Esteri
L'Europa torna sovranista con Jansa. Schiaffo a Biden, incognita post Merkel
La presidenza di turno della Slovenia può sconvolgere la politica comunitaria. Alla guida del semestre un fido alleato di Orban e fan di Trump
"Imporre immaginari valori europei potrebbe portare al collasso dell'Unione europea". Non lo ha detto un outsider o qualcuno che non l'Ue non ci ha nulla a che fare, ma il neo presidente di turno del Consiglio europeo. Già, l'iper sovranista Janez Jansa, primo ministro sloveno, ha preso possesso del ruolo lo scorso 1° luglio e lo manterrà fino al prossimo 31 dicembre. Non proprio il momento ideale, per avere un piccolo Viktor Orban alla guida del Vecchio Continente, ma tant'è.
L'Europa diventa sovranista, proprio quando arriva Biden e se ne va Merkel
Jansa, che è fidato amico del vero Orban, è anche un fan sfegatato di Donald Trump. Proprio ora, che Joe Biden con il reente G7 di Cornovaglia e la visita a Bruxelles ha rilanciato la partnership tra i due storici alleati delle due sponde dell'Atlantico, dopo i lunghi anni di latitanza (se non ostilità) del tycoon newyorkese. E, ancora, proprio ora che Angela Merkel (la vera equilibratrice della politica europea degli ultimi lustri) si appresta a ritirarsi dopo le elezioni in Germania del prossimo settembre.
Jansa si schiera con Orban sulla legge contro i Lgbtqia+
Proprio ora, tocca a Jansa, che potrebbe ridare voce ai sovranisti dei vari paesi europei, proprio quando Biden cercava di rilanciare il multilateralismo perduto. I primi segnali non sono stati esattamente confortanti, con jansa che si muove in senso opposto della Commissione europea di Ursula von der Leyen. In particolare schierandosi a fianco dell'Ungheria dopo l'imposizione della legge per impedire la rappresentazione di persone Lgbtqia+ nei contenuti destinati ai minori.
Il semestre di Jansa spinge i sovranisti europei, da Le Pen a Salvini e Meloni
Una legge criticata da tutte le istituzioni europee e dalla maggior parte dei leader europei, ma non da Jansa, che parla invece di un'imposizione di punti di vista estranei da parte dei Paesi occidentali. Musica per le orecchie di Orban e non solo, anche per gli italiani Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che nei giorni scorsi hanno firmato la cosiddetta "carta dei valori" dei sovranisti europei insieme ad altri partiti dei vari paesi membri, tra cui i belgi del Vlaams Belang, il Pis polacco, il Fpoe austriaco e il Rassemblement national di Marine Le Pen.