Economia
Tassi, Bastasin ad Affari: "Eccesso di timore. Italia al sicuro fino al 2025"
Caro-energia, inflazione, crescita, tassi d'interesse e sostenibilità del debito: l'economista Carlo Bastasin analizza lo scenario per il nostro Paese
All’orizzonte, poi, c’è la riforma del Patto di Stabilità in Europa. Il primo gennaio 2023 torneranno in vigore regole comunitarie sospese a causa della pandemia. Il ritorno dell’ austerity potrebbe innescare qualche scossone per il nostro Paese sugli spread...
“Le regole sono state in vigore anche in passato, ma nessuno ha mai fatto valere l’unica norma che fa paura al nostro Paese e cioè quella della riduzione del debito per un ventesimo all’anno della quota eccedente il rapporto debito/Pil al 60%. Anche quando non era stata utilizzata, come ora, la clausola della sospensione del Patto di Stabilità, questa regola non è mai stata realmente applicata. Nessuno ha mai chiesto all’Italia di ridurre del 5% annuo il debito. Quelle che torneranno a valere dal 2023 non sono tanto i limiti numerici, quanto le procedure”.
Il commissario Ue Paolo Gentiloni
Quali?
“Quelle di sorveglianza e di vigilanza, più stringenti delle attuali. Ma la sorveglianza c’è già ora. Quando l’Italia ha presentato a Bruxelles il proprio transbudgetary plan è stata poi soggetta a una valutazione della Commissione che ha dato un parere. Forse andremo incontro a una procedura più stringente che potenzialmente potrebbe portare anche a delle sanzioni, che però, ripeto, anche in passato non sono mai state realmente applicate. Oltretutto, il nostro grande timore che è quello di finire sotto programma con il ritorno del Patto di Stabilità, in realtà è un po’ esagerato”.
Perché?
“Un eventuale programma imposto da Bruxelles non potrebbe che replicare il programma che è già in atto con il nostro Pnrr, piano che già ci vincola a un percorso di riforme istituzionali. E’ il famoso cronoprogramma. Quindi, non vedo grandi pericoli. Certo, l’unico rischio è che il Paese entri in una crisi politica senza precedenti”.
E nel 2023, stando a quanto accaduto a fine gennaio con le elezioni per la presidenza della Repubblica, le premesse ci sono tutte…
“Vero, ma qual è il partito anche nel 2023 potrebbe assumere una politica completamente anti-Bruxelles, sapendo che fino al 2026 l’Ue ha ancora molte decine di miliardi da distribuire con il Next Generation Ue? Sarebbe abbastanza autolesionista”.
@andreadeugeni
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