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Trump: "Dal 9 aprile i dazi contro la Cina saliranno al 104%". L'annuncio choc dalla Casa Bianca

Dazi, continua lo scontro Cina-Usa. Il retroscena sulla trattativa tra Musk e il tycoon per bloccare le nuove tariffe

di Redazione Esteri

Da domani i dazi contro la Cina saliranno al 104%. Lo annuncia la Casa Bianca

Da domani i dazi contro la Cina saliranno al 104%. Lo annuncia la Casa Bianca. A inizio mese Trump ha imposto dazi del 34% contro Pechino, più il 25% di tariffe già in vigore, e ieri aveva avvertito che da domani, 9 aprile, ne avrebbe imposti altri al 50% se la Cina non avesse ritirato le sue misure ritorsive. - "Quasi 70 Paesi ci hanno contattato per iniziare negoziati sui dazi": lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. 

Dazi, il premier cinese: "Dagli Usa prepotenza economica" 

Gli Stati Uniti hanno annunciato "l'abuso di dazi su tutti i loro partner commerciali, tra cui Cina ed Europa, con varie scuse. Si tratta di un tipico atto di unilateralismo, protezionismo e di prepotenza economica". E' il duro attacco del Premier cinese Li Qiang, il primo esplicito e pubblico da parte della leadership mandarina, contro le politiche di Donald Trump. Nella telefonata con la presidente del Consiglio Ue Ursula von der Leyen, Li ha assicurato che Pechino dispone "di sufficienti strumenti di politica di riserva per tutelarsi del tutto da influenze esterne avverse", nel resoconto diffuso in serata dalla diplomazia cinese. 

"Le misure risolute adottate dalla Cina mirano non solo a salvaguardare la propria sovranità, la propria sicurezza e i propri interessi di sviluppo, ma anche a tutelare regole del commercio internazionale, equità e giustizia su scala internazionale", ha aggiunto Li, riferendosi alle misure di ritorsione mandarine, tra cui i contro dazi, duramente criticati da Trump.

"Nessun Paese può sopravvivere da solo. Non c'è via d'uscita al protezionismo se non con apertura e cooperazione. Cina ed Europa sono a favore di globalizzazione economica e liberalizzazione del commercio e convinti difensori e sostenitori del Wto", ha proseguito Li, insistendo su affidabilità e responsabilità del Dragone. Per questo, le parti "dovrebbero rafforzare la comunicazione e il coordinamento, ampliare l'apertura reciproca, salvaguardare congiuntamente il libero e aperto commercio e gli investimenti, mantenere la stabilità e il regolare funzionamento della catena industriale e di fornitura globali e iniettare maggiore stabilità e certezza in entrambe le parti e nell'economia mondiale". La Cina, ha aggiunto il premier, "è fiduciosa nel mantenimento di uno sviluppo economico sano e sostenibile, e continuerà ad ampliare senza sosta la sua apertura, a rafforzare la cooperazione con altri Paesi e a condividere le opportunità di sviluppo".

Per tale motivo, Pechino è disponibile a "espandere la cooperazione pratica e a risolvere le preoccupazioni reciproche attraverso il dialogo e le consultazioni, portando così avanti le relazioni Cina-Ue" al traguardo dei 50 anni dei loro legami diplomatici. Da parte sua, sempre secondo lo stesso resoconto, von der Leyen ha rimarcato che "nelle attuali circostanze, è fondamentale che i rapporti tra Ue e Cina abbiano continuità e stabilità". Bruxelles è disposta a promuovere un dialogo ad alto livello con la Cina "in vari ambiti e ad approfondire la cooperazione reciprocamente vantaggiosa in settori quali l'economia e il commercio, la green economy e il cambiamento climatico". L'imposizione di tariffe aggiuntive "da parte degli Stati Uniti ha avuto un impatto grave sul commercio internazionale e ha avuto gravi conseguenze per l'Europa, la Cina e i Paesi vulnerabili".

Trump: "La Cina vuole un accordo sui dazi, aspetto una chiamata" 

"La Cina vuole l'accordo sui dazi ma non sa come farlo partire. Aspetto la loro telefonata". Lo ha detto Donald Trump su Truth dopo aver annunciato di aver parlato con il presidente eletto della Corea del Sud. 

Musk-Trump, il confronto sui dazi e l'intesa sempre meno forte

I rapporti tra Elon Musk e Donald Trump si fanno sempre più complicati. Anche per questo forse il presidente degli Stati Uniti ha annunciato pubblicamente che l'incarico del suo super consigliere presto verrà interrotto. Trump ha fatto riferimento alle tante aziende che deve amministrare Musk, ma sotto secondo diverse fonti vicine alla Casa Bianca ci sarebbe anche altro. Emblematica è proprio la vicenda dei dazi che colpisce pesantemente anche le aziende di Musk, Tesla soprattutto. Per questo Elon ha cercato di convincere personalmente il presidente degli Stati Uniti a ritirare l'ondata di dazi doganali che stanno sconvolgendo i mercati finanziari, ma senza successo. Lo hanno riferito al Washington Post fonti ben informate.

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Musk ha reso esplicita sui social la sua opposizione alla politica dei dazi. I suoi tentativi di influenzare personalmente le scelte di Trump sono però falliti. Musk ha condiviso ieri sul suo profilo X (seguito da 218 milioni di account): un estratto da un'intervista a Milton Friedman, premio Nobel per l’economia nel 1976 e convinto sostenitore del libero mercato. Utilizzando una semplice matita, e tracciandone a ritroso la produzione — dal legno di provenienza statunitense, alla grafite sudamericana, fino alla gomma malese —, Friedman arrivava a sostenere che l’assenza di barriere economiche "non solo è essenziale per incrementare l’efficienza produttiva, ma anche per favorire l’armonia e la pace tra i popoli".

La scelta di Musk non è stata certo casuale, il quasi ex braccio destro di Trump infatti ha voluto rendere pubblica la sua posizione ed è diametralmente opposta a quella di Trump. Altra decisione che allontana sempre di più Musk dalla Casa Bianca.

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