Esteri
Occupazione di Gaza la linea rossa. Rischio scontro diretto tra Iran e Usa
Lo spettro che si aggira attorno alla Palestina
Biden dice a Netanyahu: “L’occupazione di Gaza sarebbe un grosso errore”
Uno spettro si aggira in Palestina: quello di uno scontro diretto tra Usa e Iran che sarebbe il prodromo ad una possibile guerra mondiale.
Ieri notte l’Iran ha inviato un avvertimento, un monito e una minaccia a Israele. Lo ha fatto tramite il rappresentante Onu in Medio Oriente dichiarando che se Israele continua gli attacchi contro Gaza il suo Paese interverrà militarmente. Una situazione esplosiva che complica ulteriormente il già difficile teatro di guerra. La missione presso l’Onu di Teheran ha continuato così: “La responsabilità (della continuazione degli attacchi israeliani, ndr) spetta alle Nazioni Unite, al Consiglio di sicurezza e agli Stati che stanno portando il Consiglio verso un vicolo cieco”.
L’Iran sta minacciando apertamente Israele e gli Usa, dal canto loro, ribadiscono “dobbiamo essere pronti”.
Gli Stati Uniti stanno cercando di mediare ma nel contempo il Segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin ha mandato nel Mediterraneo la più potente portaerei del mondo, la USS Gerald R. Ford con 5.000 uomini di equipaggio ed ha annunciato l’invio di una seconda, la Eisenhower che è salpata sabato dalla Base di Norfolk, in Virginia.
Nel contempo Biden dice a Netanyahu: “L’occupazione di Gaza sarebbe un grosso errore”.
Ed in effetti una occupazione via terra segnerebbe un punto di non ritorno del conflitto con grandi possibilità di una escalation che incendierebbe il mondo intero e lo incendierebbe del fuoco nucleare.
Inoltre gli Usa hanno raddoppiato il numero di caccia, che ora sono un centinaio, di stanza nella regione.
“Non è una provocazione, è un deterrente: nessuno faccia nulla che espanda questo conflitto che aumenti l’aggressione a Israele da alcuna direzione”, ha dichiarato ieri il segretario di Stato Antony Blinken.
Al che ha risposto l’inviato Onu per il Medio Oriente Tor Wennesland: “non vogliamo l’escalation ma dovremo intervenire se l’operazione di Israele a Gaza continua”.
In una intervista alla Cbs Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale Usa si è così espresso: “La minaccia è reale. C’è il rischio di escalation di questo conflitto, dell’apertura di un secondo fronte nel nord e ovviamente del coinvolgimento dell’Iran. Dobbiamo prepararci a ogni evenienza”.
Parimenti il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian -reduce da un incontro con il leader politico di Hamas in Qatar e il leader di Hezbollah in Libano- ha detto ieri ad Al Jazeera:
“Se l’entità sionista decide di entrare a Gaza anche gli Stati Uniti subiranno danni significativi”.
Non sfugge che l’alleato principale, anche in ucraina, della Russia è proprio l’Iran.
I generali Usa sul New York Times esprimono tutta la loro preoccupazione sul fatto che gli Usa possano comunque essere coinvolti nel conflitto.
Il Segretario di Stato Blinken torna oggi in Israele per riportare quello che ha detto e sentito nel suo recente giro di tre giorni nei Paesi arabi.
Gli Usa stanno cercando di far rilasciare gli ostaggi israeliani in mano ad Hamas, creare corridoi umanitari per Gaza e di far uscire almeno i palestinesi con doppia cittadinanza.
Insomma la diplomazia internazionale è attiva ad altissimo livello per evitare il peggio, però resta la “linea rossa” dettata dall’Iran da non superare: l’occupazione della Striscia di Gaza.
Linea rossa non riconosciuta da Israele e Stati uniti.