Esteri
Putin rifiuta (per ora) l'invito Usa, e il G11 di Trump rischia il fallimento
La Russia ha, per il momento, declinato l’invito di Donald Trump di allargare il G7, costituendo un G11 in chiave anti-cinese, perché per valutare la proposta del presidente Usa sono necessarie ulteriori informazioni "sull'agenda del summit, la composizione dei suoi partecipanti e in che qualità verrà invitata a partecipare la Russia". Lo ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.
"Non conosciamo ancora i dettagli di questa proposta, non sappiamo se sia ufficiale", ha spiegato il portavoce, sottolineando comunque che il presidente Vladimir Putin "è un sostenitore del dialogo in tutte le direzioni, ma in questo caso, per rispondere a tali iniziative, è necessario ottenere maggiori informazioni che al momento, purtroppo, non abbiamo". Peskov, tuttavia, ha osservato che per la discussione dei dossier globali esiste già il formato del G20.
"In generale", ha dichiarato, "esistono meccanismi molto efficienti per il dialogo internazionale, come il G20, che consentono alle principali economie del mondo di discutere i problemi più urgenti".
L’annuncio a sorpresa di Trump era arrivato negli scorsi giorni, quando aveva invitato Russia, Corea del Sud, India e Australia a inserirsi nel G7, trasformandolo in un G11, appunto. La spiegazione ufficiale del presidente riguardava l’inadeguatezza del G7, non più capace di “rappresentare in modo appropriato quello che accade nel mondo” perché “è un gruppo di Paesi molto obsoleto”.
Ma uno dei suoi consiglieri ha spiegato chiaramente come l’idea sia quella di allargare il fronte contro la Cina.
Mosca, esclusa dal G7 nel 2014, dopo l’annessione della Crimea, è stata l’unica, per ora, a replicare. Gli altri paesi non hanno ancora fornito una risposta ufficiale, ma l’unica interessata potrebbe essere l’Australia. L’India, infatti, è tradizionalmente non allineata, mentre la Corea del Sud è in fase di avvicinamento alla Cina, di cui ha bisogno anche rispetto agli equilibri con la Corea del Nord.
Bisognerà adesso vedere come Putin sfrutterà la situazione, se avanzando richieste a Trump per accettare l’invito, o se, al contrario, facendo valere il suo rifiuto per avere dei vantaggi da Pechino.