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Esteri
La Cina cresce, ruolo di Taiwan, congressi in Corea e Laos: Pillole asiatiche

La Cina è ripartita. Lo si vedeva da tempo, ora si conoscono anche i dettagli numerici. L'ufficio nazionale di statistica di Pechino ha annunciato che l'economia del Dragone è cresciuta del 2,3 per cento nel corso del 2020. Si tratta della crescita più bassa degli ultimi 45 anni. Era infatti dal 1976 che l'aumento percentuale non scendeva così in basso, anche se il governo cinese preferisce sottolineare che per la prima volta il prodotto interno lordo del paese supera i centomila miliardi di yuan. Si tratta di un risultato importante, e per certi versi insperato, visto che il 2020 è stato l'anno della pandemia da coronavirus. Significativo l'aumento (sopra le attese) raggiunto nell'ultimo trimestre: +6,5 per cento. Crescita sostenuta dai livelli record del surplus commerciale, raggiunti tramite un aumento dell'export soprattutto in ambito sanitario. Esportazioni sì, ma non di terre rare, elemento cruciale nella contesa tecnologica con Washington. Huawei prova ad aumentare la produzione autoctona di chip per sopravvivere ai ban della Casa Bianca.

IL TOUR DI WANG YI NEL SUD-EST ASIATICO

A proposito di export, si insiste sulla cosiddetta "diplomazia del vaccino", si è appena concluso il viaggio di Wang Yi nel Sud-est asiatico. È in questa area che si concentra, e che probabilmente si deciderà, la contesa tra Stati Uniti e Cina. Il ministro degli Esteri cinese non ha scelto mete a caso. In Myanmar (che nel 2021 ha il ruolo di coordinatore delle relazioni Cina-ASEAN) ha garantito sostegno sul tema delle milizie etniche (e della minoranza rohingya) e progetta nuovi sviluppi in ambito BRI. Nelle Filippine (che ancora devono annunciare il rinnovo dell'accordo difensivo con gli Usa) e soprattutto in Indonesia ha dato impulso alla "diplomazia del vaccino" (già ben lanciata in Cambogia e Laos), con il presidente Widodo che si è iniettato il Sinovac. Infine il Brunei, che nel 2021 avrà un ruolo geopoliticamente rilevante visto che assume la presidenza di turno ASEAN al posto del Vietnam, certo meno morbido con Pechino rispetto al Sultanato (ne ho scritto nel dettaglio qui). Dopo la firma della RCEP, il Dragone spera che il 2021 faccia segnare ulteriori passi in avanti nella sua presenza nell'area. Restano aperti i temi del mar Cinese meridionale (su cui Pompeo ha rilasciato un nuovo comunicato prima di lasciare il suo posto al dipartimento di Stato Usa) e dalla valle del Mekong.

NUOVI FOCOLAI COVID

Tornando sul fronte interno, ci sono però anche alcune piccole ombre. Il nuovo focolaio, seppur con numeri infinitamente minori rispetto a quelli che ha imparato a conoscere l'Europa, sta creando qualche preoccupazione. Da sei giorni consecutivi si registrano più di cento nuovi contagi, non più limitati al solo Hebei. Dopo otto mesi si è registrato il primo decesso. Focolai che potrebbero avere ripercussioni anche sugli introiti del turismo interno, con l'esodo di massa del Capodanno cinese alle porte. Che esista qualche timore sulla situazione sanitaria lo si registra anche nella crescita (sotto le attese) delle vendite al dettaglio. 

Dopo qualche incertezza, il team dell'Organizzazione mondiale della sanità è arrivato a Wuhan. Due di loro sono risultati positivi. Ci si aspetta comunque un rapporto "non risolutivo". La tv di Stato ha intervistato uno dei componenti del gruppo. I controlli sulla narrazione (e sulle notizie) riguardanti la pandemia si fanno sempre più stringenti.

IL RUOLO DEL PARTITO

Così come si fa più stringente il controllo del partito sull'economia (da China Inc. a CCP Inc.?) in particolare sulla galassia tecnologica e sui suoi colossi privati, come dimostra la vicenda Jack Ma. L'antitrust si muove intanto anche sul tema (fondamentale) del controllo e della conservazione dei dati, con i regolatori che provano a forzare Alibaba a condividerli. Nel frattempo, si ferma il servizio di streaming musicale Xiami.

A livello politico, una nuova riforma rafforza ancora di più il ruolo del partito, in un anno nel quale si celebrerà il suo centenario. 

Il Guardian ha pubblicato un long read a firma di Gulbahar Haitiwaji, cittadina di etnia uigura che racconta la sua esperienza nel Xinjiang. Pechino nel frattempo nega le informazioni diffuse sui media internazionali a proposito del controllo delle nascite. Sul tema Xinjiang, qui una analisi di Giulia Sciorati pubblicata su Sinosfere.

HONG KONG E SICUREZZA NAZIONALE

Continua la stretta sull'opposizione di Hong Kong. Dopo l'arresto (e il rilascio) di 53 tra ex deputati e oppositori, si va verso una riforma elettorale che potrebbe lasciare ancora meno spazio alle voci discordanti in vista delle elezioni del prossimo settembre.

"Sicurezza nazionale". E' stato uno dei mantra della Cina 2020, lo sarà forse ancora di più nel 2021. Allo stesso mantra si adattano i controlli agli investimenti stranieri, nonostante i recenti due accordi commerciali multilaterali (RCEP e CAI), mentre secondo il South China Morning Post si sta cercando di esercitare influenza sui cinesi all'estero per migliorare la reputazione della Cina all'estero e mettere nel mirino "forze indipendentiste taiwanesi".

 

TAIWAN

Già la settimana scorsa abbiamo raccontato nel dettaglio l'annuncio di Pompeo sulla rimozione delle restrizioni auto imposte nelle relazioni Usa-Taiwan (qui). Nei giorni scorsi abbiamo chiesto un commento a Drew Thompson, dal 2011 al 2018 nel dipartimento di Difesa Usa e responsabile per Cina, Taiwan e Mongolia. Ecco qual è il suo giudizio sulla mossa di Pompeo e sul futuro dei rapporti tra Washington e Taipei, espresso per Affaritaliani: "Sin dal 1979, la strategia del governo statunitense su Taiwan si è poggiata su un approccio pragmatico e innovativo volto a rafforzare i legami, rispettando i vincoli delle relazioni diplomatiche non ufficiali. Da allora, la strategia americana si è costantemente evoluta con l'obiettivo di promuovere gli interessi degli Usa e, allo stesso tempo, la sicurezza e la prosperità di Taiwan. L'annuncio di Pompeo arriva troppo tardi all'interno dell'amministrazione Trump per creare una nuova norma, dunque l'amministrazione Biden sarà libera di condurre i rapporti secondo le sue strategie e di stabilire le sue linee guida. La speranza è che le strategie messe a punto su Taiwan seguano gli interessi di Washington e Taipei, non le preferenze della Cina. Taiwan non è una pedina, è il decimo o undicesimo partner commerciale degli Stati Uniti e un fondamentale componente delle catene di approvvigionamento tecnologiche globali, una vibrante democrazia asiatica e un partner globale e come tale va trattato, non come uno strumento per contenere l'ascesa della Cina come sostiene il Partito comunista".

Nei giorni scorsi ci sono stati ulteriori sviluppi. Tutte le visite all'estero del dipartimento di Stato sono state annullate, tra cui quella dell'ambasciatore alle Nazioni Unite Kelly Craft a Taipei. L'annuncio è arrivato quando a Taipei era già il 13 gennaio, il giorno in cui ne era previsto l'arrivo. I primi effetti dell'annuncio di Pompeo si sono visti nei Paesi Bassi, dove il rappresentante di Taipei ha incontrato l'ambasciatore americano.

Il ministero degli Esteri cinese ha invece annunciato l’imposizione di sanzioni contro i funzionari statunitensi che si sono dimostrati “cattivi” con Taiwan.

Intanto, all'interno della politica e dell'esercito cinese prosegue il dibattito su quale possa essere la strategia migliore da adottare sul tema Taiwan.

Una nuova legge permette a Huawei di citare in giudizio i fornitori che si rifiutano di continuare a vendere semiconduttori, in ottemperanza al ban di Trump. Norma che pare pensata per la taiwanese TSMC, che intanto fa segnare utili da record nel 2020 grazie alla partnership con Apple e agli ordini della stessa Huawei che nei mesi estivi ha accelerato l'import prima che entrasse in vigore il ban americano.

Diverse imprese lasciano la Repubblica Popolare e tornano a Taiwan, mentre aumenta l'appetibilità dell'isola per i lavoratori stranieri.

Tsai Ing-wen ha scritto una lettera a Papa Francesco.

Il governo del DPP ha rimosso il divieto per l'import di carne di suino americana trattata con additivi. L'opposizione del Guomindang chiede un referendum popolare per rovesciare la decisione.

 

CINA-AFRICA-SUDAMERICA

Prima del tour nel Sud-est asiatico, Wang Yi ha inaugurato il 2021 (come da tradizione) con un viaggio in Africa. Botswana e Repubblica Democratica del Congo sono entrati nella Belt and Road. A Kinshasa sono state fatte delle concessioni sul ripagamento del debito, così come all'Angola.

Wang ha promosso il vaccino alle Seychelles e sottoscritto accordi infrastrutturali in Tanzania. Il ministro ha anche proposto una lista di sette punti per incrementare la cooperazione sinoafricana.

Arrivano però anche due segnali non del tutto positivi per il Dragone. Safaricom, il principale operatore telefonico del Kenya, ha sospeso lo sviluppo della rete 5G in collaborazione con Huawei, mentre esponenti del governo dello Zimbabwe lanciano accuse "trumpiane" alla Cina sul Covid. 

Il Brasile ha ridotto le stime sull'efficacia del vaccino cinese. 

La banca di sviluppo americana corre in aiuto dell'Ecuador sul debito contratto nei confronti della Cina. Negli scorsi mesi Quito si era lamentata per l'esercito di pescherecci cinesi al largo delle Galapagos.

 

ASIA ORIENTALE

Come già raccontato nelle ultime pillole, Kim Jong-un è stato eletto segretario generale del Partito dei lavoratori (congratulato anche da Xi). La sorella Kim Yo-jong, invece, è rimasta fuori dalla lista dei membri del Politburo. Gli analisti ritengono si tratti di un duplice tentativo per rafforzare la posizione di Kim, dopo che lo stesso leader aveva dichiarato "falliti" gli obiettivi del piano quinquennale e, soprattutto, dopo una situazione economica a dir poco difficile. Assumere un ruolo dalla portata simbolica così forte, mentre la sorella in ascesa rimane fuori dai piani più alti, dovrebbe cementare la presa di Kim, almeno nei suoi programmi. Ciò non significa che, come accaduto ad altri personaggi politici di spicco in passato, la sorella di Kim possa comunque tornare ai vertici in un futuro anche prossimo. Qui un resoconto più dettagliato di quanto accaduto al Congresso, mentre, nella sua ultima Katane (sempre da leggere), Giulia Pompili spiega che "in totale, uno dei cinque membri del Presidium, otto dei 19 membri del Politburo e sette degli 11 membri supplenti del Politburo eletti sabato sono figure nuove, ed è una sorta di ricambio generazionale nella massima leadership del regime. A salire nei ranghi è Jo Yong Won, un nome che impareremo a conoscere. Secondo Andrei Lankov, il fallimento riconosciuto da Kim sulle riforme quinquennali e un cambio di marcia non è una buona notizia, potrebbe voler dire ancora più chiusura".

Al termine del congresso, il parlamento nordcoreano ha approvato il nuovo piano quinquennale, che prevede anche lo sviluppo militare e nucleare. Primo messaggio a Joe Biden, che nel frattempo ha scelto Bull Burns per la CIA.

Moon Jae-in ha aspettato la fine del congresso del Partito dei lavoratori nordcoreano per il suo tradizionale discorso programmatico di inizio anno. Tra le altre cose, interessanti spunti sulle relazioni con le due potenze. Il presidente sudcoreano ha definito i rapporti con Cina e Stati Uniti "ugualmente importanti", aggiungendo che Seul non si schiererà da una parte o dall'altra. Non si tratta di un passaggio banale per un paese che è sempre stato il pilastro della strategia americana in Asia orientale. D'altronde, dopo il fallimento dei negoziati Trump-Kim, il rapporto Seul-Washington è peggiorato. Il lungo scontro sui costi difensivi non si è ancora chiuso e anche la polemica sull'ambasciatore Harry Harris ha lasciato strascichi. Pechino resta fondamentale per il dialogo intercoreano, come ribadito dallo stesso Moon, che si prepara tra l'altro ad accogliere Xi Jinping in visita di Stato (qui sì riprogrammata dopo il rinvio del 2020 causa Covid, al contrario che in Giappone dove è stata annullata).

Un tribunale sudcoreano ha ordinato al governo giapponese di risarcire dodici 'schiave del sesso' della Seconda guerra mondiale. Si tratta di una sentenza storica che ha, come prevedibile, suscitato le ire di Tokyo.

Trenta mesi di carcere per il rampollo di casa Samsung.

In Giappone, il primo ministro Suga Yoshihide (la cui popolarità è ai minimi dopo la nuova ondata di coronavirus) ha scelto Kono Taro come responsabile del programma vaccinale. Mossa significativa, anche in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo, visto che Kono è uno dei volti della politica nipponica più apprezzati all'estero, come ricorda Giulia Pompili.

 

SUD-EST ASIATICO

Non solo Corea del nord. In questi giorni si è svolto anche il congresso del Partito rivoluzionario del popolo lao. Il nuovo primo ministro del Laos è Thongloun Sisoulith, il quale ha presentato in chiusura dell'evento il decimo piano quinquennale. Un piano che punta su sostenibilità, ambiente e integrazione regionale. Vientiane, nel frattempo, sembra sempre più vicina alla Cina.

L'Indonesia, come molti altri paesi dell'area, cerca di non schierarsi nella contesa tra Usa e Cina. 

Per restare in Indonesia, è stato liberato un predicatore radicale, Abu Bakar Bashir, considerato l'ispiratore degli attentati di Bali del 2002.

Si scatena la sfida tra i diversi attori per l'e-commerce ASEAN, compreso Alibaba.

 

SUBCONTINENTE INDIANO E PACIFICO

Segnali di de escalation sul confine sino indiano. L'esercito di Nuova Delhi ha consegnato a quello di Pechino un soldato che si era perso, mentre l'esercito Popolare di liberazione sembra intenzionato a ritirare circa diecimila unità. Secondo Foreign Policy, comunque, il braccio di ferro sarebbe stato vinto a livello strategico dalla Cina.

Crolla l'import dell'India dalla Cina dopo le tensioni geopolitiche e militari tramutatesi in guerra commerciale. Il governo indiano ribadisce che i rapporti con Pechino rischiano di essere segnati da "profonda sfiducia".

Proprio all'India sono riservati i contenuti più espliciti e programmatici nel piano 2018 per l'Indo Pacifico desecretato dall'amministrazione Trump. Piano in larga parte disatteso a parte, forse, proprio per quanto riguarda i rapporti con Nuova Delhi che appaiono effettivamente più saldi ed espliciti rispetto al passato.

Cina e India continuano a osservare con attenzione l'evoluzione della crisi politica in Nepal, paese che di recente si è spostato in direzione di Pechino dopo essere rimasto a lungo nell'orbita di influenza indiana.

Nuovi attacchi dello Stato Islamico mettono a repentaglio gli investimenti cinesi in Pakistan.

Mossa dell'Australia nel Pacifico meridionale. Canberra potrebbe finanziare un acquirente di Digicel, il principale operatore telefonico dei paesi dell'area (tradizionalmente nella sfera di influenza di Canberra) per sottrarlo alle mire del Dragone, sempre più presente da quelle parti (ricordate il caso dei cavi sottomarini?).

 

ASIA CENTRALE

Delle elezioni legislative in Kazakistan e di quelle presidenziali in Kirghizistan abbiamo già parlato nelle precedenti due puntate delle pillole asiatiche (qui prima del voto e qui dopo il voto). Dei due paesi dell'Asia centrale (qui un pezzo di Alessandra Colarizi sul "grande gioco") e dei suoi protagonisti politici, così come del Tagikistan, hanno parlato nel dettaglio Giulia Sciorati e Fabrizia Candido in una diretta China Files. 

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