Economia
Vivendi, assemblea soci si annuncia agitata. Monta la protesta contro Bollorè

Vivendi: perche' deve scegliere tra Telecom e Mediaset
Vivendi, assemblea soci si annuncia agitata. Monta la protesta contro Bollorè
Vivendi verso un'assemblea dei soci in programma martedì 25 aprile che si annuncia agitata. La tensione promette di montare tra gli azionisti di minoranza e Vincent Bolloré. Se l'agenzia Glass Lewis ha deciso di sostenere le risoluzioni del gruppo media, due concorrenti ISS e Proxinvest raccomanda di respingerle. Tra le misure più simboliche, hanno deciso di votare contro il rinnovo per quattro anni il mandato di Vincent Bolloré al consiglio di sorveglianza, di cui è presidente, e contro la ratifica del direttore del figlio Yannick Bolloré.
Vivendi: perche' deve scegliere tra Telecom e Mediaset
Una scelta tra Telecom e Mediaset. E' quella che dovra' fare Vivendi, azionista rilevante di entrambi i gruppi (possiede 23,9% di TI e il 28,8% di Mediaset pari al 29,9% dei diritti di voto), sulla base del pronunciamento dell'Agcom dello scorso 18 aprile. L'Autorita', infatti, ha accertato che il gruppo francese ha un'influenza dominante su Telecom che, a sua volta, ha una quota superiore al 40% nel settore delle comunicazioni. Per cui, in ossequio alla legge Gasparri (poi confluita nel Tusmar, il Testo unico dei servizi media audiovisivi e radiofonici) e' vietato, controllando di fatto Telecom, avere una quota superiore al 10% all'interno del Sic, il Sistema integrato delle comunicazioni. Telecom quindi non puo' avere un collegamento (attraverso Vivendi) con Mediaset che ha il 13% del Sic. Questa, e' la prima volta che l'Agcom si e' espressa sui tetti al settore media e tlc. Sempre in base a quanto deciso dall'Agcom, Vivendi dovra' decidere e comunicare le proprie intenzioni entro 60 giorni, per arrivare comunque ad adeguarsi alle sue disposizioni entro 12 mesi. Al netto dei ricorsi e controricorsi (i francesi hanno annunciato ricorso al Tar e all'Ue) sembra abbastanza chiaro, almeno dalle dichiarazioni ufficiali, che alla fine dei 60 giorni Vivendi scegliera' di restare in Telecom Italia. Per strategia, certo, ma anche per una questione semplicemente finanziaria. Agli attuali prezzi di Borsa, infatti, se Vincent Bollore' dovesse vendere la quota Mediaset avrebbe una minusvalenza di circa 100 milioni. Cedendo invece il 24% di Telecom la perdita sarebbe molto piu' alta (1 miliardo). Da ricordare che Vivendi ha speso 1,3 miliardi circa per la quota in Mediaset e 3,8 miliardi per quella in TI. Secondo altri rumors finanziari invece le cose non starebbero proprio cosi' e vede un intervento di Orange (il maggior gruppo di tlc francese) in Telecom Italia per dare mano libera a Bollore' di giocarsi la partita Mediaset. Tutto sara' piu' chiaro a breve, gia' domani con l'assemblea di Vivendi a Parigi. Da registrare, nei giorni scorsi, le dichiarazioni di Vivendi su Telecom ("Desideriamo riaffermare il ruolo di lungo termine nell'operatore italiano di tlc", ha scritto la societa' venerdi' scosro in una nota) e di Orange ("Non mi sembra il momento particolarmente adatto per pensare di entrare sul mercato italiano ma siamo attenti a quello che succede", ha detto il ceo di Orange Stephane Richard).
Vivendi: assemblea, fari accesi su dossier Telecom-Mediaset
Assemblea di Vivendi, nello storico teatro parigino dell'Olympia, l'assemblea dei soci di Vivendi, il colosso francese dei media che spazia dall'industria cinematografica alla musica, dal mercato televisivo a quello dei videogiochi. Fari accesi sul dossier Telecom-Mediaset e sulle strategie francesi nella 'campagna italiana', dove sono i primi azionisti di Telecom e i secondi di Mediaset. I lavori assembleari saranno presieduti da Vincent Bollore', il finanziere bretone che, tramite il proprio gruppo, e' il primo azionista della societa' con il 20,65% del capitale e il 29,84% dei diritti di voto. Nella parte ordinaria, i soci saranno chiamati ad approvare, tra l'altro, il bilancio 2016, la proposta di distribuzione del dividendo, il rinnovo del mandato alla presidenza del gruppo di Vincent Bollore', e la ratifica della cooptazione di suo figlio, Yannick, come membro del supervisory board. Nella sessione straordinaria, invece, gli azionisti dovranno deliberare tra le altre cose sulla proposta di conferire al management la delega per un aumento di capitale fino a un massimo di 750 milioni di euro. Per quanto riguarda il dividendo, la proposta ai soci e' di distribuire una cedola pari a 0,40 euro, per un ammontare complessivo di 500 milioni di euro. Vivendi ha archiviato il 2016 con un utile netto di 1,25 miliardi di euro, in calo del 35% rispetto all'anno precedete. I ricavi sono ammontati a 10,8 miliardi, in crescita dello 0,5% rispetto a quanto fatturato nel 2015. Il risultato operativo e' sceso invece del 2,9% a 1,19 miliardi. Oltre al Gruppo Bollore', i principali azionisti della societa' con partecipazioni sopra il 4% sono Societe' Generale con il 4,82% del capitale (4,14% dei diritti di voto) e BlackRock con il 4,26% (3,66% dei diritti di voto). Subito dopo l'assemblea, l'amministratore delegato, Arnaud de Puyfontaine, terra' un punto stampa con i giornalisti italiani. Dall'assemblea, oltre che dalla conferenza con l'ad, sono attese risposte e chiarimenti sulle strategie dei francesi sulla loro 'campagna italiana', dove sono i primi azionisti di Telecom con il 23,9% e i secondi di Mediaset, dopo la scalata che alla fine del 2016 li ha portati a quasi il 30% del capitale sociale, a ridosso della soglia che fa scattare obbligatoriamente l'Opa sull'intera azienda fondata da Silvio Berlusconi. Una prima, seppure parziale risposta sulle loro intenzioni, e' arrivata con un comunicato ufficiale emesso da Vivendi poco dopo la decisione dell'Agcom che, applicando per la prima volta il Testo unico servizi media audiovisivi e radiofonici (Tusmar), ha vietato ai francesi di mantenere le proprie partecipazioni in tutte e due le societa.
L'Agcom, con il suo pronunciamento dello scorso 18 aprile, ha quindi chiesto a Vivendi di far sapere come e cosa intende fare entro 60 giorni, per arrivare comunque ad adeguarsi alle sue disposizioni entro 12 mesi. Nel suo comunicato del 21 aprile, Vivendi, in vista dell'assemblea di Telecom in calendario il 4 maggio, aveva "riaffermato il ruolo di azionista di lungo termine dell'operatore italiano di telecomunicazioni", nonche' la sua intenzione di voler "collaborare in modo stretto con il management e i collaboratori" della compagnia telefonica, "ma anche con il Governo italiano e gli enti regolatori per contribuire al successo e allo sviluppo di un grande gruppo italiano". Vivendi, inoltre, precisava di considerare "Telecom un elemento chiave per portare avanti l'ambizioso piano di diventare un leader mondiale nell'offerta di contenuti premium", cosi' come "e' ugualmente nell'interesse di Telecom di poter contare su un azionista di lungo termine". "Nel corso del 2016" - affermava nella nota de Puyfontaine - "Vivendi ha sostenuto il management di Telecom nel porre le basi e le condizioni necessarie a migliorare i risultati operativi e finanziari della societa' e continuera' a fornire il proprio sostegno, mettendo a disposizione le competenze e le risorse necessarie a sostenere la crescita dei margini e della redditivita', migliorando al tempo stesso la customer experience in tutti i segmenti". All'assemblea dei soci del 4 maggio Vivendi ha presentato per il rinnovo del cda di Telecom una lista di maggioranza, con al primo posto, quello tradizionalmente riservato al futuro presidente della societa', il nome dello stesso de Puyfontaine. Insomma, in vista dell'assemblea dei soci di Telecom, e alla luce del pronunciamento dell'Agcom, quasi un'indicazione su cosa intende fare Vivendi per sciogliere il nodo che si e' creato dopo il tentativo di scalata a Mediaset, iniziata dopo che e' saltato l'accordo per l'acquisto di Premium, la pay tv del 'Biscione'. Qualche certezza in piu', maggiore chiarezza sul futuro della campagna italiana di Vivendi, dovrebbero arrivare proprio dalle risposte che i vertici di Vivendi daranno ai soci nell'assemblea di domani.