Esteri
Frammentazione in Siria, piano Yinon e hub energetici: così il caos in Siria diventa un assist per Israele
Il piano prevede proprio una frammentazione settaria del Medio Oriente per garantire la sicurezza israeliana e la supremazia regionale
La frammentazione della Siria e il piano Yinon
L'idea di una Siria divisa in entità separate (alawita, sunnita e curda) ricalca una visione di lungo corso secondo cui la frammentazione degli Stati mediorientali potrebbe servire gli interessi di alcune potenze, in particolare Israele.
Il Piano Yinon, sebbene controverso e spesso considerato più un'ipotesi teorica che un piano operativo, prevede proprio una frammentazione settaria del Medio Oriente per garantire la sicurezza israeliana e la supremazia regionale. Tuttavia, l'opposizione turca a una fascia curda autonoma al confine settentrionale della Siria rimane un punto fermo, dato il timore di Ankara che possa alimentare il separatismo curdo in Turchia stessa. L'ingresso di carri armati israeliani in Siria per creare una zona cuscinetto riflette l'obiettivo strategico di Israele di proteggere i propri confini, specialmente dal pericolo di gruppi affiliati a Hezbollah o all'Iran.
Il presunto "idillio" tra Turchia e Israele sembra destinato a essere una parentesi tattica, poiché i loro interessi a lungo termine divergono significativamente:
• Israele: punta a neutralizzare le minacce provenienti da Siria, Libano e Iran e a consolidare la propria posizione nel settore energetico (gas naturale).
• Turchia: mira a ricostruire un'influenza neo-ottomana, che si scontra con le aspirazioni israeliane in termini di controllo sui corridoi energetici e di influenza sul mondo arabo.
La rapidità con cui la Siria è stata destabilizzata è stata alimentata da una combinazione di fattori:
• Conflitti settari interni: il regime alawita di Assad ha faticato a mantenere il controllo in un contesto di rivolta sunnita.
• Interferenze esterne: Stati Uniti, Israele, Turchia, Iran e Russia hanno perseguito i propri interessi, contribuendo alla complessità del conflitto.
• Risorse strategiche: il gas e il petrolio rimangono centrali nella competizione regionale.
La possibilità che dietro il crollo della Siria ci siano accordi segreti tra le potenze coinvolte (come Russia, Stati Uniti, Turchia e Israele) è difficile da confermare, ma resta plausibile che ci siano stati contatti e scambi diplomatici sottotraccia per evitare un'escalation fuori controllo. La Siria era parte integrante della "Mezzaluna Sciita" costruita dall'Iran per proteggere i propri confini e proiettare influenza nella regione. Con il progressivo indebolimento di Hezbollah e il controllo limitato di Damasco, l'Iran si trova più esposto e con meno leve per contrastare Israele e i suoi alleati. Tuttavia, le milizie irachene, eredità del lavoro strategico di Qassem Soleimani, rimangono un elemento chiave nella difesa dell'Iran.
La situazione in Siria e nella regione rimane fluida, con molte variabili che potrebbero cambiare gli equilibri: la competizione tra Grande Israele e neo-ottomanesimo potrebbe portare a una fase di conflitto indiretto, specialmente per il controllo delle risorse energetiche e delle rotte commerciali. La Russia, con la perdita di una posizione forte in Siria, potrebbe vedere compromessa la propria influenza nel Levante, lasciando spazio a Turchia e Israele. L'evoluzione del conflitto potrebbe dipendere anche dalle dinamiche interne agli Stati Uniti, dall'Arabia Saudita e dall'emergere di nuovi attori (come Cina o India) interessati alla regione. Per comprendere il futuro strategico ed economico della Siria e dell’intera regione, è fondamentale analizzare gli interessi intrecciati delle potenze coinvolte e il ruolo delle risorse energetiche, dei corridoi commerciali e delle alleanze geopolitiche.
La Siria è strategica non solo per la sua posizione geografica, ma anche per le sue potenzialità come hub energetico e snodo per i corridoi del gas naturale che collegano il Medio Oriente all’Europa. Gli interessi divergenti si riflettono nelle seguenti dinamiche:
1. La pipeline Iran-Iraq-Siria: Questa infrastruttura, nota anche come "pipeline sciita", mirava a portare gas iraniano verso il Mediterraneo. Tuttavia, il progetto è stato ostacolato dalla guerra civile siriana e dalle pressioni degli Stati Uniti e dei loro alleati sunniti.
2. Il ruolo del gas del Leviatano e Tamar: Israele ha scoperto vasti giacimenti di gas naturale nel Mediterraneo orientale e punta a esportarlo in Europa attraverso Cipro e Grecia. Questo pone Israele in competizione con progetti sostenuti da Turchia e Russia.
3. La Turchia come hub energetico: La Turchia cerca di diventare un passaggio obbligato per tutte le rotte energetiche che attraversano il Medio Oriente, ma il suo sogno di un nuovo impero ottomano la porta a scontrarsi sia con l'Iran sia con Israele.
La frammentazione della Siria potrebbe facilitare accordi locali con fazioni specifiche, consentendo il controllo di porzioni di territorio strategiche per le pipeline, l’instabilità politica rende difficile la realizzazione di progetti a lungo termine. La possibile divisione della Siria in entità regionali (alawita, sunnita, curda) produrrebbe impatti economici significativi con un’area alawita con il supporto della Russia, quest’area manterrebbe il controllo sui porti del Mediterraneo, come Latakia, fondamentale per il commercio e il trasporto energetico. Potrebbe nascere una repubblica sunnita che se controllata da attori filo-turchi o filo-sauditi, potrebbe fungere da baluardo contro l’influenza iraniana. Tuttavia, la mancanza di risorse energetiche e di infrastrutture moderne renderebbe difficile la sostenibilità economica senza aiuti esterni. Inoltre va compresa l’area curda, il controllo curdo del nord-est siriano include ricchi giacimenti petroliferi e l’opposizione della Turchia complica ogni possibilità di indipendenza economica e politica.
Il deterioramento delle relazioni tra Israele e Turchia potrebbe avvenire su due fronti principali:
1. Energia: La Turchia vorrebbe controllare i corridoi energetici che collegano il Medio Oriente all’Europa, ma Israele sta lavorando a progetti alternativi con Grecia e Cipro. La competizione per il gas del Mediterraneo orientale potrebbe intensificarsi.
2. Influenza politica: La Turchia cerca di posizionarsi come leader del mondo sunnita, mentre Israele, attraverso accordi come gli Accordi di Abramo, cerca di costruire un’alleanza regionale contro l’Iran.
Questa competizione crea instabilità e rende improbabile una soluzione diplomatica stabile per la Siria, con effetti negativi sugli investimenti e sul commercio regionale.