Economia
Tim, il Mef sceglie Ubs come advisor. Ecco lo schema della nuova "netco"
Ancora molti i nodi da sciogliere: in primis come reperire le risorse per rilevare il 20% circa della rete
La coalizione Kkr-Mef dovrà ottenere l'approvazione delle autorità europee, affrontando due sfide principali. Da un lato, la partecipazione del Ministero nell'infrastruttura e i poteri di governance ad esso attribuiti potrebbero sollevare preoccupazioni di antitrust. Il Tesoro controlla l'83% di Cassa Depositi e Prestiti, che a sua volta detiene il 60% della rete concorrente di Tim, Open Fiber. Questa complessa struttura azionaria potrebbe richiedere l'adozione di misure per preservare la concorrenza, come limitazioni all'accesso del Ministero a determinate informazioni industriali. Dall'altro lato, gli investimenti del Ministero potrebbero incorrere nel divieto di aiuti di Stato, ma potrebbero essere considerati conformi alle regole se effettuati a condizioni di mercato.
In sintesi, secondo il Corriere della Sera ci sono molti elementi da considerare: alcune decisioni dovranno essere prese entro fine settembre, in vista dell'offerta vincolante di Kkr attesa da Tim. Altre questioni richiederanno ulteriori esami nel corso dei mesi. Tuttavia, il punto chiave è la posizione di Vivendi, principale azionista di Tim con una quota del 23,75%. Dopo la firma del protocollo d'intesa tra Kkr e il Ministero dell'Economia, il gruppo francese ha elogiato l'interesse diretto del governo.
Nonostante ciò, la sua approvazione non è una garanzia assoluta. Vivendi ritiene insufficiente l'offerta di 21 miliardi e nutre preoccupazioni sulla sostenibilità di una società di servizi priva dell'infrastruttura. Pertanto, vorrebbe che la cosiddetta "netco" assumesse maggiori debiti e responsabilità per i dipendenti attualmente impiegati da Tim. Queste richieste saranno affrontate nei colloqui con il governo, previsti per settembre, così come nell'assemblea futura che dovrà approvare la vendita della rete, sia in modo ordinario che straordinario.