Esteri
Orban sbaglia interpretazione del sovranismo
Orban contestato in Ungheria per la "legge sulla schiavitù"
Anche la via del sovranismo ha interpretazioni sbagliate e pare proprio che Orban sia caduto in una di queste.
Infatti le attuali violente proteste che stanno bloccando l’Ungheria derivano da un procedimento corretto che però dirazza e sbaglia ad un certo punto del suo percorso.
Il sovranismo implica l’autarchia economica più o meno moderata dall’appartenenza (ancora) ad una organizzazione come l’Unione europea che comunque contratta in continuazione perdite di sovranità in cambio -dovrebbe- di maggiore stabilità economica.
Il meccanismo sovranista, con chiusura di fatto delle frontiere ad immigrati ma a anche quindi ai lavoratori, prevede la sostituzione dei lavoratori stranieri con mano d’opera locale. E questo uno dei motivi per cui il sovranismo è risultato vincente in quasi tutto il mondo. Tuttavia Orban invece di ridare potere ai lavoratori ungheresi in sostituzione degli stranieri li ha “schiavizzati” imponendo fino a 400 ore di straordinario pagabili dalle aziende in tre anni.
Ed è qui che ha sbagliato provocando i moti di protesta che potrebbero allargarsi in Mitteleuropa contro i regimi autoritari, sotto lo sguardo preoccupato del sempre presente impero asburgico, rappresentato oggi dalla Germania.
Il mandato del premier implica che il lavoro torni agli ungheresi, ma sia adeguatamente e prontamente retribuito, altrimenti si fanno solo gli interessi delle aziende, in genere straniere, attirate dai vantaggi fiscali.
E qui il modello è proprio Donald Trump che negli Usa ha costretto le aziende americane a tornare a produrre in patria con il sistema del bastone e della carota, che però funziona benissimo visto che ora l’economia vola, alla faccia della recessione ciclica che era attesa già da un paio d’anni.
Orban, invece di Trump, ha applicato solo metà della ricetta, ma il cliente reclama e come noto, il cliente ha sempre ragione.