Esteri
Etiopia, bombardata la fabbrica Mesfin Engineering nella regione del Tigray
L’aviazione di Addis Abeba sta attaccando le fabbriche di munizioni e di materiale bellico del capoluogo tigrino
In effetti, quasi contemporaneamente ai servizi delle televisioni locali amhara che testimoniano l’orrore dell’attacco Tplf contro numerosissimi obiettivi civili, il presidente Biden, comunica che “gli Stati Uniti sono determinati a spingere per una soluzione pacifica”, perché il conflitto nel nord dell’Etiopia è una tragedia che mette a rischio la stessa unità del Paese. Quindi informa di aver firmato un nuovo regime di sanzioni per prendere di mira i responsabili del conflitto, l’Etiopia e i suoi alleati, tra i quali l’Eritrea.
Nel frattempo le immagini che scorrono nei video in rete e nelle Tv amhara mostrano la distruzione di chiese, ospedali, ambulatori, case. Le persone intervistate piangono, raccontano la paura e la sofferenza, l’ingiustizia di una vita interrotta dagli attacchi delle forze ribelli, la “junta”, come li chiamano, cioè il Tplf che ha iniziato la guerra e che non teme sanzioni.
I civili scappano da Kobo, dopo l’attacco dei combattenti. La Bbc, nei campi profughi di Dessie, intervista persone disperate che raccontano quanto è successo. La commissione etiope per i diritti umani (EHRC) dichiara il proprio allarme per gli attacchi contro i civili, per i saccheggi e la distruzioni delle infrastrutture.
Ethiopia Observer descrive il dramma di moltissime donne che non possono più partorire assistite per la mancanza di ambulatori, per la pericolosità di restare nei luoghi sotto attacco. Secondo le stime del Ministero della Sanità ogni mese nella zona nord di Wollo partoriscono circa seimila donne, che non potranno più farlo in sicurezza. Ma queste storie e i moltissimi dati disponibili restano nelle pagine della cronaca locale, non entrano nei rapporti internazionali.
Nelle aree della regione controllate dal Tplf sono state distrutte 2.903 scuole, frequentate da un milione e mezzo di studenti. Cinquecentomila è il numero degli sfollati in costante aggiornamento. Dati questi che si sommano al massacro di Mai Kadra nel quale hanno perso la vita duemila civili uccisi dal Tdf, o ai morti, oltre duecento di Chinna, a nord di Gondar.