Esteri

Coronavirus.Strano ma vero in Usa molte Chiese considerate servizi essenziali

di Daniele Rosa

In 17 Stati i templi e le sinagoghe possono rimanere aperte.

La Louisiana, con quasi 20000 casi e 755 contagi è il settimo Stato americano, dopo la Pennsylvania per numero di casi e il quarto in termini di morti.

Orbene in Louisiana  ha fatto scalpore l’arresto a fine marzo di Tony Spell, pastore della chiesa Life Tabernacle per violazione della legge del Governatore dello Stato che impedisce riunioni con più di dieci persone.

Domenica scorsa il pastore, irresponsabilmente, ha chiamato ugualmente a raccolta i suoi fedeli che sono accorsi a centinaia. Di fronte alle televisioni Spell ha candidamente dichiarato che’ i miei fedeli preferiscono venire ad adorare da persone libere che vivere da prigionieri a casa loro’.E l’avvocato del pastore considera la misura una violazione dell’Emendamento che difende la libertà di culto.

Coronavirus. In molti Stati  americani le chiese  e i templi sono aperti

Negli Stati Uniti ben 17 Stati hanno considerato la libertà di culto come un servizio essenziale ( con qualche eccezione) e quindi le Chiese sono aperte.

Il Governatore della Florida, uno tra gli otto Stati dove si puo’ organizzare servizi religiosi, è stato fortemente criticato non solo per questa scelta ma anche per un’altra riguardante le spiagge. Le ha mantenute aperte, tutto marzo, per permettere agli studenti  di festeggiare lo ‘spring break’, le vacanze di primavera.

E tra i servizi di culto non ci sono solo le chiese cattoliche, ma altre tra cui le potenti sinagoghe.

Ron De Santis, numero uno della Florida ( ad oggi nono Stato con 17500 contagi e 419 vittime)

ha inserito nell’ordinanza l’esclusione delle interazioni personali essenziali e i servizi religiosi rientrano tra queste’ non sono convinto che il Governo Federale possa fare questo ed io non lo faro’. A Pasqua i fedeli devono poter accedere  alle chiese’.

Molti pastori, probabilmente interessati più alla salute economica dei loro bilanci che alla salute dei propri fedeli, hanno mandato messaggi in rete in cui affermano che la ‘Chiesa negli Stati Uniti è sotto un attacco estremo’.

Coronavirus.In molti Stati americani le chiese e i templi sono aperti.

E’ anche vero che il capo in testa del Paese, Donald Trump,una decina di giorni fa nel consueto briefing ai giornalisti alla Casa Bianca aveva detto che ‘gli sarebbe piaciuto aprire il Paese a Pasqua e tornare alla normalità in concomitanza di una delle feste cristiane più importanti, è diverso guardare una funzione su uno schermo che non dal vivo però vi prometto che avremo in futuro tante Pasque da celebrare insieme’.

Una via di mezzo tra i servizi on line e la presenza in Chiesa è la funzione celebrata con altoparlanti che diffondono il rito in spazi grandi dove i fedeli possono ascoltare senza stare ravvicinati. Una via di mezzo che potrebbe risolvere il problema della violazione di legge e del diritto al credo religioso.

L’ Alleanza della Difesa della Libertà, organizzazione cristiana in Mississippi, tramite gli avvocati, ha sostenuto che non ha senso vietare le funzioni quando si tengono aperti cinema e supermercati.

Basta che si rispetti la ‘social distancing’ e ci si lavi le mani’.

Anche il Texas sembra chiudere un occhio all’emergenza e con un machiavellico compromesso ha confermato che si possono celebrare riti religiosi ma mantenendo la distanza di sicurezza e lavandosi le mani.

La California, quarto Stato con 21000 contagiati e 584 morti e con una popolazione doppia di New York( 40 milioni di abitanti) non permette i culti in chiesa anche se qualcuno, rischiando solo 500 dollari di arresto, li organizza ugualmente. In fondo ai Pastori  americani , molto spesso non mancano i fondi.

Insomma sicuramente un po’ di confusione e contraddizioni che non dovrebbero esserci. Anche perché il Coronavirus negli Stati Uniti non guarda in faccia a nessuno e non conosce tregua. Ad oggi  oltre 503000 casi con 18695 morti.