Esteri
Scholz-Macron, vertice senza Meloni. A Giorgia solo uno strapuntino in Ue
Fdi ha scelto di puntare su una vicepresidenza del Parlamento Ue, una soluzione più di prestigio che di sostanza. L'Italia resterà comunque isolata
Ue, Italia sempre più isolata. Macron e Scholz non invitano Meloni al summit
A Washington si è svolto il vertice della Nato, occasione utile per i leader europei per trattare in vista delle nomine Ue, il voto è in programma per il prossimo 18 luglio e quindi il tempo stringe. Ma nonostante gli scossoni politici in Germania e Francia, con il cancelliere Olaf Scholz e il presidente Emmanuel Macron sempre più indeboliti, non sembrano esserci stati vantaggi reali per l'Italia. L’esclusione dai negoziati dei conservatori di Meloni, che hanno portato alla spartizione delle nomine di vertice in Ue tra popolari, socialisti e liberali – i tre gruppi europei che comporranno la maggioranza parlamentare – brucia. Il fatto poi - riporta La Stampa - che Emmanuel Macron e Olaf Scholz si siano riuniti a margine della Nato, negli Stati Uniti, ancora una volta senza coinvolgere Meloni, rende arduo poter immaginare un riavvicinamento. I rapporti della premier con il presidente francese e con il cancelliere tedesco restano gelidi. Meloni potrebbe ottenere una vicepresidenza nel Parlamento Ue, ma l'isolamento dell'Italia dalle partite che contano resta evidente, come conferma il summit della scorsa notte tra Germania e Francia.
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Il suggerimento che da più parti arriva a Meloni - prosegue La Stampa - è di andare oltre gli interessi puramente politici, le recriminazioni di parte. In questi giorni anche le imprese, attraverso Confindustria, le hanno fatto sapere che non è secondario avere una Commissione non incattivita con l’Italia, ma collaborativa, quando in autunno ci saranno da trattare i margini di rientro del debito. Fratelli d’Italia non guiderà nessuna commissione parlamentare nella nuova Eurocamera, ma ha scelto di puntare su una vicepresidenza dell’Aula. Una soluzione più di prestigio che di sostanza, che magari non farà contenti i tanti lobbisti italiani che in questi giorni ronzano attorno alla sede del Parlamento Ue di Bruxelles, ma che assegnerà al partito di Giorgia Meloni un maggior peso in termini istituzionali e la possibilità di incidere nell’ufficio di presidenza. Prima, però, bisognerà passare l’esame del voto nell’emiciclo, dove qualcuno potrebbe essere tentato dallo sgambetto.