Francia, bufera sul presidente Macron. Privilegi e protezione al 'bodyguard'
È la crisi politica più grave che il presidente Macron affronta da quando è arrivato all'Eliseo. Uno dei suoi più vicini consiglieri, Alexandre Benalla, 26 anni, ieri è stato posto in custodia cautelare e licenziato dopo avere picchiato un manifestante, il 1° maggio, fingendosi un poliziotto. Ma perché ci sono voluti quasi tre mesi per prendere provvedimenti seri?
Questo sembra l’aspetto più grave: il governo e l’Eliseo conoscevano i fatti sin dal 2 maggio, e li hanno taciuti all’autorità giudiziaria e ai francesi, mentre da ore su internet circolava il video del pestaggio. Benalla oggi sarebbe ancora al suo posto, nella cerchia ristretta degli intimi del presidente e della moglie Brigitte, se tre giorni fa Le Monde non lo avesse riconosciuto come l’autore delle violenze.
Perché Benalla è stato protetto? Le rivelazioni - si legge sul Corriere della Sera - sui suoi privilegi mettono in seria difficoltà Macron, che rifiuta di esprimersi sulla vicenda mentre i deputati chiedono una commissione d’inchiesta e il ministro dell’Interno Gérard Collomb è chiamato a spiegarsi martedì prossimo davanti al Senato.
Il ruolo di Benalla all’Eliseo è poco trasparente: incaricato di una missione sulla sicurezza presso il capo di gabinetto François-Xavier Lauch, il primo maggio ha agito da poliziotto (violento) senza averne alcun titolo. Il portavoce del presidente, Bruno Roger-Petit, ha dichiarato che nei confronti di Benalla era stata presa nei mesi scorsi «la sanzione più grave prevista», ovvero due settimane di sospensione. Ma ieri per gli stessi fatti Benalla è stato fermato, e non su segnalazione dell’Eliseo ma di Le Monde.
Dopo le violenze del Primo maggio, Alexandre Benalla ha comunque ottenuto dall’Eliseo un appartamento di funzione sull’elegante quai Branly, conservato la macchina con autista, sirena e simboli della polizia (usurpati), il grado di tenente colonnello dei riservisti della gendarmeria (carriera folgorante per un 26enne) ed è rimasto a fianco del presidente nelle occasioni più importanti: dall’ingresso di Simone Veil al Pantheon alla parata del 14 luglio al ritorno a Parigi dei Campioni del Mondo di calcio, quando si trovava con Mbappé e Griezmann sul pullman che ha attraversato gli Champs Élysées.
Benalla accompagna il presidente in bicicletta d’estate al Touquet e d’inverno scia con i Macron a La Mongie, nonostante altri siano ufficialmente assegnati al compito di protezione del presidente. Il sospetto è che si sia formato all’Eliseo un gruppo parallelo di pochissimi uomini abituati a fare servizio d’ordine — tra loro anche un compagno di Benalla che ha partecipato al pestaggio, Vincent Crase — che hanno la totale fiducia del capo dello Stato.
Chiamato «Rambo» per la durezza degli interventi e la tendenza a perdere la pazienza, Benalla ha ottenuto da tre agenti di polizia le registrazioni delle videocamere di sorveglianza, poche ore dopo le rivelazioni di Le Monde, e «per questi fatti intervenuti dopo è stato licenziato», dice il premier Philippe. L’opposizione non dibatte sulla riforma costituzionale finché il governo non avrà dato spiegazioni, Wauquiez (destra) e Le Pen pretendono che Macron rompa il suo silenzio mentre Mélenchon (sinistra radicale) parla di «crisi al vertice dello Stato» ed evoca le dimissioni del ministro Collomb.