UniCredit, leasing e factoring nella holding.Consulenze e Buddybank, i dossier
Quattro sono i dossier che il banchiere francese ha sul tavolo dopo la vendita della banca dei pegni. In arrivo Buddybank e la social bank
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Jean Pierre Mustier procede spedito nel taglio dei costi del gruppo UniCredit. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, sono quattro i dossier che il banchiere francese ha sul tavolo dopo la vendita della banca dei pegni. Il primo è quello della revisione del perimetro del gruppo attraverso l'internalizzazione delle società prodotto come UniCredit Leasing e UniCredit Factoring o della stessa società informatica, UniCredit Business Integrated Solutions (Ubis), che fanno capo alla holding.
Divisioni che nel passato erano state societarizzate all'interno del modello di banca universale, ma che per dare una sforbiciata ai costi di fatturazione Iva e razionalizzare le spese di struttura potrebbero rientrare nell'alveo della banca. In modo da creare un unico soggetto, un'unica legal entity. In sostanza, quanto fece Alessandro Profumo con il Bancone a fine 2009, internalizzando la banca corporate, quella private e il retail, mandando in soffitta il sistema del progetto S3 di metà 2002. Ovviamente, Fineco rimarrà fuori dalla revisione.
Dalle poltrone dei Cda, dei comitati e dei ruoli apicali alle enormi spese di consulenza, vecchia eredità della gestione Profumo e Fiorentino che Ghizzoni aveva solo timidamente approcciato.
All'occhio di Mustier è balzato infatti il peso molto forte delle consulenze esterne, provenienti principalmente dalla società informatica, dove Accenture la fa da padrone, ma anche la holding di piazza Gae Aulenti non scherza. Un'elevata interposizione di manodopera, che in alcuni casi è ultradecennale, che il Ceo vuole razionalizzare.
Il terzo dossier è quello del lancio di Buddybank, prodotto che piace molto a Mustier perché adatto a servire la clientela paneuropea di UniCredit ed ereditato dalla precedente gestione.
Buddybank è la banca accessibile solo da mobile prevista nell'ultimo piano industriale di Ghizzoni (di novembre 2015) che inizialmente doveva vedere la luce il primo gennaio 2017 e su cui UniCredit aveva previsto un primo investimento di 50 milioni di euro. Ma che diverse revisioni del progetto iniziale intervenute in corso d'opera (ultima quella della internalizzazione, accantonando la creazione di una diversa legal entity come invece originariamente previsto) hanno ritardato fortemente e che a questo punto vedrà la luce nel 2018. Dopo che i vertici avranno sistemato con i sindacati le questioni contrattuali legate all'orario e al tipo di servizi offerti.
La particolarità di Buddybank, infatti, è che accanto ai tradizionali servizi finanziari, sulla piattaforma (su cui sta lavorando alacremente Ubis che deve integrare le diverse attività) apparirà anche un servizio di concierge (paragonabile a quello dei grandi alberghi) disponibile via chat e via telefonica h24 per sette giorni su sette e che offrirà servizi esclusivi come la prenotazione dell'hotel, di un evento sportivo o culturale.
L'ultimo dossier a cui Mustier sta lavorando è quello del varo della social bank, progetto molto caro al banchiere francese (attivo sul fronte della charity) che non è stato ancora presentato ufficialmente e che inizialmente, nei piani del Ceo, doveva vedere la luce in autunno. Una banca molto attenta al mondo del terzo settore e a piccoli privati a cui offre opportunità di microcredito, coinvolgendo anche i bancari in una sorta di volontariato sul territorio, fuori dal mondo del lavoro. Figure con dei microportafogli che si focalizzeranno su piccoli progetti trasparenti e, comunque, con un merito di credito. Istituto unico nel suo genere e che rappresenta un'assoluta novità nel panorama bancario.