Spettacoli

Notte Fantasma, Clavenzani: "Recitare? La mia valvola di sfogo"

di Francesca Biasone

L'attore, 19 anni, ha ricevuto da pochi giorni il "Prix d'interprétation masculine" al Festival del Cinema di Les Arcs

Yothin Clavenzani, chi è l'attore co-protagonista del film "Notte Fantasma"

Giovane, appassionato, entusiasta. Yothin Clavenzani, classe 2003, è un attore romano di origini cambogiane che vuole fare la differenza. Dopo un piccolo ruolo che lo lega alla quinta stagione di Skam, la sua carriera sta decollando grazie ad un talento naturale per l'improvvisazione che lo ha portato a farsi notare dal regista Fulvio Risuleo, il quale lo ha scelto per la parte da co-protagonista nel suo terzo lungometraggio "Notte Fantasma", accanto all'attore Edoardo Pesce. Il film "Notte fantasma", presentato in concorso Orizzonti Extra alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e alla 20esima edizione di Alice nella Città, è un road move onirico e stralunato, in cui Clavenzani recita la parte di Tarek, un ragazzino che viene preso come ostaggio da un poliziotto in borghese tormentato e ambiguo, che lo porta in posti diversi nell'arco di un'agitata notte, facendogli vivere esperienze del tutto inaspettate.

Una passione, quella di Clavenzani, nata un po' per caso, per dare sfogo al proprio carattere impulsivo e fumantino, ma poi divenuta parte fondamentale della sua vita. Nell'intervista ad affaritaliani.it, l'attore racconta i suoi inizi recitativi, i sacrifici che comporta questo lavoro, con le sue bellezze e i suoi lati d'ombra, la significativa esperienza con Edoardo Pesce e i suoi progetti per il futuro.

L'intervista di affaritaliani.it all'attore Yothin Clavenzani

Quando hai fatto il tuo ingresso nel mondo della recitazione? Cosa rappresenta per te?

È una valvola di sfogo, contribuisce al mio benessere personale. Ho iniziato a interessarmi alla recitazione grazie ad un percorso intrapreso con la mia psicologa 5 anni fa, la quale mi ha consigliato di cimentarmi nella recitazione al fine di imparare a gestire ed esternare le mie emozioni. Quindi è nato tutto come una prova per riuscire a stare meglio con me stesso e con gli altri, e poi si è trasformato in un lavoro vero e proprio, in maniera casuale. Ho avuto l'immensa fortuna di conoscere Nicola Donno, ho iniziato con lui e mi sono trovato meravigliosamente: infatti, dopo soli 4 mesi, ho avuto la parte da co-protagonista in "Notte Fantasma" di Edoardo Pesce.

Sono appena tornato dal Festival del Cinema di Les Arcs, molto importante in Francia, in cui ho avuto l'onore di vincere il Prix d'interprétation masculine. Poco dopo aver ricevuto la notizia, non ancora metabolizzata, mi chiama il Direttore Artistico del Festival, Frédéric Boyer, dicendomi "Ti faccio i miei complimenti, hai vinto il premio come migliore attore, è stato un grande piacere conoscerti". Che emozione!

Frequenti un'accademia?

Frequento un corso di recitazione. Questo perché odio l'accademizzazione, le passioni devono essere lasciate libere, non devono essere vincolate da canoni predefiniti. Nicola mi dice "personalizza il più possibile", "improvvisa" ed è questo il bello. 

Quali sono i ricordi che ti legano a Skam?

Le persone con cui ho fatto più amicizia sono stati i runner, mi hanno messo completamente a mio agio. Sono stati tutti estremamente gentili con me, cosa che di solito non accade con chi ha semplicemente un ruolo da comparsa. Come esperienza, per me è stata sicuramente un level up.

Com'è stato lavorare con Edoardo Pesce in "Notte Fantasma"? C'era complicità?

Molta. Edoardo Pesce è una persona estremamente professionale ma fuori dagli schemi. Ci si diverte con lui, così come ci si arrabbia, e la scintilla è scoccata sin da subito. Fulvio Risuleo, il regista, lo ha capito durante il quarto provino, quello decisivo: ci ha chiesto di fare improvvisazione e abbiamo iniziato a scambiarci battute leggere e d'umore, come fossimo due amici di una vita al bar.

Quali consigli ti ha lasciato?

Una cosa che mi diceva sempre era "sii naturale, non aver paura di sbagliare" e questo mi ha fatto capire che sul set devi proporre te stesso e le tue sfumature, si deve dare tanto, il massimo, per poi sfoltire.  Mi ha aiutato anche tanto con la postura, cosa che non mi veniva per niente naturale: ho un portamento massiccio, ho praticato il rugby per diversi anni, ma il mio personaggio doveva essere sommesso e a disagio per la maggior parte del film.  Inoltre, avevamo preso l'abitudine di andare sul set 20 minuti prima dell'inizio delle prove e cenavamo insieme con cibo d'asporto, ci mettevamo in camerino e cercavamo di "rendere nostre" le battute.

Come hai reagito quando hai saputo di aver ottenuto la parte?

Ero in vacanza con la mia famiglia, è stata un'emozione senza pari. Leggere entusiasmo e soddisfazione negli occhi di mio padre non ha avuto prezzo. Non mi sarei mai aspettato di arrivare fin qui senza l'aiuto di nessuno, solo del mio maestro e del mio talento.

Raccontaci "Notte fantasma". Quali sono i temi?

Notte fantasma è un film noir che si svolge a Roma nell'arco di un'unica notte d'estate. Il regista è andato di persona a cercare i luoghi adatti per l'intreccio del film, in modo che fossero tutti riconoscibili dai romani. Il film parte con me che impersono un ragazzo di 17 anni e mezzo, il quale prima di incontrarsi con degli amici, viene beccato da un poliziotto con 5 grammi di sostanze stupefacenti. Il poliziotto mi fa salire in macchina e da lì ha inizio un'esperienza del tutto inaspettata, in cui scopriamo i lati opposti di noi stessi, quelli nascosti. Lo spettatore si immedesima in entrambi. Il tema principale è il potere: come una persona possa cambiare per esso, come si possa arrivare a non saperlo più gestire.

Come hai vissuto la presentazione del film a Venezia? Quali le tue impressioni?

Parto col dire che non amo particolarmente essere sotto i riflettori, quindi il disagio c'era non lo nego, poi era la prima volta che partecipavo a un evento del genere, bellissimo, divertente e molto stancante. I ritmi della giornata sono stati davvero frenetici: tra interviste, shooting e mille impegni non c'è neanche il tempo di rendersi conto che sei lì.

Com'è stato coniugare liceo e set e anche lavorare in agosto, mentre i tuoi compagni di scuola erano in vacanza?

È stato un sacrificio, una bella prova per me. Ho disdetto le vacanze, stavo attento a non ammalarmi, non potevo tagliare i capelli, neanche abbronzarmi. A settembre, invece, la mattina andavo a scuola e la sera mi dedicavo al lavoro: è stato davvero difficile, ma fortunatamente il mio liceo è stato in grado di capire la situazione e mi ha supportato e non è scontato. Ora che la scuola è finita, ho avuto un'offerta di lavoro nel campo delle PR, che mi piace molto, e volerò a Londra. Non vedo l'ora di vivere questa nuova esperienza.

Stai dicendo che la recitazione non è la tua unica passione. Come coniugherai tutto questo?

Porterò avanti entrambi i lavori. Questa decisione comporterà sicuramente un grande sforzo, dei sacrifici, ma voglio farcela per me stesso.

Quali sono i lati positivi e quelli negativi di questo lavoro?

Un aspetto positivo è sicuramente il conoscere un sacco di gente meravigliosa e diversa, approcciarsi a un mondo che non è come ci si può aspettare. Lo reputo un lavoro meraviglioso in quanto richiede semplicemente me stesso, non mi costringe a stare tutto il giorno in giacca e cravatta davanti a una scrivania a battere parole su parole. Ecco, sicuramente la varietà, la molteplicità di persone e di attività che si può svolgere è ciò che maggiormente amo di questo lavoro. Per quanto riguarda invece quelli che possono essere aspetti meno piacevoli, annovero l'ostilità dell'ambiente: c'è molta competizione, soprattutto tra noi giovani, e c'è sempre qualcuno pronto a giudicare o imputare qualcosa.