Esteri
A Riga va in scena lo scontro Russia-Ue
Ha avuto luogo a Riga il 21 e 22 maggio il summit del partenariato orientale EU: i leaders di diversi paesi europei hanno incontrato i capi di stato di sei stati ex sovietici (Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Moldavia e Ucraina) per definire le strategie di cooperazione con l'UE. Si tratta del primo incontro del gruppo dopo quello del novembre 2013, quando l'allora presidente ucraino Viktor Janukovyc rifiutò di firmare il trattato di adesione negoziato negli anni precedenti: fu quella miccia che diede l’avvio alle proteste dell'Euromaidan, terminate poi con la caduta del governo e lo scoppio del conflitto nell'Ucraina dell'est. E proprio l'Ucraina si trova oggi a rappresentare drammaticamente le tensioni tra UE e Russia per la ridefinizione dello spazio post-sovietico: come sottolineano infatti Aldo Ferrari, ISPI Senior Research Fellow, e Carolina De Stefano, Ph.D Candidate Università Sant'Anna, la Russia non ha mai smesso di ritenere i paesi post-sovietici (e tra questi anche l’Ucraina) un proprio ‘Estero vicino’, secondo la caratteristica espressione russa. Una percezione che si è scontrata con le politiche europee nell'area :dall’allargamento della Nato ai paesi baltici, passando per l'integrazione nell'UE di dieci paesi dell’Europa orientale, fino alla creazione nel 2008 del programma di Eastern Partnership.
Sulle tensioni tra Russia e Ue, l'ISPI ha pubblicato il Rapporto "Oltre la Crimea: Russia contro Europa?", curato da Aldo Ferrari. Il volume individua le origini della crisi tra Russia e Unione europea affrontando i temi centrali della odierna situazione russa, tanto nella sfera interna (politica, economia) quanto in quella esterna (la dimensione energetica, i rapporti con l’Europa, gli Stati Uniti, l’Asia Centrale e la Cina). Inoltre, nelle prossime settimane l'ISPI pubblicherà il rapporto "Beyond Ukraine: EU and Russia in search of a new relation" che raccoglie le opinioni di diversi esponenti europei, russi, americani e dell'Europa dell'Est su come avviare un processo di dialogo per superare l'empasse generatasi con la crisi ucraina.