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Economia
Ubi-Intesa, cade l'ultimo ostacolo. Disco verde Antitrust a Messina

Cade l'Ultimo ostacolo alla scalata di Intesa Sanpaolo ad Ubi. L'Antitrust ha acceso il disco verde all'offerta pubblica di scambio della prima banca italiana sulla quarta (un'autorizzazione a cui Intesa aveva condizionato la validità della propria operazione partita lunedì 6 luglio) muovendo però alcune richieste all'istituto guidato da Carlo Messina per costringerlo a rientrare sotto le soglie concorrenziali in alcune aree. 

Secondo quanto si legge nella relazione dell'authority guidata da Roberto Rustichelli che Affaritaliani.it ha potuto consultare e che pubblica in esclusiva, Intesa sarà soggetta ad "alcune misure di carattere strutturale per risolvere le preoccupazioni emerse in corso d'istruttoria riguardo ai possibili effetti anticoncorrenziali da essa derivanti".

In particolare, il gruppo dovrà cedere "oltre 500 sportelli bancari, numero ben superiore a quanto offerto originariamente. Le cessioni si dovranno realizzare nelle aree geografiche in cui si registrano le maggiori criticità concorrenziali e saranno rivolte a uno o più operatori indipendenti in grado di disciplinare la nuova entità post merger"

Il motivo è che l'operazione di acquisizione può "costituire e/o rafforzare la posizione dominante di Intesa Sanpaolo nei mercati del risparmio amministrato, dei fondi comuni di investimento e della gestione su base individuale di patrimoni mobiliari e in fondi, nonchè nei mercati degli impieghi alle imprese di medie e grandi dimensioni e della distribuzione dei prodotti assicurativi rami vita, così da pregiudicare in modo sostanziale e durevole la concorrenza".

L'Antitrust dunque, dopo aver rispedito al mittente la prima configurazione dell'operazione di cessione di sportelli a Bper che prevedeva la vendita di 400-500 filiali criticando Intesa più per il metodo (di preconfezionamento prima dell'istruttoria del numero da cedere) che per il merito della questione, accetta la riformulazione del pacchetto di vendita che Ca' de Sass il 15 giugno dopo le osservazioni dell'authority aveva incrementato fino a 532 filiali.

Un ramo d'azienda che corriponde a circa 29 miliardi di euro di depositi, 31 di raccolta indiretta da clientela e 26 miliardi di crediti netti e che permette alla banca modenese (ha messo al servizio dell'operazione un aumento di capitale da 600-700 milioni) di allargare il proprio perimetro commerciale da 1.350 punti vendita a poco meno di 1.900. 

"Si tratta di un passaggio di importanza fondamentale perché garantisce agli azionisti Ubi, che aderiranno all’offerta, la totale correttezza dell’operazione dal punto di vista regolamentare", ha commentato soddisfatto in serata il Ceo di Intesa Messina. 

Dopo oltre due mesi di istruttoria, in cui ha audito singolarmente e in plenaria tutti gli attori interessati del mercato bancario e assicurativo, fra cui anche quelli critici dell'operazione (UniCredit in primis) in quanto lesiva della concorrenza, l'Autorità ha dato il suo finale via libera. Via libera che è andato ad aggiungersi a quello di altre authority come Vigilanza Bce e Ivass.  Ora la parola finale passa agli azionisti di Ubi Banca. 

@andreadeugeni

 

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