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Esteri
Germania, Merkel verso le dimissioni. Il rumor choc


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


Non ci sono più dubbi su quello che sta accadendo in Germania. Ormai siamo di fronte al declino di Angela Merkel. L'ultimo sondaggio realizzato da Forsch’gr. Wahlen il 15 gennaio vede la Cdu-Csu della Cancelliera in netto calo al 37% (il 22 settembre del 2013 aveva ottenuto il 41,5%). E certo non va meglio ai social-democratici dell'Spd, partener di governo della Merkel nella Grande Coalizione di Berlino, precipitati al 24% (meno 1,7%). Nella Repubblica Federale Tedesca stiamo assistendo a uno spostamento dell'elettorato verso destra. Alternative fuer Deutschland per la prima volta supera il 10% (è all'11 secondo l'ultima rilevazione) ed è la terza forza politica della Germania. AfD punta chiaramente a ridiscutere i trattati europei introducendo un euro forte per le economie del Nord Europa e una debole per i paesi del Mediterraneo (Italia compresa). Resistono al 10% i Verdi mentre la sinistra radicale della Linke (modello Syriza) scende all'8%. Ma è soprattutto il tema dei migranti a spingere le formazioni tedesche di destra. Pegida, il movimento anti-Islam, sta raccogliendo sempre nuovi simpatizzanti. E anche AfD chiede il superamento del Trattato di Schengen (e non solo la temporanea sospensione come deciso dalla Cancelliera).  I tragici fatti di Colonia, e di tante altre città tedesche, hanno impresso un netto cambiamento nell'opinione pubblica.

La Merkel ha così dovuto inseguire l'onda e passare da 'Madre Angela di Berlino' (soprannome datole per l'accoglienza ai profughi) a Cancelliera di ferro, varando in fretta e furia misure rigide per l'espulsione dei migranti che commettono reati. Decisione che non ha comunque sortito alcun risultato nei sondaggi. La Grande Coalizione di Berlino è sempre più spaccata con i bavaresi della Csu che chiedono il pugno di ferro e la sinistra dell'Spd che non vuole inseguire le destre. La Merkel è in mezzo e in balia degli eventi. L'impressione è che la politica tedesca sia a un passo dall'implosione. L'unico dato che ancora consente alla Germania di non "esplodere" è la crescita economica positiva, con una disoccupazione ai minimi dalla Riunificazione. Ma anche su questo fronte, in realtà, ci sono molte ombre. I nuovi posti di lavoro, specie all'Est, sono quasi tutti precari e a tempo determinato. Una mina sulla poltrona della Cancelliera, che - stando ad alcune indiscrezioni che circolano a Berlino - potrebbe anche decidere di dimettersi (come le ha caldamente consigliato il New York Times) qualora la situazione dell'ordine pubblico e del controllo dell'immigrazione non migliorasse. Se poi anche l'economia dovesse tornare a peggiorare il terremoto politico a Berlino sarebbe davvero vicinissimo.

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