Germania elezioni: un tedesco su 5 è un estremista. 18 milioni anti-Ue
Boom di estrema destra ed estrema sinistra. Germania, l'altra faccia delle elezioni
Gli ultimi sondaggi sulle elezioni federali tedesche del 24 settembre parlano chiaro: Martin Schulz non ha alcuna chance di diventare Cancelliere. Angela Merkel resta saldamente al comando sfiorando il 40% dei consensi rispetto a un misero 22-23% dell'Spd. L'unica incognita è se i cristiano-democratici avranno i numeri per governare con i liberali dell'Fdp, dati in netta crescita poco sotto il 10%, oppure se si avrà di nuovo la Grande Coalizione con i social-democratici (ovviamente con la Merkel Cancelliera).
Ma c'è un dato che in pochi finora hanno sottolineato ed è il boom delle due ali estreme. Sommando i dati della destra anti-Ue, Alternative für Deutschland, e quelli della sinistra post-comunista, Die Linke, si potrebbe superare ampiamente il 20%. In sostanza un tedesco su 5 vota un partito estremista. Afd e Die Linke, ovviamente agli antipoti della politica in Germania, hanno però dei punti in comune. Primo fra tutti la forte critica a questa Unione europea, soprattutto dal punto di vista finanziario, e al sistema che regola l'Euro.
Non solo, se si osserva il voto (stando ai sondaggi) dei cinque Land orientali più Berlino, quelli dell'ex DDR, la somma di Afd e Die Linke arriva in molti casi intorno al 35% se non addirittura al 40% come nel caso della Turingia (Die Linke 22% e Afd 18%). La destra tedesca un anno fa aveva conosciuto il suo massimo storico sull'onda della Brexit raggiungendo perfino il 15%. Poi, a causa anche di divisioni e liti interne, era crollata fino al 5%. Ora, più si avvicina l'apertura delle urne più la sua politica alternativa e di contrapposizione al governo federale su immigrazione ed Euro sta portando i frutti sperati.
Die Linke, che già è al governo in alcuni Land dell'Est compresa la capitale, è formata in gran parte dalla Pds, ovvero la formazione politica nata a cavallo tra il 1989 e il 1990 sulle ceneri della Sed, il partito unico comunista della DDR. A parte la minoranza della Kommunistische Plattform, circa il 10% del partito, la Linke non chiede il ritorno al socialismo reale e ha fatto un'ampia autocritica sulla Stasi e sulla vita ai tempi del Muro, ma è evidente che le sue posizioni politiche sono fortemente critiche nei confronti della globalizzazione e di questo sistema capitalista e finanziario europeo che ha nella Germania della Merkel il cuore e la testa.
In definitiva si può affermare che c'è una Germania, soprattutto all'Est (e non a caso l'Ostalgie per la DDR è ancora forte, segno che la Riunificazione non è ancora compiuta al 100%), ben diversa da quella della Merkel e del rigore del ministro Schäuble e del presidente della Bundesbank Weidmann. Un tedesco su cinque, ovvero circa 18 milioni di persone, vota contro la Germania di oggi e contro questa Unione europea dell'asse Berlino-Parigi e dei sorrisi Merkel-Macron. Un dato che dà molto fastidio e che tanto in Germania quanto nel resto del Vecchio Continente in molti cercano di nascondere perché imbarazzante dal punto di vista sociale, politico e storico.