Esteri

‘Il fumo non è mai progresso’ c'è un’America che difende il clima

Daniele Rosa

I democratici ‘sposano’ di restare nell’Accordo di Parigi e sperano nelle elezioni.

’Sono stato eletto per rappresentare i cittadini di Pittsburgh e non quelli di Parigi’ disse nel 2017 Trump annunciando il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi.

 

Sicuramente una frase ad effetto che però fece pure capire a molti americani le criticità di una presa di posizione di questo genere. Infatti non era e non è difficile comprendere che i gas serra, in quanto tali, non hanno obbligo di passaporto alla frontiera di alcun paese, godono di libera circolazione.

 

Curiosamente, dopo due anni da quell’annuncio alla Conferenza per il Clima di Madrid (COP25), iniziata due giorni fa, era presente il sindaco Bill Peduto, sindaco democratico di una cittadina di oltre 300000 abitanti vicina a Pittsburgh in rappresentanza del movimento americano ‘We are still in’, noi siamo ancora dentro, nato per appoggiare la difesa mondiale del clima di una parte degli americani ( buona parte democratici) contro il diktat del tycoon.

I democratici Usa vicini all'Accordo di Parigi

Di questo Movimento se ne è parlato poco ma il Gruppo Usa impegnato sul clima a Madrid è ora costituito da oltre 4000 organizzazioni e istituzioni USA.

E’ un movimento di ‘resistenza’ dove figurano più di 500 città, dislocate in 25 stati e oltre 2000 imprese e gruppi di investitori.

 

Insieme rappresentano quasi il 70% del Pil americano, la metà delle emissioni del paese e il 65% della popolazione.

 

 

Il Movimento ‘We are still’ costituito di fatto dai Democratici è nato subito dopo l’annuncio di Trump due anni fa ed ora ha una dimensione e un peso notevole.

 

 

Con questo impegno è stato stimato che le emissioni americane potranno calare nel 2025 del 19% rispetto al 2005 e del 25% nel 2030.

I democratici si augurano che, dopo le elezioni, si potrà forse avere un nuovo accordo fra le Camere e il nuovo Presidente così che gli sforzi di riduzione delle emissioni possano arrivare alla sorprendente riduzione del 50% sempre nel 2030.

I democratici Usa vicini all'Accordo di Parigi

Ovviamente la connotazione politica, oltre che ambientalista del Movimento, induce i partecipanti a sperare che un democratico possa venire eletto presidente.

In questo caso, visto che gli Usa materialmente dovrebbero uscire dall’Accordo di Parigi dal novembre 2020, si potrebbe forse pensare ad una marcia indietro.

 

Ed è per questo che ‘We are still in’ era presente a Madrid con una grande delegazione guidata da Nancy Pelosi con partecipazioni importanti come quella del aspirante candidato alla prossima presidenza Michael Bloomberg, l’ex vicepresidente Al Gore e l’ex segretario di stato John Kerry.

 

Tutti insieme al grido’ Noi siamo ancora dentro’ e in attesa e nella speranza, per loro, che l’America a novembre si svegli democratica.