Esteri

Bergoglio, ultimo sovrano di uno Stato teocratico che non ascolta il dissenso

Di Giuseppe Vatinno

Nell’anniversario della scomparsa torna a Roma Padre Georg, il braccio destro di Ratzinger e ricominciano le polemiche

Padre Georg torna a Roma e celebra Papa Benedetto XVI

Nell’anniversario della scomparsa di Papa Benedetto XVI torna a Roma Padre Georg Gänswein dove ha celebrato una messa mattutina. La sua presenza a Roma pone un problema a Papa Francesco che lo ha esiliato nella Foresta Nera nel luglio scorso dopo un anno di tira e molla che ha visto il prelato ex segretario di Papa Ratzinger contrapporsi a Bergoglio. Ne abbiamo parlato qui: Ma dietro la vicenda personale e umana di Padre Georg ce ne è una ben più complessa che riguarda il magistero petrino e cioè la contrapposizione tra progressisti e conservatori che agita la Chiesa cattolica.

Si pensi ad esempio al faccia a faccia che ha visto contrapposti solo qualche giorno fa Francesco e il cardinale Raymond Leo Burke, l’ultraconservatore americano a cui Jorge Mario Bergoglio ha tolto vitto (circa 5.000 euro al mese) e alloggio (la casa) per le sue opinioni dottrinali.

In questo quadro complesso torna quindi a Roma Padre Georg che ha dichiarato: «Più passa il tempo, e più il magistero di Benedetto XVI diventa forte, ne sono convinto”. Non esattamente un ramoscello d’ulivo. Una messa aperta anche al pubblico che questa mattina alle 8 ha visto il ritorno dell’arcivescovo tedesco a San Pietro. Riguardo alla funzione aveva dichiarato ieri in una intervista al Corriere della Sera:

«Presiederò la Messa per ricordare papa Benedetto. Sono stato suo segretario, ho vissuto con lui venticinque anni, sono molto grato e ancora sofferente. Spero non si voglia interpretare in modo diverso o manipolare questa occasione».

Padre Georg aveva iniziato la sua contrapposizione al Papa proprio all’inizio dello scorso anno, dopo la pubblicazione del libro “Nient’altro che la verità” che aveva fatto molto scalpore per le accuse che l’ex segretario aveva rivolto a Papa Francesco che, dal canto suo, non l’aveva affatto presa bene. Gänswein è stato infatti rimandato nella sua diocesi in Germania senza incarico e quindi ancora spera che Bergoglio gli dia qualcosa, ad esempio una cattedra universitaria che però presenta problemi:

“In Germania il limite di età è 65 anni e io ne ho compiuti 67. Sono senza incarichi e senza lavoro, e questo è brutto...”. E quindi prosegue nella sua politica di alternare professione di sottomissione al Vaticano che improvvisi calci negli stinchi al Santo Padre, reclamando una sistemazione adeguata al suo rango. Di questa celebrazione Georg dice: “Presiederò la Messa per ricordare papa Benedetto. Sono stato suo segretario, ho vissuto con lui venticinque anni, sono molto grato e ancora sofferente. Spero non si voglia interpretare in modo diverso o manipolare questa occasione”.

E poi riporta che numerosi inviti gli sono stati ritirati dopo che su la Rete si parlava di riunioni “anti-Francesco”. La Chiesa di Roma è scossa da grandi contraddizioni e la guida di Bergoglio ha spesso più confuso il suo gregge che guidarlo con mano sicura.

La posizione di Francesco sui temi essenziali della nostra società come l’apertura alle coppie omosessuali, il celibato dei preti, la sacralità del ministero petrino è ambigua e spesso oscillante. Del resto la fine fatta da Padre Georg e dal cardinale Burke induce i contestatori a più miti consigli. Ma fino a quando Francesco potrà governare la sua Chiesa come l’ultimo sovrano di una Stato teocratico che non ascolta il dissenso?