Esteri

Spazio, è partita aperta: la Cina sfida gli Usa e punta su Marte

La lunga marcia della Cina ora punta su Marte

La corsa allo Spazio torna ad accendersi in questa estate 2020: complice il passaggio di Marte vicino alla Terra, che apre una finestra temporale irripetibile prima del 2022, le due super potenze che se ne contendono il dominio - Cina e Stati Uniti - si sono gettate in avanti. A ore Pechino annuncerà la data di lancio della missione Tianwen-1, ("Domande al cielo", un riferimento letterario al poeta Qu Yuan del terzo secolo a.C.), la prima che punta contemporaneamente a far atterrare sul Pianeta Rosso una piattaforma, dispiegare un rover alla ricerca di sacche d'acqua nel sottosuolo e mettere un veicolo spaziale in orbita. Nei giorni scorsi la sonda è stata trasportata sulla piattaforma di lancio, al Centro di Lancio spaziale Wenchang, nella provincia di Hainan. Il lancio del razzo Long March-5 è previsto a giorni, previsto per fine luglio inizi di agosto (le speculazioni come data possibile parlano di 23 luglio, quando si aprirà la finestra utile).  

La Repubblica popolare cinese negli ultimi anni si è inserita con fare aggressivo nella competizione e il budget stanziato parla da solo: secondo le stime di Euroconsult, nel 2019 sono andati 5,8 miliardi di dollari per l'esplorazione spaziale. Ne è passato di tempo dal 24 aprile 1970 quando venne mandato in orbita il primo satellite, Dongfanghong-1 ('l’Oriente è rosso'). Nel 2018, Pechino ha presentato alla stampa Tiangong, 'il Palazzo celeste', la Stazione spaziale cinese (Css) il cui lavori sono iniziati e che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe essere pronta nel 2022 per prendere poi il posto della Stazione spaziale internazionale (Iss, Stati Uniti, Russia, Europa, Giappone e Canada) che andrà in pensione due anni più tardi.

Nel gennaio 2019 è arrivato il primo grande successo con l'atterraggio morbido della sonda Chang'e-4 sul lato oscuro della Luna, un’impresa mai tentata prima che ha dato un forte impulso al programma spaziale che punta a far atterrare astronauti cinesi, i cosiddetti 'taikonauti', sulla superficie lunare. Un obiettivo cui si è affiancato quello, di lungo periodo, di mandare un uomo su Marte per cercare vita extraterrestre. Nel frattempo, la Cina continua a investire miliardi e mette in orbita satelliti per conto proprio e per altri Paesi.

Non è certo l'unica a muoversi in questa direzione, il suo dinamismo ha dato una spinta alla ricerca spaziale americana (il presidente Donald Trump ha annunciato un'accelerazione nel programma 'Artemis' con cui la Nasa punta a inviare astronauti sulla Luna entro il 2024 e su Marte nel prossimo decennio) e nella notte anche gli Emirati arabi uniti per la prima volta hanno lanciato un proprio vettore, che ha l'orbita del Pianeta Rosso come destinazione. Senza contare che, accanto ai grandi e piccoli Paesi (anche Israele, India e Giappone sono agguerriti), ci sono anche i privati coinvolti nella corsa allo spazio, a cominciare dall'amministratore delegato di Amazon, Jeff Bezos, e l’ad di SpaceX, il sudafricano Elon Musk.