Esteri
Guerra Russia-Ucraina, Draghi da Biden per seguire una linea suicida
"Historia magistra vitae" (Cicerone, De Oratore)
Guerra Russia Ucraina, Draghi non dovrebbe riferire in Parlamento quello cha ha detto a Biden. Dovrebbe concordare col Parlamento una posizione e poi riferirla a Biden
La domanda è così complessa, impegnativa e di interesse esistenziale sia per l'individuo che per il destino umano che, credo, sia difficile trovare chi non si sia mai pronunciato a proposito. Cosa c'insegna veramente, stando alle tantissime affermazioni storiche, questa presunta Maestra, sulla tragedia in corso, inaspettata sembrerebbe per tutti, tranne che per Lavrov, che non a caso definimmo intelligentissimo?
Ministro degli esteri da ben 22 anni, con tanta esperienza, è ovvio che valutasse, con occhio clinico, alla prima frase, livello ed esperienza, del "collega" Giggino, una delle nostre vergogne nazionali, inamovibile come Speranza, per non far cadere il peggior governo possibile, fatto a immagine e somiglianza del suo realizzatore, l'amatissimo presidente dei politici, ma non nostro, popolo, che se l'avessimo conosciuto, non l'avremmo mai votato.
Lavrov nel 2018 rilasciava interviste in cui diceva chiaramente, senza i fumi di quasi tutti i nostri politici, "Se volete la pace, non fateci la guerra. La pacificazione in Ucraina, passa dalla soluzione della questione Donbass" (fonte, Panorama, maggio 2018). Inaspettata, la guerra, sarà stata per i politici catapultati dai giochi casuali del loro mondo, a doversi schierare in fretta e furia dalla parte per loro più conveniente, ma non conveniente per la nazione, per la ragionevolezza della soluzione.
La ragionevolezza avrebbe fatto pendere certe decisioni vitali anche per noi (soprattutto quelle relative a gas e petrolio) verso la "non precipitazione". Ottimo, coraggioso e responsabile verso i propri concittadini, l'esempio di chi, come il disprezzato Orban, s'è opposto all'embargo e di chi, come Petkov, primo ministro della Bulgaria, ne ha rinviato di mesi l'applicazione.
Invito chi storce il naso e condanna queste parole, essendo in cuor suo d'accordo con Draghi e Cazzola (che vuole vedere Putin a testa in giù) ad andare in provincia di Treviso a vedere gl'impianti del gasdotto che ci porta il gas dalla Russia o anche solo a visionare i documenti fotografici: solo in un mondo di irresponsabili, succede che, come accadde nel 2014 (già ho più volte ricordato l'interruzione di lavori "mega-ultra-iper-faraonici" iniziati nel 2012 e abortiti dopo due anni, per un cambio di governo in Bulgaria, che stracciava gli accordi sottoscritti dal governo precedente) e come accade ora sotto la spinta di Biden, che strilla all'Europa di rinunciare al gas russo e arriva a dettare legge anche smentendo l'ultima apertura di Zelensky, disposto a cedere la Crimea!
Deve vincere la guerra contro Putin, per essere rieletto o per far eleggere un altro miliardario democratico, con la sua benedizione. E allora, limitandoci agli impianti di Treviso, affrettiamoci a gettare all'aria fior di miliardi e anni di lavori. Tanto, con altre tasse, si ricostruirà tutto e si potranno aumentare le spese con i nuovi fornitori.
A Whatever it takes, frase fortuna di Draghi, andrebbe aggiunto in questa occasione in cui il coniatore l'ha tradotta immediatamente in fatti, "but not humanity's death!" Questo vorrebbe dire essere traditori e collaborazionisti con il pazzo aggressore Putin? No, vorrebbe dire avere i piedi per terra e considerare che la linea di Biden è una linea suicida: i paesi della Nato che lo seguirebbero sulla linea Draghi (Whatever it takes) sono solo un settimo degli 8 miliardi della popolazione mondiale!