Spettacoli
Venezia 77, l'incredibile storia del furto del Goya dalla National Gallery
Un tassista di 60 anni di New Castle, nel 1961, rubò il ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya dalla National Gallery di Londra
Il regista Roger Michell, l'attore protagonista Jim Broadbent e il produttore Nicky Bentham hanno presentato oggi alla Mostra di Venezia il lungometraggio sul primo e unico furto nella storia della celebre galleria inglese.
Il protagonista Jim Broadbent si sente un moderno Robin Hood, ma non lo è affatto. Tratta male la moglie, dalla quale praticamente si fa mantenere anche perchè non riesce a mantenere nessun lavoro. Si crede un genio della scrittura, ma nessun editore lo degna di una minima considerazione. Unica nota positiva, che lo rende più umano di tanti scansafatiche, l’attivismo sociale per rendere gratuita la ricezione dei canali della BBC per i pensionati. Per trovare una notorietà che altrimenti sarebbe stato difficile raggiungere, il protagonista pensa bene di rubare il celebre ritratto del duca di Wellington di Francisco Goya alla National Gallery di Londra.
Il film racconta una storia vera, non molto conosciuta in Inghilterra anche se accaduta appena 60 anni fa. È una storia di idealismo radicale, di sogni diffcili da raggiungere per un uomo che certo non ha un passato glorioso, neppure tra le mura domestiche. In un certo senso è una storia di un Robin Hood, un uomo della classe operaia del nord Inghilterra, senza lavoro e senza neppure i soldi per pagare la bolletta della tv. Ma è certamente un personaggio avvincente, con grandi ideali di giustizia sociale. Sullo sfondo del film disoccupazione, inquinamento industriale, povertà ed emarginazione della lower class inglese. Un film quanto mai attuale per la Brexit, che sta facendo ripiombare l’Inghilterra nella retrocessione economica.