Esteri
Fondazione Italia Cina celebra i 50 anni di relazioni bilaterali.Senza Di Maio
Interventi istituzionali di Mario Boselli e degli ambasciatori Luca Ferrari e Li Junhua. Il ministro degli Esteri invece non partecipa per altri impegni
I festeggiamenti dovevano essere molto diversi. Il 2020, che segna il cinquantesimo anniversario dell'avvio delle relazioni diplomatiche tra Italia e Repubblica Popolare Cinese, era stato designato come Anno della Cultura e del Turismo Italia Cina. Poi il Covid-19 ha cambiato tutto e l'appuntamento, come anticipato dall'Ambasciatore italiano a Pechino Luca Ferrari in un'intervista ad Affaritaliani di qualche mese fa, è stato rinviato al 2022.
La Fondazione Italia, in collaborazione con la Camera di Commercio Italo Cinese, ha voluto comunque celebrare la ricorrenza, organizzando per giovedì 22 ottobre il convegno "Italia e Cina: 50 anni di relazioni e collaborazione” che ha approfondito alcune tematiche specifiche nell’ambito delle relazioni bilaterali tra Italia e Cina.
Il convegno è stato diviso in diverse sessioni con gli interventi di rappresentanti delle istituzioni italiane, europee e cinesi, così come interventi dal mondo imprenditoriale, focalizzati sulle relazioni Italia-Cina ed Europa-Cina. Nel primo panel, quello degli interventi istituzionali, sono intervenuti Mario Boselli (presidente Fondazione Italia Cina), Luca Ferrari (ambasciatore italiano a Pechino), Li Junhua (ambasciatore cinese a Roma) e Pier Luigi Streparava (presidente della Camera di Commercio Italo Cinese).
Tra di loro doveva esserci anche Luigi Di Maio, ma il ministro degli Esteri non è intervenuto nonostante fosse presente nell'elenco di coloro che avrebbero preso la parola. Dal ministero spiegano che Di Maio era impegnato a Roma per motivi di governo e per appuntamenti internazionali. Il ministro ha infatti partecipato in videoconferenza alla XVI Riunione Ministeriale del "Dialogo 5+5" sul tema "Together for collective security and partnership in the Western Mediterranean" con i Ministri degli Esteri di Tunisia, Malta, Algeria, Spagna, Francia, Libia, Marocco, Mauritania, Portogallo, nonché l'Alto Rappresentante dell'Unione Europea e le principali organizzazioni regionali coinvolte: Fondazione Anna Lindh, Unione per il Mediterraneo, Unione del Maghreb Arabo e Assemblea Parlamentare del Mediterraneo.
Resta comunque il fatto che per il governo italiano non è semplice, di recente, parlare di Cina. E lo stesso Di Maio, come abbiamo scritto (per ultimo) in occasione della visita di Mike Pompeo a Roma, sembra essere protagonista di una svolta atlantista, o quantomeno di una parziale frenata sul fronte cinese (per esempio sul tema del 5G), probabilmente obbligata e magari solo formale.
Eppure, la "Cina rappresenta per noi in questo momento un approdo sicuro", ha sottolineato l'ambasciatore Luca Ferrari durante il convegno, presentando le cifre di un interscambio commerciale che si attesa sugli otto miliardi di euro per i primi otto mesi dell'anno, nonostante la pandemia. "Il mercato cinese speggo compensa le perdite in Europa", spiega Ferrari, che sottolinea come il governo italiano sostenga il rapporto commerciale nell'ambito del patto sull'export voluto dallo stesso Di Maio. L'ambasciatore ha inoltre sottolineato la necessità di "prepararsi" alla riapertura post Covid del flusso turistico cinese, presumibilmente tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022, quando tra l'altro si terranno le Olimpiadi invernali a Pechino. La fiamma olimpica, come ricordato da Ferrari, passerà poi all'Italia per il 2026. "Abbiamo di fronte a noi grandissime opportunità da cogliere", ha detto l'ambasciatore.
BOSELLI, 'CINA GRANDE PROTAGONISTA DELLA RIPRESA POST COVID'
Prima di Ferrari aveva parlato Mario Boselli. "L'esperienza della pandemia ci ha messo di fronte a molte domande ma allo stesso tempo ci ha offerto anche alcune certezze. Una di queste è che la Cina è già e sarà ancora di più uno dei grandi protagonisti della ripresa post Covid-19: lo dimostra la velocità con cui il Paese ha riaperto le sue attività e punta a dare nuovo slancio ai consumi", ha detto il presidente della Fondazione Italia Cina, al convegno online in occasione dei cinquant'anni dalla nascita della Camera di Commercio Italo Cinese. "Come avviene da alcuni anni infatti -ha continuato Boselli- quanto accade in Cina ha effetti immediati e profondi anche sugli altri Paesi e possiamo essere sicuri, o almeno questa è la speranza, che la ripartenza cinese sarà ben presto seguita da una ripartenza a livello mondiale". Boselli ha sottolineato che "abbiamo bisogno di essere pronti per quanto accadrà nell'immediato futuro, per quelle iniziative e quegli eventi di grande rilievo che ci permetteranno di ritornare a interagire sempre meglio con un mercato così promettente".
In questo senso "ritengo fondamentale rilanciare un rapporto diretto e continuativo con le pmi, le imprese e i soggetti che operano nei mercati internazionali e nell'asse delle relazioni Italia Cina: attingere dalle loro esperienze, ascoltare le loro richieste ed interpretare le difficoltà incontrate può fornire un bene intangibile per definire una linea strategica di intervento a livello di Sistema Italia, così come una base oggettiva per intraprendere un dialogo costruttivo tra i governi di entrambi i Paesi", ha aggiunto Boselli.
CINA: BOSELLI, 'SUPERARE DIFFIDENZE SANITARIE, ECONOMICHE O RELIGIOSE, STRADA E' DIALOGO'
"In un momento storico in cui gli attriti sembrano prevalere, dobbiamo riuscire a incontrarci a metà strada, superando le diffidenze contingenti, siano esse sanitarie, economiche o religiose. Il dialogo deve essere la base per costruire quella 'win-win cooperation' tanto ambita nel campo economico e commerciale". Lo ha detto Mario Boselli, presidente della Fondazione Italia Cina, al convegno online in occasione dei cinquant'anni dall'avvio delle relazioni diplomatiche fra Italia e Cina. "A un risultato del genere -ha continuato- non si arriverà in fretta: dopo che avremo superato questo complesso passaggio, che ha visto non solo ogni singolo Paese impegnato a lottare all'interno dei suoi confini contro un nemico invisibile e mortale ma anche contrasti a livello internazionale provocati da puro interesse o da imminenti scadenze elettorali, bisognerà lavorare per aggiustare questa frammentata unità".
ITALIA CINA: AMBASCIATORE LI, 'COOPERARE SU GREEN ECONOMY, SALUTE E INFRASTRUTTURE'
"Dobbiamo continuare a fare leva sui vantaggi dei rispettivi punti di forza a livello commerciale e innalzare a tutto campo il livello della collaborazione. La Belt & Road Initiative fornisce una nuova piattaforma per avviare la cooperazione economica bilaterale. Insieme possiamo promuovere la cooperazione in settori come la green economy, l'economia militare, la salute, la medicina, la tutela ambientale e le infrastrutture". Lo ha detto LI Junhua, ambasciatore cinese in Italia, al convegno online in occasione dei cinquant'anni dall'avvio delle relazioni diplomatiche fra Italia e Cina. "Dobbiamo rafforzare il matching fra i nostri piani di sviluppo, utilizzare al meglio la commissione economica mista fra Italia e Cina e il dialogo fra ministri delle Finanze di Italia e e Cina", ha continuato. "Abbiamo unito le forze nel fermare la prima ondata del Covid-19. Ora l'Italia si sta impegnando al massimo per affrontare la seconda ondata della pandemia e la Cina sta lavorando per accelerare la ripresa della produzione e dell'economia". Per l'ambasciatore cinese "l'Italia è una delle mete turistiche che attrae più turisti cinesi. Lo scorso anno sono stati più di 3,3 milioni di cinesi a venire in viaggio in Italia. Il sentimento di amicizia fra i nostri cittadini è sempre più palpabile. Italia e Cina sono diventate sinonimo di integrazione culturale e scambio di esperienze".
Negli altri panel si sono confrontati numerosi esperti di Cina, tra cui Marco Chirullo (vice-capo dell'Unità Estremo Oriente della Commissione europea), Massimo Bagnasco (vice presidente della Camera di Commercio europea), con la moderazione affidata a Marco Marazzi (partner Baker McKenzie).