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Economia
Stx, Marcegaglia (Business Europe) ad Affari: "Parigi rispetti i contratti"

di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni


A poche ore dall'incontro al Forum Ambrosetti di Cernobbio con il ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire (nella foto sotto), incaricato dall'Eliseo di seguire le trattative sui cantieri di Saint Lazaire, il presidente di Business Europe Emma Marcegaglia racconta in un'intervista ad Affaritaliani.it cosa dirà all'esponente del governo Macron sul caso Fincantieri-Stx che "deve assolutamente essere risolto in positivo per il nostro Paese. I contratti vanno rispettati".

Un passaggio che precede il nuovo incontro sul tema fra l'esponente del governo Macron e i ministri italiani Carlo Calenda e Pier Carlo Padoan. Incontro in programma a Roma l'11 settembre.

Fincantieri, Le Maire: fiducioso in una soluzione di compromesso entro fine settembre/  La Francia punta a trovare "entro fine settembre" una soluzione di compromesso con l'Italia per Stx sui cui e' stata fatta una nazionalizzazione "temporanea" impedendo a Fincantieri di conquistare il controllo. Lo afferma il ministro dell'Economia francese Bruno Le Marie dispiaciuto "per i malintesi delle ultime settimane". Per la Francia la soluzione Fincantieri "è la migliore opzione". 

Poi, l'industriale mantovana, che è anche presidente dell'Eni, dice la sua sull'azione dell'Opec e sui livelli futuri del prezo del petrolio. Ma anche sulla crescita italiana e sulla legge di Stabilità messa in cantiere dal governo Gentiloni.


L'INTERVISTA

Come vede l’evoluzione della trattativa in sede Opec sui livelli di produzione del petrolio? A che prezzi vede l’oro nero nei prossimi mesi?
“E’ chiaro che attualmente la performance è intorno al 70-80%. Non è male, ma non è neanche buonissima, visto che alcuni Paesi membri dell'Opec hanno iniziato a non sottostare alle regole pattuite (sulle restrizioni dell’output, ndr). Iniziano a circolare alcuni rumors sulla volontà dell'Arabia Saudita di prolungare i tagli fino a giugno 2018. Volontà che sarebbe positiva, visto che corrisponderebbe a quello che il mercato vuol sentirsi dire. Ci sono buone chances che questo succeda. Pur in una situazione in cui gli operatori hanno un po’ di sfiducia nei confronti della capacità d’incidere dell’Opec, è possibile che si vada avanti e che si provi a mantenere le restrizioni fino a metà del prossimo anno”. 



 


Con delle difficoltà, dunque, sembra che l’Opec riuscirà a raggiungere i propri scopi…
“Sì, esatto. Prevedere però i livelli futuri del prezzo del greggio è sempre molto difficile. Lo scenario dell’Eni è quello di un barile a 55 dollari a fine 2017, poi a 60, 65 e a 70 a seguire. La nostra filosofia è quella di essere profittevoli anche in uno scenario di prezzo basso. Quindi, lavoriamo in questa logica per pagare gli investimenti e i dividendi attorno a un livello di 50-55 dollari e il mercato ci giudica come il migliore operatore che riesce a vivere meglio anche in uno scenario di bassi prezzi. In più, a differenza di altri competitor, l’Eni ha messo a segno un sacco di esplorazioni e ha un portafoglio molto forte da mettere in produzione”.



La preoccupa il supereuro? Qual è il livello del cambio euro-dollaro che può impattare fortemente sulle esportazioni italiane, mettendo a repentaglio il raggiungimento del livello di crescita del Pil dell’1,3% stimato per quest’anno dal Fmi?
“E’ chiaro che più il cambio si apprezza, più crea problemi alle nostre esportazioni. Però è anche vero che fino al livello di 1,17 le nostre aziende sono attrezzate. Nella prima parte dell’anno, infatti, l’Italia ha aumentato il proprio export più di altri Paesi dell’eurozona, anche della Germania. A questi livelli, dunque, non crea problemi. Ma se, invece, dovesse arrivare fino a 1,25, allora diventerà difficile  per l'Italia conservare il ritmo di crescita del Pil a cui abbiamo assistito fino ad ora”. 


La legge di Stabilità per il 2018 s
ta prendendo forma. Qual è il suo giudizio su quanto emerso fino ad ora? Le piace il fatto che il governo Gentiloni si stia concentrando sulla decontribuzione per l’occupazione giovanile?

“Assolutamente sì e son d’accordo con Confindustria che la decontribuzione dovrebbe essere più forte. In una situazione di scarsità, è meglio concentrare tutte le risorse sull’occupazione dei giovani. Gli ultimi dati dell’istat, poi, certificano un peggioramento su questo fronte. Piuttosto che ragionare sulle pensioni minime agli under 35, metterei più soldi per aiutarli a trovare un posto di lavoro. Mi sembra più utile”.

Lei è anche presidente di Business Europe, la Confindustria europea: come giudica il caso Fincantieri-Stx e lo stato attuale delle relazioni economiche fra Italia e Francia?
 Un brutto incidente nell'Unione Europea...
“Il caso Fincantieri-Stx deve assolutamente essere risolto in positivo per il nostro Paese. Ci sono due generi di problemi”.

Quali?

“Il primo è che le parti avevano già firmato un contratto e quindi venir meno a quanto pattuito è incredibile. Secondo, Parigi ha scelto di venir meno a un contratto per nazionalizzare un’azienda. Scelta che non ha senso. E’ un problema grosso nei rapporti bilaterali fra i due Stati. Mi auguro che l’atteggiamento del presidente francese Emmanuel Macron e del suo ministro dell’Economia Bruno Le Maire sia stato assunto per ottenere il massimo in una logica di negoziazione successiva con l’Italia. Sarebbe un fatto molto grave se così non dovrebbe essere. E, cioè, se Parigi dovesse proporre di spartirsi il 50% a ognuno dei soci oppure rimettere sul tavolo la nazionalizzazione, facendo saltare il deal. Oggi, avrò un incontro con il ministro francese e glielo farò presente”. 



Gli dirà, cioè, che bisogna rispettare i contratti…

“Certo, glielo spiegherò in maniera chiara”.

 


GUARDA IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA DEL MINISTRO FRANCESE LE MAIRE

 

EMMA MARCEGAGLIA DOPO L'INCONTRO CON LE MAIRE. VIDEO

 

Tags:
fincantiericaso stxemma marcegagliabusiness europeconfindustria europearapporti economici italia franciabruno le maire





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