Spettacoli

Venezia 77, la favola moderna di Salvatore Ferragamo nel film di Guadagnino

ANDREA CIANFERONI

Presentato nella sezione Fuori Concorso, Salvatore Shoemaker of dreams racconta una vita fiabesca ed un sogno realizzato con successo dopo molte difficoltà

Il docufilm di Luca Guadagnino racconta la storia umana e imprenditoriale di Salvatore Ferragamo, dall'infanzia a Bonito (Campania), dove ha realizzato le sue prime scarpe, al viaggio negli Stati Uniti, alla ricerca di fortuna a Hollywood, al ritorno in Italia, al fallimento e la successiva rinascita, fino alla definitiva consacrazione.

Cos’è il genio? Cosa è il sogno? Come realizzare i propri desideri affrontando mille avversità? Lo racconta molto bene il docufilm realizzato dal pluripremiato regista Luca Guadagnino, una presenza ormai costante nella Mostra del Cinema di Venezia, festival nel quale l’autore di The Protagonists (1999), Melissa P.  (2005), Io sono l'amore (2009) e A Bigger Splash (2015) ha presentato gran parte dei suoi lavori. Nel 2017 ha diretto l'acclamato film Chiamami col tuo nome, candidato a tre Golden Globe, quattro Premi BAFTA e quattro Premi Oscar.  Ma il docufilm sulla figura fiabesca di Salvatore Ferragamo ha appassionato fin da subito il regista, perché gli ricorda molto la sua storia, partita da una piccola cittadina della Sicilia per raggiungere la fama ed il successo del cinema mondiale. E con Salvatore Ferragamo, Guadagnino ha molto da condividere, a partire dal legame con il mondo del cinema. E’ probabilmente, anzi sicuramente grazie alle prime committenze di scarpe, realizzate per gli attori e le attrici di Hollywood, che salvatore Ferragamo entra in un circuito internazionale che lo fa passare da un semplice calzolaio, anche se molto bravo, ad uno degli uomini più introdotti del nascente star system americano, di cui diventa uno dei maggiori referenti e da cui carpisce i segreti per fare quel lancio di qualità che nel giro di pochi anni lo renderanno  un  grande imprenditore di successo. Le star hollywodiane si affidano a lui, infatti, per realizzare scarpe di grande eleganza, ma soprattutto di grande comodità. Per realizzarle Ferragamo si mette addirittura  a studiare anatomia, per scoprire tutti i segreti del piede.  

Salvatore Shoemaker of dreams, che sarà distribuito in Italia da Lucky Red di Andrea Occhipinti, si dipana dagli anni dell’infanzia a Bonito, piccolo paese della Campania, dove Salvatore realizza alcuni modelli di scarpe per la prima comunione della sorella, all’apprendistato nelle botteghe di Napoli, al viaggio negli Stati Uniti intrapreso in nave in terza classe, per lui impensabile da fare a causa delle pessime condizioni igieniche del luogo, tanto da fare un cambio con la classe più cara e rimanere fin da subito quasi senza soldi prima ancora di sbarcare a New York, fino al ritorno in Italia, a Firenze, la città che lui sceglie perché capisce che nel capoluogo toscano troverà quelle professionalità negli artigiani, oltre alle materie prime come la pelle, che gli consentiranno di realizzare delle calzature che si distinguono da tutte le altre. Salvatore Shoemaker of dreams, scritto da Dana Thomas, con la voce narrante di Michael Stuhlbarg, prodotto da Francesco Melzi d'Eril e Gabriele Moratti per Memo Film, mostra il fascino di una figura unica della moda italiana, un vero e proprio pioniere del Made in Italy che crede nella manualità degli artigiani e nel prodotto di qualità, anche attraverso la voce narrante di Michael Stuhlbarg, e le testimonianze di Martin Scorsese, della costumista Deborah Nadoolman Landis e numerosi docenti, stilisti, giornalisti, critici di moda. Ma anche attraverso le testimonianze di Ferruccio Ferragamo, il maggiore dei sei figli di Salvatore e della moglie Wanda, di Giovanna Gentile Ferragamo, di Leonardo Ferragamo, della compianta Fiamma Ferragamo di San Giuliano (con filmati d’archivio) e del figlio Diego Paternò Castello di San Giuliano, di Massimo Ferragamo, delle nipoti Martina e Maria Sole Ferragamo, figlie di Leonardo, e dei nipoti Visconti, figli dell’altra sorella recentemente scomparsa, Fulvia Ferragamo Visconti.

Nelle didascalie delle interviste filmate da Luca Guadagnino compaiono i cognomi delle più importanti casate nobiliari italiane, quasi tutti nipoti del calzolaio delle dive, perché la policy della famiglia Ferragamo è sempre stata quella di raggiungere il massimo che si potesse avere dalla vita, proprio come aveva fatto Salvatore raggiungendo successo e ricchezza. Una ricchezza mai ostentata, che si sposava con quella sobrietà ed eleganza tipica fiorentina che trovava il suo apice nella grande villa sulle colline di Fiesole, dove la famiglia di ritirava dopo le giornate lavorative passate nell’imponente palazzo Spini Feroni di via Tornabuoni a Firenze, che fu acquistato da Salvatore Ferragamo negli anni Trenta dopo grandi sacrifici e duro lavoro, avendo superato anche un fallimento a causa della depressione americana del 1929. Il docufilm riesce a catturare l’attenzione del pubblico anche grazie a filmati privati in cui si evince la grande spontaneità e l’affetto che avvolgeva tutta la famiglia, che trascorreva l’estate nella casa di famiglia in Versilia e al Bagno Rosina di Marina di Pietrasanta, che è possibile riconoscere in rari filmati di fine anni 50, ma anche grazie alla voce dello stesso Ferragamo in un audio originale, che accompagna parte delle due ore di film in cui si vede Santa Barbara, Hollywood e gran parte dello star system hollywoodiano degli anni 20 e 30. Sullo sfondo di tutto ciò una grande armonia familiare, una tenacia e una volontà nel perseguire gli obiettivi prefissati da parte di tutta la famiglia Ferragamo, una vera e propria royal family della moda che ancora oggi, nonostante le grandi difficoltà e competitività del settore fashion, e la suddivisione delle quote societarie tra figli, nipoti e bisnipoti del fondatore,  è ancora alla guida di un gruppo internazionale del lusso made in Italy che ha la sua base principale a Firenze.