Spettacoli

X Factor, Manuel Agnelli: “L’Italia reagisce alla crisi sociale.E la musica.."

Giordano Brega

X Factor 2016, Manuel Agnelli fa il suo esordio in giuria e si racconta ai microfoni di Affari

Manuel Agnelli fa il suo esordio nella giuria di X Factor 2016 e si racconta ai microfoni di Affari: la musica alternativa, il rock and roll "svuotato dei suoi significati primari" l’Italia in crisi che sta reagendo ("mi sta emozionando", non come il "Paese finto" degli anni '80) e poi…

ECCO L’INTERVISTA

C’è spazio per la musica alternativa a X Factor e in genere nel panorama musicale italiano?
“Musica alternativa è un termine che vuol dire tante cose. Non esiste più un’alternativa sociale come la intendevamo negli anni ’70 e per una parte degli anni ’80. Se c’è - e se esiste - si tratta di piccole isole e persone che valgono tantissimo, ma non sono realtà sociali. Rappresentare la musica alternativa ora vuol dire rappresentare un genere musicale. In questo senso dico che… sì c’è spazio. Aggiungo però una cosa…”

Prego..
“Se mi stai dicendo che musicalmente, all’interno di un panorama underground, non ci sono situazioni che possono avere forza popolare, io al contrario ti posso citare 200 nomi, tra i quali gli U2 degli inizi, o i Cure. E i Nine Inch Nails, che hanno fatto singoli capaci di vendere milioni e milioni di copie in tutto il mondo. Magari meno in Italia. Ma proprio per questo ci dobbiamo arrivare anche noi”

Hai citato gli U2. Ma in questo campo quali sono le novità attuali. Chi è in grado di trasmettere qualcosa?
“Non ci sono i nuovi U2. Ci sono persone che hanno lo stesso tipo di successo, forse anche di più. Ma non hanno lo stesso tipo di retroterra e di spessore musicale. E se penso agli U2 degli inizi, non hanno neppure lo stesso tipo di spessore sociale. Penso a quando il rock and roll rappresentava ancora il megafono di un certo tipo di situazione sociale, mentre oggi il rock and roll è moda. Si fa sempre più fatica a rappresentare le cose, anche per colpa di chi in questo momento il mondo del rock and roll lo sta vivendo così: svuotato dai suoi significati primari e riempito da tutta la parte estetica. Come i suoni di chitarra, i posti dove andare ad ascoltare musica, i club da frequentare e quelli da non frequentare, le cose da dire e quelle da non dire… Oggi è un ambiente molto asfittico, c’è bisogno di scompaginare le carte e di farlo in maniera molto profonda”.

Se devi raccontare quest’Italia in crisi con la tua musica, come la descrivi?
“Come un’Italia molto dinamica, che mi sta emozionando. Io ero ragazzino negli anni ’70 e ragazzo negli ’80. Quello era un Paese finto, molto più viziato. Purtroppo questo portò danni incalcolabili, alla nostra società prima e alla nostra cultura poi. Quest’Italia in crisi invece non ha più la possibilità di raccontarsi fandonie o palle. E sta cercando cose vere, forti. Culturalmente sta reagendo, ci sono un sacco di piccole situazioni… Non parlo della musica alternativa, ma penso ai teatri occupati, ai centri sociali. Parlo anche delle associazioni culturali che sono tantissime. Come quelle di quartiere. Tutte situazioni che stanno reagendo a questo abbruttimento. E vedo tanti ragazzi che non hanno prospettiva per il futuro, ma che stanno con i piedi per terra: sono molto agguerriti e sono molto meno iper-protetti dei 40-45enni viziati di oggi”

CLICCA QUI PER LA VIDEO INTERVISTA INTEGRALE A MANUEL AGNELLI

FEDEZ AD AFFARI: "CHE FEELING CON MANUEL AGNELLI E ALVARO SOLER"

X FACTOR 2016, UNA GIURIA RIVOLUZIONARIA E... ECCO TUTTE LE NOVITA' DEL TALENT SHOW DI SKY E TV8