Esteri
Clima, Usa fuori dagli accordi di Parigi? "Da Trump decisione disastrosa"
Per Mattia Gussoni, tecnico meteorologo de iLMeteo.it, “Trump ci farà fare passi indietro di decenni sul clima. La Cop è una passerella di parole vuote ma gli Accordi di Parigi sono una sfida per l’umanità”. L'intervista
Clima, Usa fuori dagli accordi di Parigi? "Da Trump decisione disastrosa, abbiamo già passato il punto di non ritorno”
“Il punto di non ritorno lo abbiamo già passato”. Donald Trump deve ancora insediarsi alla Casa Bianca, ma ha già fatto trapelare quale sarà la sua prima iniziativa di politica ambientale. Ovvero far uscire gli Usa dagli accordi di Parigi. “Non è una buona notizia per il pianeta Terra” secondo Mattia Gussoni, tecnico meteorologo de iLMeteo.it. “Gli Accordi di Parigi sono importantissimi, la nuova fuoriuscita degli Usa avrebbe delle ricadute pesantissime”. L’intervista.
Gussoni, quanto impatterà il ritiro degli Usa dall’accordo di Parigi annunciato da Trump?
Fermo restano che il clima va avanti anche senza tenere conto della politica, questa decisione di Trump rappresenta un enorme passo indietro per le politiche ambientali del pianeta. Un disastro che non possiamo permetterci, dato che abbiamo già superato il punto di non ritorno.
Per quale motivo?
Gli accordi di Parigi sono l’ultima chiamata per la Terra: non possiamo più permetterci di pompare enormi quantità di Co2 nell’atmosfera. Questo è il principale fattore che determina il cambiamento. La gran parte delle attività umane contemporanee si basano sulla Co2 e la popolazione mondiale sta pure aumentando. Se anche gli Stati Uniti, la principale industria del mondo occidentale, seguendo le orme della Cina tornano a fregarsene degli Accordi sul clima, il disastro è annunciato.
Le iniziative politiche del neoeletto Presidente americana avranno dunque un peso?
Certamente, purtroppo. Gli accordi di Parigi sono stati un passo avanti fondamentale nella lotta al cambiamento climatico, sancendo un obiettivo inaggirabile per l’umanità. Uscirne rappresenta un passo indietro clamoroso. Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, rispetto alla fine del XIX secolo è un obiettivo decisivo: in ogni singolo mese di questo 2024 la media delle temperature lo ha sforato. Gli Stati Uniti posso essere trainanti in questa sfida, sia in positivo che in negativo.
Quanto è importante la COP che inizia oggi?
La COP è arrivata alla 29esima edizione, eppure la soluzione tanto agognata non sembra ancora alla portata. In 30 anni di edizioni, la Conferenza delle Parti è spesso sembrata un gran galà di parole vuote, salvo che è la nostra ultima occasione come pianeta Terra. Non abbiamo alternative.
È un bene che la Conferenza, al via oggi in Azerbaigian, coinvolga anche Paesi non propriamente democratici?
Certamente, sono proprio quei Paesi quelli che producono più emissioni. Pertanto, il compito della Comunità internazionale è di coinvolgerli in accordi e iniziative volte a contrastare il cambiamento climatico. L’Europa, nonostante le difficoltà di una sorta di affaticamento, ha avviato una transizione ecologica. La strada tracciata è quella giusta, ma bisogna coinvolgere quanti più Paesi possibile. È una sfida globale, non solo europea: abbiamo un solo cielo sopra la nostra testa, che non fa differenze tra democrazie e dittature.
Eppure, proprio in Europa si registrano sempre più catastrofi naturali…
Episodi come quello recente di Valencia non devono farci desistere dalla lotta al cambiamento climatico, al contrario sono moniti ulteriori di quanto sia importante accelerare in questa direzione. Ci sono due direttrici di intervento da seguire: la strada della mitigazione dell’impronta ecologica; e l’adattamento al cambiamento climatico con prevenzione e gestione dei territori. Oltre ovviamente alle previsioni.
Dopo la tragedia di Valencia ci sono state polemiche sulle previsioni. Quanto sono affidabili le osservazioni meteo?
Completamente affidabili. Sono ormai dieci anni che lavoro come tecnico meteorologico e ogni anno sviluppiamo modelli sempre più efficaci di previsioni. La cosa fondamentale, che purtroppo pare essere mancata a Valencia, è la sincronizzazione con le istituzioni. L’allerta meteo a Valencia c’era, non è stata comunicata alla popolazione.