Tesla naviga in acque torbide, non solo i conti horror: così i dazi di Trump all'India frenano i piani di Musk - Affaritaliani.it

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Tesla naviga in acque torbide, non solo i conti horror: così i dazi di Trump all'India frenano i piani di Musk

La risposta di Nuova Delhi alle tariffe di Trump rende difficile l’approdo della casa automobilistica nel terzo mercato più grande del mondo, che serviva a curare l’emorragia di guadagni di questo inizio 2025

di Francesco Crippa

 Tesla, i dazi dell’India frenano i piani di Musk

Con gli utili e i ricavi di Tesla in forte calo nel primo trimestre del 2025, Elon Musk sperava di trovare una ventata d’ossigeno sbarcando in India. Le tariffe commerciali di Nuova Delhi, però, gli complicano la vita: i dazi al 100% sembrano, per il momento, una barriera troppo difficile da aggirare. E così, l’approdo al terzo mercato automobilistico più grande del mondo si allontana.

Nelle ultime settimane Tesla si era mossa per preparare lo sbarco, acquistando spazi espostivi (destinati probabilmente a diventare show-room) e aprendo le candidature per una trentina di posti di lavoro. Le tensioni commerciali, però, stanno rallentando il tutto. “L’India è un mercato molto attivo e noi siamo molto attenti a capire quando sarà il momento giusto per entrarci”, ha detto Vaibhav Taneja, il direttore finanziario di Tesla, spiegando i timori del possibile pubblico. Per capirci, una Tesla Model Y costa, di listino, 46mila euro. Con dazi di importazione al 100%, Tesla sarebbe costretta più o meno a raddoppiare il prezzo, rendendola troppo cara, oppure ad alzare il prezzo ma comunque andando in perdita.

L’interesse di Tesla per l’India, in realtà, non è cosa nuova. Già l’anno scorso Musk avrebbe dovuto visitare il paese e annunciare investimenti per due o tre miliardi di dollari e la costrizione di una fabbrica, ma il viaggio era saltato all’ultimo momento. Ora, dopo aver parlato nei giorni passati con il primo ministro indiano Narendra Modi, l’uomo più ricco del mondo ha confermato che entro la fine del 2025 sarà nel paese. Ufficialmente, durante il colloquio i due hanno parlato di tecnologia e innovazione, ma essendo Musk uno dei principali luogotenenti di Donald Trump è facile pensare che si sia parlato anche delle relazioni tra Stati Uniti e India. La cancellazione o riduzione delle tariffe reciproche, infatti, non avvantaggerebbe solo Tesla, ma tutti i produttori americani.

A opporsi a un’apertura quantomeno verso Tesla sono i principali player locali, come Tata Motors e Mahindra and Mahindra. Così, la ditta di Musk continua a navigare in acque torbide. Da gennaio a marzo i ricavi sono scesi del 9%, mentre l’utile è letteralmente crollato registrando un -71%. A pesare, oltre alla congiuntura favorevole, è il coinvolgimento politico di Musk al fianco di Trump e le sue esternazioni a favore di partiti di estrema destra. Già a gennaio, per esempio, a neanche un mese di distanza dalle prime dichiarazioni a favore di Afd, in Germania le vendite di Tesla avevano iniziato a segnalare un rallentamento sensibile, pari al 54%.

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In tutto ciò, sembra avvicinarsi un passo di lato da parte di Musk, il cui “contratto” con Washington comunque dura 130 giorni e non per tutto l’arco di governo di Trump. Vedremo se questa mossa riuscirà a risollevare i guadagni della sua casa automobilistica.