Esteri
Turchia nel caos, il sindaco di Istanbul Imamoglu sospeso e trasferito in un carcere di massima sicurezza
"Non mi piegherò mai"

Ekrem Imamoglu sindaco di Istanbul
Ekrem Imamoglu è il principale rivale politico del presidente turco Recep Tayyip Erdogan
Sempre più drammatica la situazione in Turchia. Il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, è formalmente agli arresti, dopo quattro giorni in custodia della polizia e sotto interrogatorio. Così ha deciso il giudice del tribunale di Istanbul accogliendo le accuse per corruzione presentate dalla procura. Cadute invece quelle per “favoreggiamento del terrorismo” che avrebbero portato alla decadenza immediata dall’incarico e al commissariamento del Comune.
Imamoglu, ha fatto sapere il ministero dell'Interno turco, è stato temporaneamente sospeso dall'incarico di sindaco di Istanbul in seguito alla convalida del suo arresto per corruzione, ed è stato trasferito nel carcere di massima sicurezza di Marmara, nel distretto di Silivri, nella provincia di Istanbul. Oltre a Imamoglu è stato temporaneamente sospeso dall'incarico anche Murat Calik, sindaco di Beylikduzu, un'altra municipalità di Istanbul, detenuto nell'ambito della stessa inchiesta. Inoltre, il prefetto di un altro distretto della città sul Bosforo, Sisli, è stato nominato per ricoprire l'incarico di sindaco della stessa Sisli al posto di Resul Emrah, il cui arresto è stato convalidato in base all'accusa di terrorismo.
"Non mi piegherò mai", aveva scritto poche ore prima Imamoglu in un messaggio pubblicato su X: "Toglieremo questa macchia dalla nostra democrazia".
È questo il nuovo atto di un terremoto politico-giudiziario che sta scuotendo l’intera Turchia. Il presidente del Chp, il principale partito di opposizione, Ozgur Ozel, ha denunciato in un’intervista con Repubblica un "colpo di stato civico" da parte di Erdogan che usa "la sua influenza e il controllo sui media e la magistratura per eliminare gli avversari politici”.
Imamoglu è la star in ascesa della politica turca, considerato il rivale più forte del Raìs, dato tra il 52 e il 58% nei sondaggi in eventuali elezioni presidenziali. Socialdemocratico, musulmano liberale, il "ragazzo di Trebisonda" – dal nome della provincia sul Mar Nero in cui è nato - è uno in grado di parlare con tutti, laici e credenti, operai e imprenditori, e questo gli ha consentito di allargare la base elettorale del partito repubblicano erede di Ataturk portandolo dopo 20 anni a essere competitivo con l'Akp di Erdogan.
La sua notorietà è esplosa nel 2019 quando vinse le elezioni per il comune di Istanbul strappandolo ai conservatori che lo governavano da 20 anni. “Chi perde Istanbul perde la Turchia”, ha sempre detto Erdogan che proprio come sindaco di Istanbul ha iniziato la sua carriera politica. Le elezioni furono invalidate per un cavillo, Imamoglu si ripresentò e vinse di nuovo, e lo stesso accadde l’anno scorso, un nuovo trionfo elettorale. Parallelamente sono aumentati i guai giudiziari. Il procuratore di Istanbul ha aperto almeno 5 indagini contro di lui, una variegata catena di accuse tra cui l’aver insultato la commissione elettorale. La scorsa settimana l’università di Istanbul, il cui rettore è nominato dal governo, ha annullato la laurea di Imamoglu, cosa che gli proibisce di partecipare alle presidenziali, a meno che non vinca il ricorso.
Il sindaco ha respinto le accuse, definendo una costruzione montata ad arte per screditarlo e eliminare un avversario politico. Erdogan liquida le centinaia di migliaia di manifestanti in tutte le città della Turchia come “gruppi marginali” e promette il pungo duro contro chi “vuole generare caos”.
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