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Economia
Tononi: "Il ddl Capitali e la lista del board cambieranno la governance"

Tononi: "Il ddl Capitali e la lista del board cambieranno la governance"

Con quasi un quarto di secolo alle spalle, il Codice di Autodisciplina sembra aver svolto bene il suo ruolo, come testimonia la significativa presenza di investitori istituzionali stranieri nelle società quotate italiane. Massimo Tononi, attualmente presidente di Banco BPM e eletto presidente del Comitato di Corporate Governance, condivide la sua prospettiva sul mondo bancario in un'intervista esclusiva con Affari&Finanza.

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Il suo incarico coincide con la decisione di non sottoporre il Codice alla consueta revisione biennale. Quando gli viene chiesto il motivo, Tononi risponde: "Siamo alla vigilia di un vero e proprio tsunami, sotto il profilo delle nuove regole di reportistica sulla sostenibilità: alcune entreranno in vigore l'anno prossimo, altre nel 2025; altre ancora devono essere ancora emanate, a livello comunitario. Sarà un pacchetto di misure che avrà un impatto molto forte sulle società, meglio aspettare che il quadro sia chiarito e recepito, prima di scrivere nuove Raccomandazioni per le società. Ne riparleremo nel 2025, anche perché la sostenibilità non è l'unico aspetto in divenire."

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Tononi sottolinea poi l'importanza del Ddl Capitali nel panorama politico attuale. "La legge delega, che deve ancora essere approvata, ha molti punti sensibili per la vita societaria. E anche in questo caso è bene aspettare che il quadro legislativo sia più chiaro". Una delle questioni dibattute è la lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione, proposta dal consiglio uscente. Tononi riflette sulla questione: "All'estero è quasi ovunque la norma e anche in Italia si sta diffondendo. È uno strumento molto efficace, purché non divenga un meccanismo di perpetuazione autoreferenziale del consiglio di amministrazione, come talvolta accade negli Stati Uniti."

Sulla possibile sovrapposizione di candidati e il voto per la stessa lista, Tononi ammette che alcuni passaggi del Ddl Capitali sono particolari e richiedono un'approfondita riflessione. "Comunque, lo spirito mi sembra giusto: andare verso un sistema di rappresentanza più equilibrato". Quando gli viene chiesto della sua opinione sul voto di lista, Tononi afferma: "È un'ottima cosa, che a sua volta dà spazio alle minoranze. Ritengo sia importante mantenerlo, anche se va considerato che non esiste una sola ricetta ideale di corporate governance, ma tante soluzioni diverse, adatte a contesti diversi."

Infine, Tononi ritorna al Codice di Autodisciplina e riflette sulle eventuali modifiche necessarie. "L'architettura è efficiente e molto avanzata. Quello che talvolta manca è l'adesione sostanziale alle regole: dal punto di vista formale è un successo verificato ogni volta, nelle relazioni delle società, ma l'adesione allo spirito delle norme è un'altra cosa: è un tema di comportamento, non di norme. È un problema circoscritto e mi lasci dire che non è un problema solo italiano."

Tononi sottolinea che, nonostante le diverse associazioni nel Comitato di Corporate Governance, gli interessi di proprietari delle società e rappresentanti del mercato sono più allineati di quanto sembri. "Gli amministratori di un'azienda vogliono attirare capitali a costi contenuti, cosa che può accadere solo se ci sono buone regole di governance e l'azienda è ben gestita. Lo stesso interesse è quello degli investitori istituzionali e del mercato in generale: che la società sia efficiente, ben gestita e faccia buoni risultati". In conclusione, Tononi sottolinea che le buone pratiche di governance attraggono capitali e riducono i costi, come dimostra la forte presenza di investitori esteri nelle società quotate italiane.
 

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