Economia

Tasse, quell’intoccabile catasto

Di Massimo Baldini, Silvia Giannini e Simone Pellegrino*

Appena si parla di riforma del catasto, si levano gli scudi. Ma la revisione è necessaria, per equità ed efficienza



Quello che oggi preoccupa prioritariamente non è soltanto la sottovalutazione di questi valori, ma i disallineamenti relativi dei valori reddituali e patrimoniali avvenuti nel tempo. L’attuale sistema catastale, in assenza di revisioni e di una modalità di classamento coerente con le effettive caratteristiche dell’immobile, è dunque fonte di forti disparità sia “verticali” (considerando cioè immobili di diverso pregio) sia “orizzontali” (considerando cioè immobili simili). Non è detto che l’esito della revisione dei valori catastali sia un aumento del gettito derivante dagli immobili: questa è una scelta politica. A parità di gettito, è praticamente certo che si verificherà sia una redistribuzione tra comuni, da valutare attentamente in una logica di federalismo fiscale, sia una redistribuzione tra contribuenti.

Quest’ultimo aspetto non deve essere un freno per ogni riforma, per due motivi: non si possono pensare solo riforme che sempre e comunque riducono le imposte per tutti; se la revisione dei valori catastali dovesse comportare aggravi per qualcuno, evidentemente è perché egli è stato avvantaggiato in passato rispetto ad altri, da un catasto non aggiornato.

E per la stessa ragione, è del tutto possibile che qualcuno pagherà meno di prima. In particolare, è noto che l’attuale catasto tende ad avvantaggiare soprattutto le abitazioni nelle zone centrali delle grandi città (perché accatastate prima) rispetto a quelle in periferia (accatastate più di recente), inducendo dunque una sorta di redistribuzione alla rovescia, da chi ha meno disponibilità di reddito (che vive prevalentemente in periferia) a chi ne ha di più e vive in centro. Al massimo la riforma cambierà la distribuzione temporale dell’onere dell’imposta per i singoli contribuenti. Non uno scandalo.

Per concludere, si osserva che neanche i paesi più efficienti rivedono il catasto ogni anno, non sarebbe neanche necessario. Detto ciò, tra non così tanti anni il nostro catasto compirà un secolo. Di tempo per pensare alla sua revisione ne abbiamo avuto fin troppo.

*Da Lavoce.info