Esteri

Commissione Ue, Berlino spinge per l'Ursula bis. "Trombato" Mario Draghi?

L'ex premier ha detto di no alla candidatura per la guida della Nato e punta all'Ue. Ma Scholz ha deciso di sostenere von der Leyen nonostante sia della Cdu

La Germania spinge per il von der Leyen bis, beffa per Draghi che ha detto no alla Nato?

Mario Draghi rischia di rimanere appiedato. Se è vero che l'ex premier ha rifiutato l'ipotesi di diventare segretario generale della Nato, o quantomeno che l'Italia proponesse ufficialmente la sua candidatura, forse è per le ambizioni in sede europea. Ambizioni che rischiano però di essere mal riposte. La Germania vorrebbe infatti spingere la sua Ursula von der Leyen a un secondo mandato alla guida della Commissione europea. 

Con l'aumentare delle speculazioni in vista delle elezioni europee del 2024, secondo Politico Berlino si sta convincendo che avere una tedesca come von der Leyen a Bruxelles sia molto utile, anche se Ursula proviene dalla CDU, il partito di Angela Merkel e dunque il grande escluso dalla coalizione semaforo alla guida della Germania sotto la gestione del cancelliere Olaf Scholz.

In ogni caso, meglio avere una sponda politica tedesca che non averla, il ragionamento della cancelleria. E ovviamente l'appoggio della Germania è fondamentale per la permanenza di von der Leyen al potere. Prima di poter continuare il suo regno, è necessario che l'attuale governo la nomini rappresentante del Paese presso la Commissione europea. Inoltre, essendo il Paese più grande dell'Ue, la Germania ha sempre un peso significativo su chi ottiene i posti di comando a Bruxelles.

Per ora, Scholz e il suo governo di centrosinistra probabilmente non si impegneranno formalmente sul bis di von der Leyen. Ma secondo le voci riportate da Politico, tutti i segnali indicano che il governo alla fine la sosterrà - a meno che dalle elezioni non emerga in qualche modo un'opzione realistica di centro-sinistra. D'altronde, come ex ministro della Difesa tedesco, von der Leyen conosce bene le sensibilità e le priorità della politica tedesca. E questo è un vantaggio per il governo tedesco, proprio in un momento come quello attuale tra guerra in Ucraina e il timore della possibile apertura di un secondo fronte orientale.