Esteri
Gli 'euroayatollah' fanno solo crescere il voto di destra
Premessa: per quel che vale, se fossi stato un elettore tedesco, avrei votato per i liberali di Fdp. Detto questo, trovo due volte surreale la demonizzazione di AfD. Ha ragione il mio amico Federico Punzi: i mainstream-media, non accontentandosi di definirli "estrema destra" o "neonazi", si sono dovuti inventare il neologismo "ultradestra", per rendere la narrazione ancora più inquietante.
E così, più o meno a reti unificate, avete assistito a servizi televisivi in cui il linguaggio era regolarmente a tinte fosche: "si allunga l'ombra dell'ultradestra", "c'è il pericolo dell'ingresso in parlamento dei neonazisti", e via con il climax della paura.
In realtà, era tutto abbastanza scontato, in base a un minimo di elementare e razionale analisi politica. Se i due partitoni danno vita per anni e anni all'abbraccio della grande coalizione, è scontato che si aprano praterie a destra e a sinistra. E se il fenomeno migratorio è mal gestito, è fatale che diventi un tema elettorale rovente. Tutto da manuale.
Ma adottiamo per un momento il punto di vista politically-correct. Diamo cioè per acquisito che ci sia un pericolo nazista ormai evidente.
Bene. Si potrà almeno osservare che in Inghilterra, dove c'è stata Brexit e dove i Conservatori hanno fatto il loro mestiere liberale, opponendosi nettamente alla sinistra, la destra più dura (Ukip) è stata prosciugata? Al contrario, qui in Europa continentale, dove gli euroayatollah imperversano nei governi, in tv e sui giornali, l'effetto è stato quello di far crescere il voto di destra più dura.
Riflessione da fare, per chi sia intellettualmente onesto.