Economia
Unicredit oltre il 5% di Generali: Donnet una pedina nelle mani di Orcel e la carta Bpm per strappare il via libera
Il ceo di UniCredit ha incontrato il numero uno della compagnia assicurativa. Secondo i dati Consob aggiornati, Unicredit ha incrementato la quota al 5,22%
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Andrea Orcel e UniCredit
Unicredit oltre il 5% in Generali
La partita di Andrea Orcel si fa sempre più spietata: il numero uno di UniCredit ora stringe la presa sulle Generali. Secondo Il Sole 24 Ore, lunedì 17 febbraio, ci sarebbe stato un incontro riservato tra Orcel e Philippe Donnet, amministratore delegato del Leone. Un summit dal peso strategico visto che tra un mese saranno presentate le liste per il rinnovo del cda di Generali e Orcel, con il suo 5,22% della compagnia assicurativa (di cui il 4,184% con diritti di voto, secondo gli aggiornamenti Consob) potrebbe tenere le redini dell'assemblea.
Chi guiderà Generali? Mediobanca e Donnet da un lato, Delfin e Caltagirone dall’altro. E nel mezzo c’è Orcel, che con quella quota da oltre 2,6 miliardi di euro può decidere se sostenere la lista Mediobanca – garantendo continuità alla gestione attuale – o se invece far pendere l’ago verso Delfin-Caltagirone, mettendo in discussione i delicati equilibri del Leone. A complicare il quadro c’è poi un altro fronte aperto: l’Ops di UniCredit su Banco Bpm. Il governo Meloni deve ancora esprimersi e la decisione potrebbe arrivare entro metà aprile, quando scadrà il termine per eventuali vincoli sulla sicurezza nazionale.
L’incontro tra Donnet e Orcel non è quindi un semplice scambio di vedute, ma un momento chiave in una partita molto più grande. Donnet potrebbe aver cercato di capire le intenzioni di Orcel, ma è altrettanto plausibile che il banchiere di UniCredit stia giocando su più tavoli. Da un lato potrebbe decidere di speculare sulla volatilità del titolo, aspettando che la tensione tra le liste faccia salire il prezzo delle azioni di Generali in vista dell’assemblea di aprile e poi vendere la sua quota al miglior offerente ( sia a Mediobanca sia al fronte Caltagirone-Delfin) o potrebbe anche legare il suo peso in Generali alle sorti di Banco Bpm, per conquistare così un via libera del governo a fronte di un cambio di governance a Trieste.
Mediobanca, dal sua canto, non sta a guardare e prepara la sua contromossa. Come riporta il Corriere della Sera, la merchant bank punta su una lista di maggioranza che confermerebbe Donnet e il presidente Andrea Sironi, con 13 nomi di profilo internazionale e indipendente per blindare il cda e garantire il sostegno al piano industriale. Tra i candidati spunterà anche un dirigente di Piazzetta Cuccia, che permetterebbe a Mediobanca di consolidare a equity la sua quota del 13,1% in Generali.
Dall’altra parte, Delfin e Caltagirone valutano una strategia più prudente. Dopo la sconfitta del 2022, potrebbero optare per una "lista “corta” di sei nomi, evitando uno scontro frontale con Mediobanca e aspettando di vedere cosa accadrà con l’Ops di Mps su Piazzetta Cuccia. Se l’assetto azionario di Mediobanca cambiasse, anche le carte in tavola per Generali potrebbero essere rimescolate.
Insomma i prossimi passi saranno decisivi. Le liste per il cda saranno rese pubbliche ad aprile, e lì si capirà chi davvero controllerà Generali. Per ora, Orcel sta con una mano su Generali e l’altra su Banco Bpm, pronto a giocare la sua partita fino all’ultimo. Ma sarà una mossa astuta o una scommessa rischiosa?