detto ancora - rispettando gli obiettivi di rilancio del lusso previste nel primo piano di Stellantis. Le iniziative e le manifestazioni che abbiamo messo in campo, hanno costretto il gruppo ad assegnare allo stabilimento di Mirafiori la produzione della 500 ibrida entro novembre 2025.
Un’auto con potenzialità di volumi che potrebbe assicurare almeno il mantenimento della missione produttiva di Mirafiori come stabilimento di assemblaggio auto. Sempre entro fine 2025 andrà a compimento l’investimento sulla nuova batteria della 500e volto ad aumentare autonomia e rendere più conveniente il prezzo di vendita. La vera novità su Mirafiori presentata al Mimit il 17 dicembre da Philipe Imparato, responsabile di Europa Enlarged, è l’annuncio che la nuova generazione della 500e verrà costruita ancora a Mirafiori entro il 2030".
Stellantis: Uliano, ci aspettiamo incontri con azienda e governo
"Ci aspettiamo incontri di verifica e approfondimento sia con Stellantis sia con il Governo". Ad affermarlo, il segretario generale della Fim-Cisl Ferdinando Uliano, che questa mattina a Torino ha illustrato il report del sindacato dei metalmeccanici sulla produzione e l'occupazione nel 2024 degli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis. "Come affermato da Stellantis, per il tramite del responsabile Europa Jean Philipe Imparato, nell’ultimo incontro del 17 dicembre scorso - ha detto - la situazione in termini di volumi non subirà significative modifiche nel corso del 2025, in quanto i nuovi lanci produttivi nel corso del corrente anno di Melfi, Cassino e Mirafiori impatteranno nel 2026, dove ipotizzano di raggiungere le produzioni di 750mila unità riscontrate nel 2023". "Il gruppo conferma obiettivo di un milione di veicoli entro il 2030 - ha spiegato - ma lo subordina alle risposte del mercato. Stellantis ha ribadito per il 2025 due miliardi di investimenti e con sei miliardi di acquisti ai fornitori italiani e soprattutto con un comportamento e un’attenzione più responsabile.
È sicuramente un cambio di impostazione, con un piano di investimenti aggiuntivo al precedente. Al piano industriale precedente da noi giudicato insufficiente, hanno aggiunto la nuova piattaforma small con i due nuovi modelli compatti a Pomigliano dal 2028. La nuova 500e a Mirafiori in aggiunta alla 500 ibrida. Vengono ibridizzate le auto previste nelle versioni elettriche tra il 2025 e 2026 a Melfi, portando l’offerta a 7 modelli". "È stato annunciato ad Atessa la nuova gamma large sui veicoli commerciali - ha proseguito - a Cassino vengono sviluppate anche le versioni ibride delle full electric previste su Stelvio e Giulia e in aggiunta un nuovo modello top di gamma sempre su piattaforma large. Su Modena verrà lanciata la collaborazione con Motor Valley per il lancio del progetto alto di gamma. Mancano ancora risposte importanti sulla Gigafactory e sul rilancio di Maserati e altri aspetti che abbiamo richiesto di approfondire necessariamente nei prossimi mesi con Stellantis e Governo".
Stellantis: Fim, Melfi registra la perdita maggiore (-65,3%)
Il dato produttivo del 2024 per lo stabilimento Stellantis di Melfi (Potenza) rispetto all’anno precedente è fortemente negativo, sia in termini percentuali con un -63,5%, che in termini di volumi oltre 108.000 unità. È quanto emerge dal report della Fim Cisl nazionale su produzione e occupazione negli stabilimenti italiani di Stellantis nel 2024 in corso di presentazione a Torino, da parte del segretario generale Ferdinando Uliano. Quello lucano è lo stabilimento che perde la maggiore quantità di auto. Delle 62.080 auto prodotte, il 30% è rappresentato da 500X, il 30% da Jeep Renegade e il 40% da Jeep Compass. Nel corso del 2024 le giornate di stop produttivo sono state complessivamente pari a 154 giorni gestiti con il CDS (contratto di solidarietà).
Negli altri giorni, l’utilizzo del CDS è stato nel primo trimestre del 23%, pari a una media di 1.282 lavoratori ogni giorno; nel secondo trimestre con un 40% su una media di 1.500 lavoratori giornalieri, peggiorando ulteriormente nel terzo trimestre del 60% e nel 4° trimestre con 1700 lavoratori giornalieri con una media del 62%. Il venir meno di quote rilevanti di produzione (solo 6 anni fa nel 2018 Melfi aveva 7.400 occupati con 339.865 auto prodotte) ha comportato delle ripercussioni negative in termini occupazionali, affrontate con vari strumenti alternativi ai licenziamenti, come le incentivazioni all’uscita su base esclusivamente volontaria (dal 2021 ad oggi ha coinvolto quasi 2 mila lavoratori, portando l’occupazione a quota 5.080). Da inizio 2024 la turnazione nello stabilimento si è ridotta passando su due turni. La situazione di Melfi nella sua complessità “è nel pieno della fase di transizione verso i nuovi nuovi modelli multibrand sulla piattaforma BEV STLA Medium, che certamente rappresentano una risposta positiva in termini di prospettiva futura per lo stabilimento lucano, ma che in questa fase di preparazione ha comportato la stipula di un nuovo Contratto di Solidarietà che scade il 26 giugno 2025” .
Per il sindacato, in particolare “a seguito della nostra pressione il gruppo Stellantis ha rivisto la strategia e per garantire maggiori volumi produttivi, ha previsto per quasi tutti i modelli, tranne per la DS8, anche le rispettive versioni ibride portando a 7 le tipologie di modelli dai 4 originari del primo piano”. La produzione stimata prevista dall’azienda a regime andrà oltre le 200 mila vetture anno, “che secondo la direzione aziendale dovrebbe saturare l’impianto, ma che sarà da verificare nel corso della crescita produttiva. Anche per l’indotto la situazione è critica, anche se l'azienda ha modificato l’atteggiamento garantendo maggior responsabilità; c’è la necessità di garantire l’uso di ammortizzatori, stiamo agendo a livello istituzionale, sia ministeriale che regionale, per avere tutte le garanzie legate ed evitare impatti negativi a livello occupazionale, bisogna dare priorità nelle forniture alle aziende del comprensorio, ma nel contempo, bisogna sostenere le aziende fornitrici nel processo di ammodernamento e di transizione verso le nuove produzioni. Inoltre, è indispensabile agire sull’accordo di programma e sulle strumentazioni a disposizione nelle aree di crisi complessa per attrarre altri nuovi investimenti e per tutelare i lavoratori dell’area di Melfi” conclude la Fim Cisl.
Stellantis: Fim Cisl, "Giga-factory indispensabile per salvare lavoratori e industria molisana"
Nessuna chiarezza sul futuro ora incerto dello stabilimento di Termoli. "Per il momento l’investimento per la realizzazione della giga-factory molisana per la produzione di batterie risultata sospeso" ma "per quanto ci riguarda la scelta di non procedere al momento con l’investimento è negativa, fare questo investimento è indispensabile per dare una prospettiva ai 2.000 lavoratori di Termoli e al tessuto industriale molisano oltre a per mettere in sicurezza la competitività degli stabilimenti italiani". Così Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisl, in occasione della conferenza stampa organizzata da Fim-Cisl, in corso a Torino, sui numeri al quarto trimestre e dell'anno 2024 relativi a produzione e occupazione degli stabilimenti italiani del Gruppo Stellantis.
"Abbiamo chiesto al governo Italiano di intervenire per avere una conferma dell’investimento. Nel frattempo - aggiunge - abbiamo chiesto a Stellantis di assicurare allo stabilimento non solo la produzione degli attuali motori, ma anche altri nuovi prodotti, visto anche il potenziamento dei nuovi equipaggiamenti con motori ibridi".
Automotive: Fim Cisl, "Situazione critica, servono risposte da Ue"
"La situazione del settore automotive in Europa diventa sempre più critica e la situazione produttiva del settore automotive italiano è condizionato anche dalle scelte che l’Europa sarà in grado di assumere di fronte a un aggravamento della situazione complessiva. Le drammatiche novità provenienti dalla Germania e dal Belgio, nei maggiori gruppi automobilistici, rischiano di produrre un terremoto per tutta l’industria dell’automotive, a partire anche dalle numerose aziende della componentistica nell’area centro-nord del Paese". Lo denuncia Fim Cisl, in occasione della conferenza stampa a Torino, sui numeri al quarto trimestre e dell'anno 2024 relativi a produzione e occupazione degli stabilimenti italiani del Gruppo Stellantis.
Fim Cisl "sostiene da tempo che sono indispensabili interventi sulle scelte strategiche del settore da parte della Ue, a partire dalla definizione di un apposito fondo d’investimento per il settore automotive e mirate politiche industriali. Abbiamo giudicato negativamente la decisione del governo di tagliare i Fondi Auto per un totale di 4,5 mld, anche se per il 2025 si è corsi al riparo, il problema per i prossimi anni rimane. E’ evidente a tutti che i singoli Paesi non sono in grado di rispondere in maniera sistematica ad una crisi che investe tutte le case automobilistiche che hanno una presenza rilevante nel nostro continente".
L’Unione Europea "deve attuare una svolta disponendo un fondo straordinario per imprimere più forza ai cambiamenti tecnologici e investimenti, accompagnando questo cambiamento con un piano di salvaguardia occupazionale, attraverso il blocco dei licenziamenti, l’uso di ammortizzatori sociali, la formazione e un forte sostegno alla riduzione dell’orario di lavoro. Devono essere rivisti i meccanismi sulla regolamentazione su CO2 già previsti dal 2025, che rischiano di indurre le case automobilistiche a ridurre la produzione anche delle auto endotermiche per non incorrere nelle forti penalizzazioni".