Tenaris, assist di Trump ai Rocca. I dazi Usa fanno volare il titolo
Il Dipartimento al Commercio Usa invita Trump a varare dazi sull’import di alluminio-acciaio. La misura colpirebbe Corea e Cina, Tenaris può avvantaggiarsene
Tenaris, maggior produttore e fornitore a livello globale di tubi in acciaio e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas, è la holding sotto cui nel 2002 la famiglia Rocca (i fratelli Paolo e Gianfelice sono con 5,2 miliardi di dollari di patrimonio personale, appaiati al settimo posto tra gli uomini più ricchi d’Italia, risultando al 389esimo posto al mondo) ha raggruppato tutte le attività del settore, ovvero l’italiana Dalmine, la canadese AlgomaTubes, la messicana Tamsa, le argentine Siderca e Siat, la brasiliana Confab, la venezuelana Tavs e la giapponese NKKTubes.
La crisi del settore della produzione di petrolio e gas ha portato Tenaris a passare da un fatturato di 10,1 miliardi di dollari (e 27.816 dipendenti) nel 2014 a un fatturato di soli 4,3 miliardi (e 19.399 dipendenti) nel 2016.
Il consensus si attende ora un utile di 18 centesimi di dollari per azione nel quarto trimestre del 2017, a fronte di un utile per azione realizzato negli ultimi 12 mesi che viene stimato attorno a 1,38 dollari. Sempre il consensus indica un target price a 12 mesi di 33,64 dollari per azione, contro i 33,88 dollari a cui il titolo ha chiuso a New York venerdì scorso (oggi la borsa americana resta chiusa per la festività del President’s Day). Chissà che la decisione di Trump sui dazi non porti qualche broker a rivedere al rialzo il proprio prezzo obiettivo.
Luca Spoldi