Spettacoli
Morto Stefano D'Orazio, Pooh in lutto. "Perso un compagno di vita"
Morto Stefano D'Orazio - DAI THE KINGS AI POOH, LA SUA VITA MUSICALE
E' MORTO STEFANO D'ORAZIO DEI POOH
E' morto Stefano D'Orazio, uno dei pilastri dei Pooh. Batteria, voce e flauto traverso e anche uno degli autori dei testi, classe 1948. A dare l'annuncio della sua morte l'amico Bobo Craxi che su Twitter ha pubblicato una foto sorridente del musicista e la frase "Stefano amico mio. Suona e scrivi anche da lassù. Ciao!".
Morto Stefano D'Orazio. I Pooh: "Abbiamo perso un compagno di vita"
"STEFANO CI HA LASCIATO! Due ore fa... era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato... oggi pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando... poi, stasera, la terribile notizia". I Pooh - Roby, Red, Dodi, Riccardo -ricordano su Facebook l'amico e compagno di viaggio Stefano D'Orazio, scomparso oggi dopo aver combattuto a lungo una malattia. "Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre...".
DAI THE KINGS AI POOH, LA VITA MUSICALE DI STEFANO D'ORAZIO
Dai The Kings ai Pooh e oltre, è finita a 72 anni la vita in gran parte musicale di Stefano D'Orazio. La notizia è stata data sui social dall'amico Bobo Craxi e confermata sempre sui social da colleghi ed amici fino al commento comune degli altri componenti dei Pooh, "abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa". Alla musica e all'adorata batteria D'Orazio si era avvicinato negli anni del liceo, con il gruppo The Kings, prima band cui seguono, stessi componenti nuovo nome, The Sunshines. Con loro l'esordio da paroliere firmando 'Ballano male'. Per vivere di musica D'Orazio declina l'arte in ogni direzione, incrocia anche Carmelo Bene fornendo la colonna sonora del suo spettacolo "Osram", poi entra nel gruppo Italo e il suo complesso, che diventa in breve I naufraghi. Apre due 'Cantine Club' a Roma e lavora per la Rca, fa la comparsa a Cinecittà, comparendo in una decina di film tra cui diversi spaghetti western e una pellicola con Totò. Il suo peregrinare da un gruppo all'altro, complice la velocità con cui le formazioni si formavano e si trasformavano in quegli anni, si ferma nel 1971 quando entra nei Pooh sostituendo Valeri Negrini che da quel momento in avanti sarà solo autore dei testi, coinvolgendo via via anche D'Orazio in quest'altra faccia della musica. La storia dei successi dei Pooh e dei successi di D'orazio con i Pooh, che gli fanno tirare fuori anche la voce oltre alla musica e alle parole, si srotola fino al 30 settembre 2009 (era iniziata esattamente l'8 settembre 1971) quando lascia il gruppo dopo un tour di 38 date conclusosi a Milano. Nel 2015 rientrerà nel gruppo in occasione del cinquantennale, per il quale torna a scrivere (Tante storie fa, Le cose che vorrei, Ancora una canzone). Numerosi, fra le due fasi con i Pooh e dopo la seconda i progetti solisti, comprese diverse incursioni nel mondo del musical, fra le altre la stesura dei testi italiani del musical 'Mamma Mia' su richiesta degli Abba, 'Aladin' scritto da lui, 'Pinocchio' di cui scrive i testi, 'W Zorro', 'Cercasi Cenerentola'.
MORTO STEFANO D'ORAZIO. BOBO CRAXI, 'AVEVA SOFFERTO MOLTO NEGLI ULTIMI ANNI'
"Ho dato la notizia accidentalmente, ho scritto di getto. Stefano aveva sofferto molto negli ultimi anni, è stato poco bene, negli ultimi due o tre anni". Bobo Craxi, che nella tarda serata di ieri ha dato via social la notizia della morte Stefano D'Orazio, ha ricordato così l'amico ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format 'I Lunatici'. "Io lo conoscevo da trent'anni, ma negli ultimi venti ci siamo anche molto frequentati, nel periodo in cui lui ha un po' abbandonato la carriera artistica piena - ha aggiunto Craxi - Non rinnegava affatto la cosa di essere uno dei Pooh, ma aveva tentato anche una via diversa, sapendo che nell'arte è importante essere poliedrici. Amava molto scrivere, si ritirava a Pantelleria e scriveva. I Pooh sono stati e sono il gruppo musicale più conclamato e più amato per la loro verve. Stefano ha sofferto molto il distacco da quell'esperienza, ma ha maturato anche l'idea di essere un uomo capace di fare altro. Era il motore del gruppo, quando hanno ripreso a fare alcune cose un paio d'anni fa, ha accettato di farlo di buon grado. Doveva molto ai Pooh". "Io ho dato la notizia, pensando che fosse già pubblica, non mi sono neanche posto il problema in se. E' come se avessi scritto un messaggio in una bottiglia. Sono scosso perché quando è stato ricoverato si pensava che potesse reagire alle cure che gli avevano somministrato, ho sempre pensato che comunque alla fine era un uomo forte e giovanile. Aveva una grande capacità di aggredire i problemi - ha proseguito Craxi - era un uomo capace di risolvere i problemi, da questo punto di vista non era un artista, che spesso sono abbastanza stravaganti, era un uomo molto concreto. Aveva una romanità diversa, passatemi questo, non era fatalista. Aveva vissuto lungamente al nord, viveva a Bergamo, aveva applicato tutta una cultura manageriale alla sua professione, era una specie di perno nella compagnia. Stefano era ricoverato da qualche giorno, aveva problemi di salute". "L'ultima cosa che ha fatto Stefano è scrivere un testo molto bello quando accadde a Bergamo la tragedia che conosciamo legata al coronavirus. Aveva scritto un testo toccante, di speranza, che voleva rendere universale. Era molto contento di poter dare una mano, non gli sembrava di aver fatto una cosa retorica, si teneva sempre abbastanza lontano dalla retorica. In lui e nei Pooh c'è sempre stato un elemento di generosità. Amava i Pooh, amava questo gruppo, amava un rapporto durato quarant'anni. Era certamente un volto familiare per milioni d'italiani", ha concluso Craxi.