Economia
Terna, 17,7 miliardi per cambiare volto all’Italia. Ecco come
Con il nuovo piano industriale 2024-2028, la società guidata da Giuseppina Di Foggia alza l’asticella: più investimenti, più digitale, più sostenibilità. Ora tocca agli altri dimostrare di avere una visione

Giuseppina Di Foggia, ad Terna
Terna, 17,7 miliardi per cambiare volto all’Italia. Ecco come
C’è un filo rosso, verde e digitale che lega il futuro dell’Italia all’ambizione (misurata) di Terna. Il nuovo piano industriale 2024-2028, approvato oggi, segna un aumento degli investimenti a 17,7 miliardi di euro in cinque anni: +7% rispetto al piano precedente. Una cifra importante, ma non è solo questione di soldi. È una questione di priorità.
Senza annunci roboanti, Terna ha costruito un piano coerente: aggiornamento infrastrutturale, integrazione delle rinnovabili, cybersecurity, digitalizzazione. Un’agenda industriale concreta che mette sul tavolo anche l’idea che la transizione energetica non si fa a colpi di slogan, ma con cantieri, cavi e autorizzazioni. E lì, Terna ha fatto i compiti: 90% dei progetti già approvati, 80% coperti da contratti.
Sul fronte regolato, 16,6 miliardi per la rete nazionale. È il cuore pulsante del piano: resilienza, efficienza, nuovi snodi per collegare davvero Nord e Sud. Il Tyrrhenian Link, l’Adriatic Link, l’asse con la Tunisia (Elmed) parlano di un’Italia che può tornare ad essere ponte tra continenti, a patto che ci creda davvero.
Sulle attività non regolate, il nuovo assetto societario e la spinta a tecnologie e servizi digitali mostra un Terna che prova ad allungare il passo anche fuori dalla comfort zone della regolazione. Con prudenza, ma con l’idea che diversificare non sia un vezzo, ma una necessità.
Bene anche la parte ESG, che però va letta per quello che è: un pilastro reputazionale e industriale. Il 99% degli investimenti è in linea con la Tassonomia UE. Bene. Ma il vero nodo sarà capire se la promessa Net Zero 2050 si trasformerà in scelte coraggiose anche quando i numeri faranno male.
I mercati per ora approvano: EBITDA previsto a 3,36 miliardi nel 2028, utile netto a 1,19 miliardi. E il dividendo resta generoso. Ma è il messaggio politico-industriale che conta di più: un piano credibile, che prova a tenere insieme crescita e sostenibilità, territorio e infrastruttura.
Finalmente un piano. Magari non perfetto, magari migliorabile. Ma è un piano. In un Paese dove troppo spesso si naviga a vista, Terna mette una rotta. Ed è già qualcosa.