Esteri

Russia, Putin al test del voto locale tra proteste interne e il nodo Minsk

di Luca Sebastiani

Domenica 13 settembre in Russia si andrà al voto per le elezioni locali e amministrative in diverse regioni

La popolazione russa è chiamata al voto domenica per eleggere rappresentanti politici su diversi livelli. Una grande tornata elettorale con milioni di persone al voto, nella complessa struttura federativa. NelIa Repubblica di Tatarstan e nelle regioni Kursk, Penza e Yaroslavl, si terranno le elezioni suppletive per deputati della Duma, la camera bassa del Parlamento della Federazione Russa.

In 11 regioni verrano eletti i deputati degli organi legislativi (rappresentativi) dello Stato, in 22 regioni ci saranno le elezioni dei deputati degli organi rappresentativi dei comuni e dei centri amministrativi, mentre in 36 regioni le elezioni dei deputati degli organi rappresentativi dei comuni ma anche dei governi locali dei distretti municipali e degli insediamenti urbani e rurali. In 18 regioni invece si eleggeranno alti funzionari dei diversi soggetti statali.

Il partito governativo ‘Russia Unita’ vuole mantenere il controllo nel paese, ancora di più dopo il referendum costituzionale tenuto lo scorso 1° luglio quando i cittadini russi hanno consolidato la figura di Putin che potrebbe, in teoria, governare fino al 2036. Solamente l’anno scorso, sempre in alcune votazioni amministrative tenutesi a settembre, ‘Russia Unita’ era riuscita a tenere il controllo nel paese, nonostante la sconfitta nelle elezioni comunali a Mosca. Elezioni che in alcuni seggi e regioni sono state falsate da brogli che hanno costretto le istituzioni ad annullarne, in certi casi, il risultato. Ad oggi 59 governatori, su 85 divisioni amministrative, appartengono a ‘Russia Unita’.

Putin
 

Putin, il caso Navalny e il "voto intelligente"

Il recente avvelenamento di Aleksey Navalny, il principale esponente anti-putiniano ora ricoverato in Germania, sembra aver in qualche modo rafforzato le opposizioni alla vigilia di queste elezioni. In Russia la minoranza accusa il Cremlino di essere il mandante del tentato omicidio del leader antigovernativo, così come moltissime diplomazie in tutto il mondo hanno richiesto giustizia e usato toni molto duri nei confronti del governo russo. Anche per questo, nonostante ancora non si possa sapere con certezza chi abbia ordinato l’avvelenamento, da Mosca stanno cercando di minimizzare l’accaduto per placare le proteste montanti.

In realtà nelle ultime settimane in Russia sono stati diversi i tentativi di intimidire le opposizioni. Per esempio con perquisizioni negli uffici di ‘Open Russia’ e nelle case di alcuni attivisti, nell’ambito di una vecchia indagine su Yukos, gigante petrolifero di cui in passato è stato proprietario Mikhail Khodorkovsky, il creatore e finanziatore del movimento ‘Open Russia’, che ad ogni modo non si professa un’organizzazione politica. Solamente qualche giorno fa invece è stata attaccata una sede proprio dell’oppositore Navalny: due persone sono entrate e hanno scagliato una bottiglia con agenti chimici in mezzo alle persone all’interno della sala, scappando subito dopo. Tre volontari hanno accusato un malore.

Aleksey NavalnyAleksey Navalny
 

Il caso Navalny potrebbe però essere rilevante in questa tornata elettorale. Lo stesso oppositore ha sostenuto nelle ultime tornate elettorali la necessità per le opposizioni di fare uso del cosiddetto “voto intelligente”, ovvero votare il candidato che in ogni distretto avesse più probabilità di battere quello proposto da ‘Russia Unita’ (e quindi dal Cremlino). Nonostante alcune spaccature all’interno delle stesse opposizioni, questa tattica ha portato diversi risultati.

Putin, che ha comunque un apprezzamento e un consenso generale che si mantiene su alti livelli, non sta attraversando un momento particolarmente positivo. Dalla fine del luglio 2020 infatti sono diverse le proteste che attraversano soprattutto il lato orientale della Russia, nella regione di Khabarovsk, dopo l’arresto, deciso dal governo, del governatore liberal-democratico Sergei Furgal. E, al di là della figura del presidente, il partito governativo ‘Russia Unita’ che nell’ultimo periodo sembra accusare un calo di popolarità.

La situazione in Bielorussia

Come se non bastassero le questioni interne, a impensierire Putin c'è ora anche la vicenda bielorussa. Le proteste contro Lukashenko vanno avanti ormai da settimane e il presidente/dittatore sembra essere sotto pressione. Ha però ricevuto l’appoggio e il sostegno proprio da parte del Cremlino, che non può rischiare di vedere Minsk scivolare su posizioni più vicine all’Unione Europea e al mondo occidentale (NATO in primis). Per Putin quindi è fondamentale mantenere allineata a Mosca la Bielorussia, garantendosi quella sorta di territorio “cuscinetto” tra i propri confini e quelli appartenenti a Stati membri della NATO. Appoggiare Lukashenko al momento pare essere la soluzione più semplice. Non è un caso che nelle piazze e nelle strade delle proteste bielorusse viene contestato non solo Lukashenko ma anche il presidente russo, che si è reso disponibile a mandare forze di sicurezza in territorio bielorusso per sedare le proteste.

L'ambasciatore russo a Minsk e il presidente bielorusso LukanshenkoL'ambasciatore russo a Minsk e il presidente bielorusso Lukanshenko
 

Le votazioni di domenica 13 si inseriscono quindi in un momento e in un clima particolarmente scottante. Per Putin (e per il partito di maggioranza) sarà un test importante per saggiare la tenuta del paese e il suo consenso, nonostante il Covid-19 e le recenti vicende interne ed esterne.