Esteri
Putin in ginocchio da Xi Jinping. Cosa racconta davvero il viaggio a Pechino
Putin alla corte di Xi Jinping in una condizione di palese sbilanciamento. Carnelos: "Ma la disastrosa diplomazia Usa rafforza l'asse Mosca-Pechino". Intervista
Putin in ginocchio da Xi Jinping. Cosa racconta davvero il viaggio a Pechino
Vladimir Putin va alla corte di Xi Jinping e la Russia e la Cina, seppur in una condizione di palese sbilanciamento del peso economico e diplomatico a favore della seconda, consolidano il rapporto bilaterale. Una partnership calorosa, dinamica e che resiste ai marosi degli ultimi anni. La saldatura della Russia alla Cina resiste anche all’avventura ucraina di Vladimir Putin. E di “cooperazione rafforzata” parla ad Affaritaliani.it l’ambasciatore Marco Carnelos, diplomatico di lungo corso che ha servito come ultimo incarico da ambasciatore italiano in Iraq ed è oggi un attento studioso di questioni internazionali e geopolitiche. Carnelos, in particolare, pone l’accento tra le recenti visite dei ministri di punta di Joe Biden, definite “disastrose”, e gli obiettivi dell’asse Xi-Putin per una partnership a tutto campo proprio a scapito degli Usa.
Ambasciatore Carnelos, Putin e Xi si incontrano di nuovo. Quali sono i rapporti tra i due leader di punta dei Brics?
A giudicare dalle prese di posizione delle Cancellerie e dei mainstream media occidentali negli ultimi due anni, le relazioni tra Russia e Cina registrerebbero forti tensioni sottotraccia in cui la presunta insoddisfazione cinese per l’operazione speciale russa in Ucraina sarebbe stata manifestata in modo inequivocabile dalla leadership di Pechino. Non è questa, tuttavia, la conclusione che si trae a giudicare dallo stato delle relazioni bilaterali tra i due paesi. A Pechino è in corso il 43esimo meeting tra Putin e Xi e i comunicati ufficiali delle due parti non lascerebbero intravedere problemi particolari, anzi la cooperazione sembra addirittura rafforzata.
Uno scacco per chi, come gli Usa, scommetteva sulle contraddizioni che possono dividere Mosca e Pechino?
Del resto, la politica statunitense verso Mosca e Pechino non sembrerebbe aver lasciato alcun margine di manovra soprattutto alla leadership cinese nell’asserita aspettativa di un suo distanziamento da Mosca. Le recenti visite di Janet Yellen e Anthony Blinken a Pechino sono state a dir poco disastrose e, se come si dice, un’immagine vale più di mille parole il breve videoclip di Xi Jing Ping che aspettava insofferente e infastidito l’arrivo del Segretario di Stato USA lo ha dimostrato ampiamente. Quel videoclip non è stato fatto uscire a caso da parte cinese.
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Ci sono prospettive di un riavvicinamento tra il duo russo-cinese e gli Usa?
La sensazione è che sia Mosca che Pechino non nutrano più alcuna speranza di ricondurre le rispettive relazioni con Washington in una sorta d decente “competition management”. Perché dovrebbero? Mosca sente il vento in poppa sul campo di battaglia in Ucraina e il recente pacchetto di aiuti di 60 miliardi di dollari in armi per Kiev potrebbe arrivare troppo tardi e, peraltro, vi sarebbe il non banale problema di chi imbraccerebbe tra gli ucraini le nuove armi che verrebbero fornite. Per quale motivo, poi, la Cina dovrebbe aiutare gli USA contro la Russia quando sa perfettamente che “sistemata” quest’ultima procederebbe a “sistemare” anche Pechino?
Insomma, Putin ha indubbiamente bisogno di Xi. Ma anche la Cina punta sulla partnership russa. Anche perché da Washington, tra dazi e pressioni politiche, spirano da tempo venti gelidi…
La recente controproducente campagna USA sul presunto “eccesso di produzione” cinese è stata percepita a Pechino come una violazione del cosiddetto spirito di San Francisco concordato da Biden e XI l’anno scorso. A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato poi Biden con l’improvvida approvazione dei dazi sulle produzioni cinesi nel settore della transizione energetica, l’ultimo settore che Washington avrebbe dovuto sanzionare se tiene veramente a contrastare i cambiamenti climatici; se poi si pensa che negli ultimi 3 anni l’Amministrazione USA ha approvato migliaia di miliardi di sovvenzioni al proprio settore green che stanno creando difficoltà anche alle imprese europee allora il quadro emerge in tutta la sua surrealità.