Esteri
Franco Frattini dice che l'Italia deve sostenere Haftar amato dai francesi
Franco Frattini era il ministro degli Esteri quando la Nato fece fuori Gheddafi
Franco Frattini, Presidente della Sioi (Società italiana per l’organizzazione internazionale) e già Ministro degli Esteri di Berlusconi dal 2002 al 2004 e poi ancora dal 2008 al 2011 ha poche ore fa spiazzato tutti dai microfoni di “L’Italia s’è desta” di Radio Cusano affermando:
“Per quello che riguarda la situazione di oggi c’è stato un errore, anche dell’Italia, di capire troppo tardi che Haftar è un interlocutore con cui bisognava fare i conti dall’inizio. Avremmo dovuto considerarlo un interlocutore al pari di Sarraj. I francesi, a modo loro, hanno detto che sono loro gli interlocutori di Haftar, ma questo può diventare un boomerang perché se Haftar fa una strage in Libia diventerebbe un grande problema per la Francia davanti alla Comunità internazionale. Manca quello che c’era nel 2010, un gruppo di contatto tra Italia, Francia, Usa e Paesi Arabi per monitorare la situazione e confrontarsi”.
Frattini -è bene ricordarlo- insieme a Berlusconi, diede l’assenso all’attacco Nato che portò nel 2011 non solo alla destituzione di Gheddafi, ma anche alla sua uccisione. A parte i dubbi sulla legalità internazionale di quella vicenda resta il fatto che dopo la defenestrazione del leader libico la Libia è caduta sotto la piaga della guerra civile che ancor oggi si trascina.
La gestione da parte di Frattini delle cosiddette “primavere arabe”, come del resto quella di tutti i Paesi occidentali, è stata disastrosa ed ha posto le basi per una duratura destabilizzazione di tutto il bacino del mediterraneo che poi è effettivamente avvenuta e di cui l’Europa ancora paga le conseguenze.
Come è noto, l’Italia appoggia invece Sarraj, il cui governo con sede a Tripoli è riconosciuto a livello internazionale e quindi è assai singolare che Frattini vada contro corrente schierandosi proprio con i francesi che sostengono Haftar e il governo di Tobruk. I francesi tutto fanno tranne gli interessi dell’Italia.
Ed in questo caso i nostri interessi sono rilevanti: il gas e il problema dei migranti che potrebbero ricominciare a partire per le nostre coste.
Ogni apertura alla Francia è sospetta e quelle di un ex ministro degli Esteri che ancora è una voce ascoltata a livello internazionale lo è ancora di più.