Esteri

Coronavirus, Trump sfida la Cina sull'Italia. Promessi aiuti per 100 milioni

Lorenzo Lamperti

Telefonata tra il presidente degli Stati Uniti e Giuseppe Conte. Washington vuole rimettere l'Italia sull'asse atlantico dopo gli aiuti di Cina e Russia

Gli Stati Uniti entrano in partita. "Noi aiutiamo l'Italia senza megafono", ha detto negli scorsi giorni l'ambasciatore americano in Italia, Lewis Eisenberg. Stavolta però Washington ha deciso di parlare ad alta voce e direttamente per bocca del suo presidente. Donald Trump ha promesso aiuti per cento milioni di dollari all'Italia nella lotta contro l'emergenza coronavirus. In arrivo ci sono prodotti sanitari tra cui i nuovi kit per i test veloci prodotti dalla Abbott.

L'annuncio è arrivato durante la conferenza sul Covid-19 alla Casa Bianca e dopo una telefonata tra lo stesso Trump e Giuseppe Conte, definito come "molto felice" dal presidente Usa. Lo stesso premier italiano aveva dato per primo la notizia del colloquio: "Conversazione lunga e amichevole con il presidente Usa Donald Trump", aveva scritto in un precedente tweet Conte. "Molto grato per la solidarietà e il sostegno degli amici americani. Continuiamo a lavorare insieme per vincere questa difficile sfida".

Si tratta di una svolta nella "diplomazia delle mascherine" che si sta trasformando in una sfida geopolitica e di soft power a livello globale. La Cina, che per prima sembra (almeno in parte) essere uscita dalla crisi pandemica, è stata anche la prima a cambiare ruolo e proporsi come "salvatrice" globale. Grazie all'immensa produzione di materiale sanitario si è mossa tempestivamente per aiutare i paesi in difficoltà, iniziando dall'Italia (per quanto riguarda l'Europa) per poi coinvolgere nella sua nuova "Via della Seta sanitaria" la maggior parte dei paesi del Vecchio Continente.

Sono arrivati (e arriveranno) in Italia milioni di mascherine, tute protettive, kit e ventilatori polmonari, tra donazioni ed export. Più diversi team di medici. Un attivismo, quello di Pechino, che ha dato un'accelerata ai rapporti diplomatici con l'Italia grazie a un'azione politica ma anche privata, con il coinvolgimento e la solidarietà di decine di amministrazioni locali, aziende e privati cittadini, comprese le comunità cinesi che vivono in Italia. Il presidente cinese Xi Jinping ha parlato sia con Conte sia con Mattarella nelle scorse settimane.

Allo stesso modo si è mossa anche la Russia, dopo una telefonata tra Conte e Vladimir Putin. Da Mosca sono arrivati diversi aiuti, comprese unità militari che stanno dando una mano sul campo, anche nella zona dell'epicentro dell'emergenza, Bergamo. 

La solidarietà di Cina (soprattutto) e Russia può essere capitalizzata per aumentare il proprio soft power in Italia e in Europa. E si è aperto il dibattito sugli aiuti sanitari di Pechino e Mosca. In Italia il Pd ha accusato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio di ringraziare troppo la Cina e troppo poco gli altri. Il presidente francese Emmanuel Macron ha rivendicato in un'intervista gli aiuti che anche la Francia sta mandando all'Italia, mentre la Germania ha ospitato alcuni malati della Lombardia. Pechino, nel frattempo, ha invitato l'Europa a non "politicizzare" i timori sulla qualità delle forniture mediche ricevute contro il Covid-19, chiedendo di avere "un approccio obiettivo per risolvere i problemi". La linea è sempre quella, parafrasando un editoriale degli scorsi giorni del Global Times (tabloid di Pechino vicino al governo) rivolto soprattutto agli Stati Uniti: "Sì alla cooperazione globale, mettete da parte la geopolitica".

Anche gli Stati Uniti si erano mossi, per esempio impegnando il proprio personale militare in Italia per la costruzione dell'ospedale di campo a Cremona. Ma dopo la telefonata della scorsa settimana di Mike Pompeo a Di Maio, hanno deciso anche loro di imbracciare il megafono e metterlo direttamente in mano a Trump. L'obiettivo è quello di non lasciare (troppo) campo libero a Cina e Russia, mettendo a rischio il già vacillante posizionamento dell'Italia, divenuta una delle preoccupazioni "europee" principale degli Usa dopo l'adesione alla Belt and Road. Nonostante il colloquio Trump-Xi, la sfida rimane sempre aperta. Anche sugli aiuti sanitari.