Esteri

Giorgia Meloni, l'abito bianco e la toccatina al Papa

Di Paolo Diodati

Per garantire la massima probabilità di pace, bisogna prepararsi perennemente alla guerra

Dopo la Prima guerra mondiale vi fu un fiorire di piani, di progetti, di proposte, per evitare altre guerre. Mio nonno fece una collezione di queste opere sognatrici. Risultato: la Seconda Guerra mondiale, col progresso delle armi si annunciava più cruenta della precedente. So di operai che, per non andare al fronte, si procurarono danni diventando invalidi, pur di non partire. Uno, Settimio Giorni di Anghiari (Ar) si fece cadere un'incudine su un piede, azzoppandosi. Furono considerati vigliacchi, perché, allora come oggi, progressisti e conservatori docent, le controversie internazionali, apparentemente insanabili si risolvono... all'antica.  

Per cui, per garantire la massima probabilità di pace, bisogna prepararsi perennemente, alla guerra. Per prepararsi al meglio alla guerra, si deve, come stanno dicendo i sardi in questi giorni, giocare alla guerra, per esempio, sparando alle montagne. 

Sono fuori dal coro negli apprezzamenti su Fuori dal Coro e del servizio "La Sardegna insorge contro la Nato". Due estremi della scala sociale (i militari provenienti da sette nazioni, pagati benissimo per giocare alla guerra potrebbero guardarsi in faccia in questi giorni, con i poveracci locali che dicono, giustissimamente, che una famiglia non può vivere con mille euro al mese. Ma non lo faranno. E alla Meloni non interessano questi piccoli problemi. Lei ha da consolare e aiutare il tragi-clown, malato di narcisismo.

Gli isolani lamentano l'ingente danno ambientale causato da bombe di ogni tipo. Sbalorditi nel vedere scendere dalle navi carri armati, aerei, bombe, ecc… sottintendono che se la Meloni non avesse fatto come Mussolini (entrare in guerra a fianco dell'apparente sicuro vincitore) ma avesse rifiutato la guerra, loro potrebbero guadagnare qualcosina in più e senza avere il danno ambientale.

Avevamo e avremmo tanti gravi motivi per una dignitosa e giustificata uscita dalla Nato, per i disastri combinati dalla fine dell'ultimo conflitto. Poteva bastare anche solo il pazzesco comportamento di Sarkozy, nel partire in quarta a bombardare Gheddafi, per non restituirgli 50 milioni di dollari avuti per la sua campagna elettorale, pure persa. Almeno Obama, ammette "la guerra a Gheddafi fu il mio più grande errore”. Ma gli altri tutti zitti di fronte a un errore storico di incalcolabile gravità.