Esteri

La versione della Cina sullo Xinjiang in due documentari

Lo Xinjiang, regione nord occidentale della Cina, è da tempo al centro di inchieste, report e anche di una sfida geopolitica che vede coinvolti in prima linea Washington e Pechino. In particolare dopo che negli scorsi giorni la Camera degli Stati Uniti ha approvato nella notte un disegno di legge che prevede "sanzioni mirate" per le autorità cinesi definite responsabili di "detenzione arbitraria, tortura e molestie" ai danni dei musulmani uiguri. Lo Uighur Human Rights Policy Act 2019, che deve comunque ancora ricevere l'approvazione del Senato Usa, accusa la Cina di "discriminare sistematicamente" gli uiguri "negando loro una serie di diritti civili e politici, comprese le libertà di espressione, religione, movimento e un processo equo".

La Cina, da parte sua, ha reagito duramente parlando di "menzogne" e sostenendo che il disegno di legge americano scredita i suoi sforzi nella lotta al terrorismo e interferisce "gravemente" negli affari interni del Paese. 

Negli scorsi giorni la China Global Television Network (CGTN) ha mandato in onda due documentari, "Fighting Terrorism in Xinjiang" e "The Black Hand - ETIM and Terrorism in Xinjiang" che rappresentano la versione di Pechino sulle violenze che negli anni si sono verificate nello Xinjiang. I documentari, che hanno una voce fuori campo e sottotitoli in inglese, difendono il “programma di rieducazione" messo in atto nella regione come risposta alla minaccia terroristica.