Esteri
Guerra Ucraina, pressing Ue sulla Cina. E a Putin non basta Xi per vendere gas
Pechino promette "pressioni" su Mosca per fermare il conflitto: non vuole compromettere i 472 miliardi di export verso l'Europa
Vertice Ue-Cina: Bruxelles chiede l'impegno di Pechino per fermare la guerra in Ucraina
L'Unione europea si aspetta "un impegno attivo" della Cina per porre fine alla guerra in Ucraina perché ormai "l'equidistanza non è sufficiente". Le parole della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al termine del ventitreesimo vertice Ue-Cina, alzano l'asticella dell'ambizione di Bruxelles nei confronti del partner commerciale asiatico, che finora si è chiamato fuori dall'intervento bellico di Mosca senza però prendere le distanze o condannare le azioni degli alleati russi. I colloqui in videoconferenza di venerdì sono cominciati nella riunione con il primo ministro cinese, Li Keqiang, per poi proseguire nel pomeriggio con lo scambio con il presidente Xi Jinping. A rappresentare l'Ue, assieme a von der Leyen, c'erano il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e l'Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell.
Ue: "L'equidistanza sulla guerra non basta". Cina: "Politica europea indipendente dagli Usa, basta guerra fredda"
L'intero vertice è durato circa tre ore e il conflitto nell'Europa orientale è stato il filo rosso che unito le conversazioni tra i leader sui temi economici, della sicurezza internazionale e della cooperazione tra l'Ue e la Cina. "Resteremo vigili su qualsiasi tentativo di aiutare la Russia finanziariamente o militarmente", e' stato l'avvertimento di Michel nella conferenza stampa finale dei due presidenti europei. "Qualsiasi tentativo di aggirare le sanzioni o fornire aiuti alla Russia prolungherebbe la guerra", ha aggiunto Michel che ha poi ribadito la richiesta a Pechino affinché "aiuti a porre fine alla guerra in Ucraina". Xi Jinping, nel corso dell'incontro, ha invece auspicato che l'Unione europea sviluppi "una politica indipendente" verso la Cina e collabori con Pechino per lo sviluppo delle relazioni a lungo termine.
Ue-Cina, Xi non vuole compromettere 472 miliardi di euro di export
"La Cina si oppone a una guerra fredda o calda, alla divisione in blocchi e a scelte di parte nella guerra in Ucraina", è stato il messaggio del primo ministro cinese, Li Keqiang, nel suo intervento indirizzato alle controparti europee. Nel corso del vertice, hanno riferito fonti Ue, i cinesi avrebbero però garantito che "giocheranno il loro ruolo" nei confronti della Russia nel complicato scenario ucraino. In particolare, i rappresentanti del governo di Pechino si sarebbero mostrati molto sensibili al tema delle relazioni economiche con l'Ue, un 'tesoro' che per la Cina vale 472 miliardi di euro in esportazioni di beni, mentre per l'Ue 'solo' 223 miliardi, secondo i dati commerciali del 2021. Uno scambio totale da quasi 2 miliardi di euro al giorno che nessuno dei due big del commercio mondiale vuole compromettere, ma che l'Ue ha usato come strumento di pressione sul governo cinese nella speranza di convincere Pechino non solo a restare fuori dal conflitto, ma anche ad impegnarsi per risolverlo.
Guerra Ucraina, alla Russia non basta la Cina per esportare gas
Intanto anche Vladimir Putin fa i conti. Nessuno può fare a meno di tutto il gas russo. Ma come spiega il Messaggero "è anche vero il contrario. Il secondo produttore di gas al mondo destina al Vecchio continente circa il 70% delle sue esportazioni di metano. Una quantità industriale, 155 miliardi di metri cubi, che vale circa un miliardo di euro di risorse fresche per le casse di Mosca. E, ad oggi, non esiste proprio un rubinetto di pari portata che Putin possa facilmente aprire se decide di chiudere quelli verso l'Europa. Non esiste nemmeno verso la popolosa e promettente Cina, senz'altro un obiettivo di diversificazione di lungo termine per Putin".
Continua il Messaggero: "Ci vorrebbero decenni per creare le infrastrutture necessarie. Ecco perché non regge più di tanto nè il ricatto sui pagamenti in rubli all'Ue, né le argomentazioni di chi teme che imporre agli importatori, Gazprom compresa, un tetto europeo ai prezzi, può dirottare il gas altrove.Dunque non c'è dubbio che fermare oggi il flusso di gas verso l'Europa avrebbe per Mosca un effetto boomerang". Conclude il Messaggero: "Anche mettendo in conto un'espansione del Power of Siberia e una nuova connessione negli Altai attraverso la regione del Xinjiang - tutti progetti sulla carta - nella migliore delle ipotesi si può arrivare a un incremento complessivo dell'import di 100 miliardi di metri cubi annui. Siamo ancora lontani dai 155 offerti oggi da Putin all'Europa. Inutile anche pensare a intrecci fantasiosi: le forniture verso l'Ue e quelle verso la Cina provengono da giacimenti diversi, lontani tra loro e non collegati. Servirebbero massicci investimenti per connetterli. Uno sforzo che Mosca non si può permettere. Lo può fare la Cina. Ma serve tempo. Decenni".
Leggi anche:
" Perrino a Ore14: "Relazione preside-studente? È solo un problema deontologico”
Ucraina, scaffali sempre più vuoti nei supermercati in Italia: che cosa manca
Decreto Ucraina, Dessì: "L'aumento delle spese militari ci sarà, M5S complice"
I "televirologi" in politica: a Padova sfida tra Viola, Crisanti Jr e Palù
Guerra Ucraina, Abramovich dopo Putin? Il ruolo segreto del patron del Chelsea
Zarra, professione ambasciatrice: "Scommettere sulle donne è un dovere"
Ucraina, Zelensky: "Da negoziati solo parole, non ci fidiamo". E nel Donbass.. VIDEO
Digital Platforms: tecnologie e cybersecurity a supporto della società
Banca Ifis: lo sport in Italia vale 96 miliardi di euro. 3,6% del PIL
Banca Ifis, al via l'Osservatorio sullo Sport System italiano