Esteri

Se anche Israele uccide dov'è la differenza con Hamas?

di Giacomo Costa

Biden, come il Generale Petraeus, vuole la distruzione di Hamas

I DUE DISCORSI DI BIDEN DELINEANO UNA POLITICA

E per politica intendo un’impostazione chiara, sistematica, coerente, intelligente. I due discorsi, quello di Tel Aviv e quello pronunciato appena tornato alla Casa bianca, sono stati rivolti il primo al popolo e al governo israeliano, il secondo alla nazione statunitense. Il primo (18/10/23) si ricorderà più facilmente, e forse diventerà famoso come quello di Kennedy: “Non chiedete che cosa l’America possa fare per voi, ma cosa voi possiate fare per l’America”.

Quello di Tel Aviv dice all’incirca: capiamo quanto siete arrabbiati, ma badate che noi dopo l’11 Settembre in preda alla rabbia abbiamo sbagliato.” Ecco un frammento verbatim del suo discorso “Abbiamo ottenuto giustizia, ma abbiamo commesso degli errori.” L’allusione era naturalmente all’invasione dell’Iraq e alla catastrofe che ne è seguita. Che si possano riassumere quei fatti dicendo che “abbiamo ottenuto giustizia” mi pare insensato e oltraggioso.

Comunque l’enfasi è sugli errori. Secondo alcuni osservatori diligenti ed informati, ad esempio lo scrupoloso Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera, il timore degli eccessi dell’annunciata e parzialmente attuata vendetta di Netanyahu sugli abitanti di Gaza sarebbe ciò che ha spinto Biden prima a inviare in Israele il suo segretario di stato Blinken, poi, visto che Blinken non aveva ottenuto niente, ad andarci lui stesso.

Avrebbe addirittura detto “Non possiamo essere come i terroristi.” Il problema è però entro quali limiti Biden intenda contenere Netanyahu. Questi in presenza di Biden ha annunciato che “ogni membro di Hamas è un uomo morto”, e Biden avrebbe insistito che Hamas non rappresenta i palestinesi. Ma Hamas è un movimento sociale e politico oltre che un’agenzia del terrore. Inoltre, la prima volta che partecipò a delle elezioni, nel 2006, le vinse.

Quindi gli israeliani decisero che non ci sarebbero più state elezioni. Mi parrebbe che gli israeliani potrebbero prendere prigionieri i sospetti di aver partecipato agli eccidi, e sottoporli a dei processi: potrebbero prendere noti capi di Hamas e sottoporli a processi in quanto mandanti e organizzatori delle stragi. Ma non ucciderli solo in quanto presumibili membri di Hamas. Non basta ricordare che il Diritto Internazionale esiste. Bisogna saper indicare che cosa ingiunge e vieta di specifico nella data situazione.

Per una ventina d’anni dopo l’attentato terroristico alle Olimpiadi di Monaco, il Mossad si dedicò alla preparazione ed attuazione di una catena di assassinii di esponenti dell’OLP. Ma poi gli stessi israeliani lo rimpiansero, perché l’OLP ne fu depauperato. Parrebbe che Biden, come il Generale Petraeus, ritenga che Hamas debba essere “distrutta”.

Questo comporterebbe un’analoga pianificazione e attuazione di numerosi assassinii politici. Nel discorso dallo Studio Ovale della Casa Bianca, successivo al primo di poco più di 24 ore, Biden ha proposto un quadro geopolitico generale, facendo un parallelo tra le due guerre di questi mesi: «Hamas e il presidente russo Vladimir Putin vogliono annientare le democrazie a loro vicine ed è nell’interesse della sicurezza nazionale degli Stati Uniti difendere Ucraina e Israele. Non possiamo far vincere Putin e Hamas, mi rifiuto di farlo accadere». Ha ammesso che «questo conflitto può estendersi ad altre parti del mondo, nell’Indo Pacifico, in Medio Oriente, specialmente in Medio Oriente. Ma quando i terroristi non pagano un prezzo, provocano altro caos e morte».

A rigore Hamas avrebbe voluto più non meno democrazia, e sono stati gli israeliani che non gliel’hanno concesso. L’invasione russa dell’Ucraina non è dovuta all’ostilità dei governanti russi per i regimi democratici e per quello (pochissimo) democratico ucraino in particolare, ma alla loro contrarietà ad un allargamento della Nato in Ucraina. E di Israele, con la sua legislazione discriminatoria tra cittadini ebrei e no, e il suo ingiustificato dominio su milioni palestinesi ancora più discriminati, tutto si può dire tranne che sia una democrazia.

E tra Allende e Pinochet, chi era democratico, chi l’amico degli Usa? Gli esempi si potrebbero moltiplicare. Più importante è rilevare che gli Usa non invasero l’Iraq per rabbia, ma in base a un argomento simile a quello invocato da Biden: “far pagare un prezzo ai terroristi.” Certo sbagliarono paese, ma il loro intento era di compiere una spettacolare rappresaglia contro i terroristi.

Anche la loro altrettanto disastrosa invasione dell’Afghanistan era così motivata. Si potrebbe vedere nei propositi enunciati da Biden lo smarrimento di un uomo passato troppo bruscamente dal mondo della guerra fredda a quello dei neo-con. Oppure si potrebbe supporre – e quasi sperare!- che si tratti di un mero esercizio retorico per convincere il Congresso a non ostacolare il suo gigantesco piano di aiuti militari all’Ucraina accomunandoli a quelli meno impopolari ad Israele.